Loano, accolta la richiesta del Gruppo Alpini: concessa la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto

Milite Ignoto Loano

In occasione della riunione tenutasi ieri, mercoledì 30 giugno, il consiglio comunale di Loano ha approvato all’unanimità la proposta, presentata dal Gruppo Misto, di concedere la cittadinanza benemerita al Milite Ignoto.

I consiglieri Noemi Casto, Luana Isella, Francesco Paganelli, Enrica Rocca e Jacopo Tassara hanno fatto propria la proposta presentata dal Gruppo Alpini di Loano, che in occasione delle celebrazioni per la Festa della Repubblica hanno chiesto pubblicamente all’amministrazione comunale di conferire il titolo di “Cittadino onorario” al Milite Ignoto, di cui quest’anno ricorre il centenario. “In questo modo gli sforzi effettuati per far sì che quel soldato, voluto come ‘di nessuno’, potesse in realtà essere percepito come ‘di tutti’, al punto da trasformarsi nella sublimazione del sacrificio e del valore dei combattenti della prima guerra mondiale e successivamente di tutti i caduti per la patria – spiegano i consiglieri – Oggi è giunto il momento in cui, in ogni luogo d’Italia, si possa orgogliosamente riconoscerela ‘paternità’ di quel caduto”.

Nel proporre il conferimento della cittadinanza onoraria, i consiglieri hanno ricordato: “Quando, dopo la conclusione del primo conflitto mondiale, nel corso del quale avevano perso la vita circa 650.000 militari italiani, il Parlamento approvò la legge numero 1075 del 11 agosto 1921 ‘per la sepoltura in Roma, sull’Altare della Patria, della salma di un soldato ignoto caduto in guerra’, la commissione appositamente costituita per la individuazione dei resti mortali di quello che sarebbe diventato il Milite Ignoto, compì ogni possibile sforzo affinché non fosse possibile individuare la provenienza ‘territoriale’ del caduto prescelto e neppure il reparto o la stessa forza armata di appartenenza. L’unico requisito assunto come inderogabile fu quello della sua italianità”.

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“Questo elemento di assoluta indeterminatezza, unito alla casualità della scelta finale della bara, tra undici identiche, effettuata, nella Basilica di Aquileia, da parte di Maria Bergamas, madre di un militare caduto in combattimento, i cui resti non furono mai recuperati, consentì a tutti gli italiani di identificare una persona cara in quel militare sconosciuto. Ciò avvenne, infatti, sin dal passaggio del treno specialeche lo trasportò da Aquileia a Roma e poi, il 4 novembre 1921, nel momento della sua solenne tumulazione presso il sacello dell’Altare della Patria, al Vittoriano”.

“Durante la fase finale di quello storico viaggio, i decorati di Medaglia d’Oro al valor militare, che già avevano ricevuto il privilegio di svolgere la stessa funzione nel tragitto dalla Basilica alla stazione ferroviaria di Aquileia, eseguirono nuovamente, a Roma, la scorta d’onore al feretro, trasportato su un affusto di cannone, dalla Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri alla base del Vittoriano e quindi ne effettuarono il trasporto, a spalla, sulla scalea, sino alla sua deposizione nel sacello, ove il caduto, anch’egli, nel frattempo, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare, viene tuttora custodito ed onorato”.

Questa è la motivazione della Sua decorazione: “Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della Patria”. Proprio da quell’evento, inoltre, sorse l’idea, tra coloro che vi avevano preso parte, di fondare, nel 1923, il “Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia”, successivamente costituito in ente morale (Regio Decreto 16 settembre 1927, n. 1858).”