Oggi, 25 novembre, si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e i numeri relativi sono impietosi: ogni 72 ore, in Italia, una donna è vittima di femminicidio, nell’ultimo anno, a causa anche della pandemia e del lockdown, sono aumentati di oltre il 10%, e oltre il 60 per certo dei reati e degli abusi contro le donne avvengono tra le mura di casa, per mano di mariti o compagni. Sono 94 le vittime nel 2021, dato aggiornato al 22 novembre.
“Sono numeri impressionanti che non solo devono farci riflettere, e non solo il 25 novembre, ma che devono farci agire, – dichiara il capogruppo in Regione Liguria di Linea condivisa Gianni Pastorino – perché come uomini e come istituzioni dobbiamo avere il coraggio di riconoscere ed affrontare l’ancora presente patriarcato, al quale si assiste quotidianamente in diverse forme, da quella economica, passando per quella politica e sociale, fino ad arrivare a quella sanitaria”.
La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è stata istituita in memoria delle sorelle Mirabal, attiviste dominicane torturate e uccise il 25 novembre 1960 su ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo.
“La storia si ripete spesso e ci narra come, per mano di usurpatori e uomini autoritari, le donne e gli uomini che hanno avuto il coraggio di agire e di ribellarsi, in nome della libertà, ci siano riusciti a costo della vita – prosegue il consigliere Pastorino –. Il coraggio delle sorelle Mirabal ha segnato un solco profondo nella società, ma che non può fermarsi solo alle celebrazioni del 25 novembre di ogni anno. È necessario riconoscere che la violenza esiste, in ogni sua forma”.
I dati parlano chiaro: il 31,5% delle donne italiane tra i 16 e i 70 anni è stata sottoposta, nel corso della propria vita, ad una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 13% è stata vittima di violenza da parte di uomini conosciuti, il 26,4% delle donne ha subìto volenza psicologica e/o economica dal partner attuale, mentre il 46% l’ha subìto da parte di un ex partner.
“Alcune conquiste nel nostro Paese, come ad esempio l’aborto, sono continuamente minacciate da evidenti tentativi di sabotaggio, mantenendo complesso e faticoso il processo di autodeterminazione, in nome della conservazione dell’eteropatriarcato”, afferma il capogruppo di Linea condivisa Gianni Pastorino, che poi aggiunge: “la giornata di oggi deve farci riflettere non solo sul percorso compiuto e sui risultati ottenuti, per quanto concerne i diritti delle donne, ma anche su quanto sia ancora lunga la strada per la parità di genere, per il riconoscimento dei diritti delle persone vittime del patriarcato”.