Liguria, In Consiglio dibattito sulle Modifiche alla Legge urbanistica regionale (1)

Il Palazzo di Regione Liguria in Piazza De Ferrari a Genova

Questa mattina in Consiglio regionale è iniziato il dibattito sul Disegno di legge 59 Modifiche alla legge regionale 4 settembre 1997 n. 36 (Legge urbanistica regionale). Domenico Cianci (Cambiamo con Toti presidente) e presidente della IV Commissione Ambiente e Territorio, ha illustrato la relazione di maggioranza spiegando i contenuti del disegno di legge. «Questo intervento, consapevole delle complessità connesse al procedimento di formazione dei PUC, riguarda soprattutto – ha detto – la disciplina urbanistica della componente cosiddetta pubblica della pianificazione urbanistica comunale, ed è impostato introducendo innanzitutto modifiche relative all’elenco degli strumenti della pianificazione urbanistica comunale e ai contenuti del Piano territoriale regionale (PTR». Cianci ha aggiunto: «Il provvedimento interviene anche per definire meglio contenuti e struttura del PTR che fornirà una fondamentale visione strategica complessiva per consentire ai Comuni di mettere al centro delle politiche urbanistiche la pianificazione dei servizi e delle infrastrutture pubbliche». Il presidente della IV Commissione ha concluso: «L’esame in sede di commissione ha consentito di approfondire i vari aspetti dell’intervento normativo anche attraverso il punto di vista dei portatori di interessi coinvolti, attraverso numerose audizioni e contributi che hanno portato alla formulazione di diversi emendamenti, finalizzati anche all’accoglimento dei suggerimenti trasmessi dal Consiglio delle Autonomie locali».

Davide Natale (Pd-Articolo Uno), vice presidente della IV Commissione Ambiente e Territorio, ha illustrato la relazione di minoranza del suo gruppo evidenziando due criticità: «Il testo è stato redatto senza un opportuno coinvolgimento degli enti territoriali e in molte parti rinvia ai contenuti di uno strumento di pianificazione, il Piano Territoriale Regionale (PTR) che, però, non è stato ancora approntato». Il Consigliere ha aggiunto: «La norma dice genericamente che le città, le conurbazioni costiere e le valli interne e i cosiddetti poli attrattori dell’entroterra dovranno redigere il Piano dei Servizi e delle Infrastrutture (PSI) e il Piano urbanistico locale (PUL) e, di fatto, crea due categorie di Comuni, una che deve redigere il PUC (Piano urbanistico comunale, attualmente in vigore, ndr) e un’altra il PSI e il PUL». Secondo il consigliere, dunque, verrà reso più gravoso e difficile il lavoro delle amministrazioni comunali moltiplicando gli strumenti di pianificazione: «Questa norma crea un periodo di incertezza procedurale e l’obbligo di redazione di due distinti documenti con iter lunghi e dispendiosi. Infatti anche il PUL, che rappresenterebbe in questo la pianificazione meno strutturata, dev’essere sottoposto alla VAS». Natale ha aggiunto: «La norma impone, di fatto, ai Comuni che si stanno dotando solamente adesso di una pianificazione di dover redigere in 5 anni addirittura tre piani urbanistici di cui uno destinato ad essere superato in breve tempo. Sarebbe opportuno – ha aggiunto – che il limite temporale per i Comuni entro il quale continuare a pianificare il PUC o passare alla redazione del PSI e del PUL sia stabilito con precisione dalla norma». Il consigliere ha aggiunto: «La visione necessariamente unitaria della pianificazione viene compromessa e le norme proposte, anziché aiutare gli enti locali, creeranno diseguaglianze, ulteriori difficoltà e un maggior immobilismo. Vengono create – ha concluso – disuguaglianze tra i Comuni, incertezze, diventa ancora più difficile il lavoro delle amministrazioni comunali, non sono tutelati e valorizzati i territori e ci sono dubbi di costituzionalità». Secondo Natale, inoltre, nel provvedimento «non si fa cenno a misure relative alla messa in sicurezza del territorio».

Selena Candia (Lista Ferruccio Sansa Presidente) ha illustrato la relazione di minoranza del gruppo. «Questa legge non rispetta la tutela del territorio e la disciplina paesaggistica, rischia di complicare la disciplina urbanistica e – ha esordito – di aggravare il lavoro affidato ai Comuni, molti dei quali non hanno ancora mai utilizzato gli strumenti di pianificazione già previsti. La legge, infine, non risolve il problema dello spopolamento dell’entroterra determinato dalla mancanza di servizi». Candia ha rilevato la necessità che il Piano dei Servizi e infrastrutture, anziché essere di competenza comunale «sia fatto da un ente sovraordinato. In questo modo i Comuni sarebbero sgravati dalla pianificazione delle strutture e opere collettive e le Provincie garantirebbero che nell’area di loro competenza siano davvero rispettati i carichi urbanistici. Così facendo – ha aggiunto – ai Comuni resterebbe da realizzare solo il Piano urbanistico locale». Il consigliere ha specificato: «Non è chiaro, infatti in che modo un Comune polo attrattore, cioè un Comune più grande e strategico rispetto ad altri vicini, dovrebbe occuparsi di calcolare il carico urbanistico anche dei Comuni vicini». Candia ha posto anche il problema di intrecciare la pianificazione con un adeguato piano di finanziamenti. Perplessità sono state espresse anche sulla doppia procedura di Vas previste per Psi e Pul perché – ha detto – rallenterebbe l’adozione dei Piani. Rispetto al disegno di legge Candia ha aggiunto: «Viene proposta una sostanziale deregolamentazione nelle aree classificate come entroterra dove non varrà più il Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico». Secondo il consigliere la Regione dunque, sembra sfruttare la mancanza del nuovo Piano paesaggistico per inserire questa proposta di legge e portare avanti quanto definito dal PTR. Candia ha concluso: «La norma, infine, proroga al 31 dicembre 2022 l’adozione dei Puc ma ritardare ulteriormente la stesura dei PUC, e si tratta della terza proroga della giunta Toti dopo quella già adottata dalla giunta Burlando, non tutela il nostro territorio». Il consigliere ha auspicato un patto per il lavoro nel settore agricolo rivolto ai giovani, come è stato fatto nel turismo.

