Sicurezza sul lavoro, Blasoni: rispetto al 2020, nel primo semestre aumentano gli infortuni (+7,8%) mentre calano (-8,5%) gli incidenti mortali

lavoratori in un cantiere

Elaborando i dati di Inail e Istat, il Centro studi ImpresaLavoro di Massimo Blasoni ha stilato una classifica regionale delle denunce di infortunio nei primi sei mesi del 2021, in aumento (+8,9%) rispetto allo stesso periodo del 2020. Escludendo gli infortuni in itinere (avvenuti durante il tragitto di andata e ritorno fra l’abitazione e il luogo di lavoro), l’aumento è stato del 7,8%. Le denunce di incidente mortale sono invece diminuite del 5,61% (-8,5% se si escludono quelle in itinere) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La classifica regionale è guidata dal Trentino Alto Adige dove si verificano in media 2.087 infortuni ogni 100.000 abitanti ogni semestre, seguono Emilia Romagna (1.771), Veneto (1.575), Friuli Venezia Giulia (1.513), Liguria (1.505), Toscana (1.312), Marche (1.292) e Umbria (1.195). Poco sotto alla media nazionale invece si posizionano Lombardia (1.137), Abruzzo (1.136), Piemonte (1.124), Valle d’Aosta (1.076), Basilicata (1.059). Sotto alla soglia dei 1.000 infortuni ogni 100.000 abitanti si collocano invece Sardegna (946), Puglia (941), Sicilia (841), Molise (794), Lazio (767), Calabria (698), Campania (580).

La classifica cambia notevolmente se si considerano invece le sole denunce per infortuni mortali avvenuti nel primo semestre 2021 ogni 100.000 occupati. A guidarla è il Molise con 12 denunce, seguono Abruzzo (5), Puglia e Basilicata (4), Campania, Umbria, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna con 3. In linea con la media nazionale con un valore pari a 2 sono Piemonte, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Calabria, Veneto, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Marche e Toscana. La Sardegna è l’unica regione italiana con un valore migliore di quello medio nazionale ossia si è rilevata una sola denuncia di infortunio con esito mortale nel primo semestre ogni 100.000 occupati.

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«I periodi di lockdown e il ricorso massiccio allo smart working hanno senz’altro influenzato l’andamento infortunistico ma sembra comunque confermato il trend stabile degli ultimi cinque anni» dichiara Massimo Blasoni, presidente del Centro studi ImpresaLavoro. «Resta sicuramente ancora molto da fare sul fronte della prevenzione e soprattutto dei controlli ma non dimentichiamo che negli ultimi anni le denunce per infortunio sono state circa la metà di quelle osservate nei primi anni Duemila».