Savona, quando il Priamar era un carcere

LE GIORNATE FAI D’AUTUNNO FANNO SCOPRIRE UNA FORTEZZA INEDITA

Fortezza Priamar a Savona

Del Priamar e del suo rapporto con Savona si sa tutto: che i genovesi hanno sfregiato l’antica cittadella, gioiello artistico ed architettonico del medioevo, demolendo cattedrale ed edifici di pregio; che l’antico libero Comune s’è visto puntare i cannoni della fortezza addosso per secoli; che quell’avamposto massiccio piantato sul mare non è mai andato giù agli studai della città della torretta. Eppure c’è una fase storica molto importante, anzi fondamentale, della storia della fortezza del Priamar che sembra essere stata rimossa completamente sia dalla memoria che dagli studi storici riguardanti l’edificio: quella in cui Savona era sinonimo di carcere.

E non un carcere qualsiasi, ma il miglior carcere forse del Regno di Sardegna prima e d’Italia poi. Le Giornate FAI di Autunno, che si svolgeranno il 16 e il 17 ottobre (10:00-17:40 ultimo giro, prenotazione obbligatoria sul portale online) faranno rivivere proprio quei locali che videro rinchiusi tra le quattro mura di una cella centinaia di prigionieri nel XIX secolo. Tra questi personaggi illustri, come Giuseppe Mazzini che nella solitudine della cattività ideò la Giovine Italia, ma molti altri comuni prigionieri di cui poco è rimasto.

“Dietro a queste giornate d’autunno c’è stato un lungo lavoro di ricerca” spiega Giovanni Borrello, referente FAI Giovani di Savona “perché del Priamar bagno penale prima e reclusorio militare poi non sono mai stati fatti studi dettagliati. Siamo orgogliosi di aver preparato uno storytelling che permetterà ai visitatori di scoprire la giornata tipo di un prigioniero in quello che è di fatto il monumento più famoso della città: cosa mangiavano i carcerati? Come passavano le giornate? Come erano trattati dal personale?” La fortezza infatti fino al 1903 è stato uno dei principali luoghi di reclusione della penisola, lodata da numerosi politici per l’efficienza con cui di combatteva l’ozio delle ore di detenzione dei militari insubordinati. “Prima del boom industriale della fine dell’800” sottolinea ancora Giovanni “il Priamar era di fatto il più importante distretto artigianale e industriale del savonese: molti imprenditori avevano aperto attività nelle mura del reclusorio e tutti i detenuti vi lavoravano: c’erano laboratori tessili, falegnamerie e soprattutto la tipografia, che era al servizio del Ministero e che produceva tonnellate di documenti ufficiali all’anno per tutto l’apparato militare del Regno.”

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“Lo stile del Fai” dice Giovanna Chiera, Presidente FAI di Savona, “come sempre è quello di mostrare, sotto una luce diversa, i monumenti e i beni che ci circondano, affinché si sensibilizzi sempre di più l’opinione pubblica sul potenziale culturale di cui tutti noi siamo custodi. Del Priamar apparentemente tutti conoscono tutto: questo evento vi farà ricredere.”

“Galeotta fu la fortezza”, l’evento savonese delle Giornate Fai d’autunno, permetterà solo agli iscritti FAI di visitare un luogo mai aperto in precedenza: la polveriera. Un luogo particolarmente evocativo per la storia di Savona e dei comuni limitrofi perché, come spiegano i ragazzi del FAI, le esplosioni hanno contraddistinto la storia locale. Non è un caso che proprio nella visita ci sarà posto per la rievocazione dei 100 anni dell’esplosione del Forte Sant’Elena che nell’ottobre 1921 distrusse gran parte di Bergeggi, facendo danni fino a Savona.