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Il dibattito in aula dopo le relazioni

Paolo Ugolini (Mov5Stelle) ha rilevato: «Queste norme non contengono misure che tutelino l’ambiente, il territorio e che contrastino il dissesto idrogeologico». Secondo il consigliere, inoltre, il PSI e il PUL separano in molti Comuni le funzioni gestite attualmente. Ugolini ha puntato l’attenzione sulla sospensione, in alcuni casi, dell’applicazione del Piano paesistico: «In questo modo non ci sarà più un controllo quando si andrà a intervenire sul territorio e, del resto, questa obiezione è già stata espressa anche da molte associazioni ambientaliste». Ugolini ha concluso: «Questo intervento urbanistico si tradurrà in una complicazione e, soprattutto, deroga al Piano territoriale di coordinamento è l’aspetto più grave».

Gianni Pastorino (Linea Condivisa ha apprezzato molti aspetti delle relazioni di Natale, Candia e dell’intervento di Ugolini. Pastorino ha definito l’iniziativa legislativa «un’operazione azzardata» sollevando, fra gli altri, il problema dell’assenza di previsioni circa una dotazione finanziaria pubblica per consentire la concreta attuazione delle norme. «Per raggiungere un equilibrio fra i diversi ruoli – ha aggiunto – occorrerebbe un coordinamento fra Enti diversi che manca completamente». Il consigliere ha aggiunto: «Questo disegno di legge non risolve i problemi attuali perché, pur partendo da considerazioni condivisibili, non contiene gli strumenti di coordinamento adeguati per cambiare la situazione e crea una situazione di oneri difficilmente gestibili da parte degli enti coinvolti».

Roberto Arboscello (Pd-Articolo Uno) ha rilevato, ricordando la sua precedente esperienza di sindaco, le lungaggini di questi strumenti di pianificazione. «Questo problema – ha aggiunto – viene ulteriormente accentuato da questa legge urbanistica». Il consigliere ha ricordato, a questo proposito, che 126 Comuni non sono ancora riusciti a varare i propri Puc e «con questo atto, la giunta peggiora ulteriormente la situazione». Arboscello ha denunciato che il provvedimento non dà certezze sulle future competenze dei Comuni; ha rilevato, inoltre, come l’assenza cronica di personale non consentirà il lavoro straordinario richiesto dalla nuova pianificazione e, infine, ha sollevato problemi di incostituzionalità della legge.

Alessandro Bozzano (Cambiamo con Toti Presidente) ha sottolineato la complessità delle norme di pianificazione urbanistica del passato, che ha determinato nel tempo lentezze nell’adozione dei piani con pesanti ricadute sugli interventi necessari per i Comuni. «Il Psi è una novità molto positiva che parte da un concetto, che riguarda i servizi e le infrastrutture, prevedendo che prima del piano di uso urbanistico del territorio sia determinato il Psi. Questo – ha aggiunto – è l’elemento che determinerà la sostenibilità dei piani». Il consigliere ha aggiunto: «E’ bene che ci sia un Comune capofila che possa decidere il Psi,questo aspetto – ha specificato – per i Comuni è un passo in avanti grandissimo», che comunque potranno godere di una distribuzione più ordinata delle competenze.

Enrico Ioculano (Pd-Articolo Uno) ha detto: «Se gli intenti del disegno legge possono essere anche nobili, il costrutto che andiamo a votare è assai diverso». Secondo il consigliere, in realtà, «questa legge sembra voler fare tabula rasa degli sforzi programmatori fatti fin qui dai Comuni» e ha aggiunto: «I Comuni, con l’applicazione di questa legge, non avranno più servizi e infrastrutture, ma solo più oneri. In realtà esistono già strumenti programmatori che possono ospitare il PSI senza dover creare questi nuovi piani due nuovi piani». Ioculano, nello specifico, ha ritenuto molto complessa la nuova procedura di approvazione dei diversi Piani: «La giunta invece di occuparsi di applicare la legge vigente, ha avviato nuove procedure burocratiche che resteranno lettera morta».

Roberto Centi (Lista Ferruccio Sansa Presidente) è intervenuto esponendo forti perplessità sul provvedimento: «L’impressione è che questa legge moltiplichi le strutture al di là della loro necessità». Il consigliere ha sottolineato: «Sembra che si parli solo di una programmazione ex novo che, in realtà, non tiene conto delle strutture esistenti». Il consigliere, infine, ha rilevato che la legge potrebbe contenere profili di incostituzionalità.