Gioco illegale online: la caccia al malaffare tra siti fantasma, pagamenti cash e licenze offshore

Sale giochi chiuse, “boom” del business illegale: in un anno di lockdown centinaia di agenzie sequestrate, oltre 200 denunce, 300 siti oscurati

Gioco d'azzardo

Una caccia infinita, a volte vincente – come è avvenuto questa mattina con l’operazione “Doppio Gioco” condotta dalla Gdf di Catania contro le scommesse illegali – a volte no. Guardie e ladri, la storia è sempre quella. I ladri però sono sempre più sfuggenti, tra siti fantasma offshore, transazioni in contanti e agenti pronti a tutto pur di sviluppare sul territorio il ricco business “black”.

Le modalità organizzative dei sodalizi criminali sono ormai oliatissime: i siti utilizzati come piattaforma di gioco, spiega agipronews, sono privi dell’integrazione con i principali mezzi di pagamento – circuiti di carte di credito e finanziari – e servono praticamente da vetrina per le scommesse sullo sport, che vengono gestite in realtà “al banco” con pagamenti esclusivamente cash. Sono i “nuovi” concorrenti del mercato autorizzato del gioco in Italia, sempre più sfuggenti e “liquidi”: chi vuole restare nel mercato grigio evita ormai Malta, l’Austria o le altre giurisdizioni europee presso le quali – dopo le ultime inchieste – è possibile per le procure italiane ottenere una rogatoria internazionale e procedere così ad arresti e sequestri. No, il nuovo trucco è aprire dei siti “mordi&fuggi”, senza alcun riferimento ad autorità del gioco o a normative comunitarie, dare mandato per la raccolta a qualche decina di spregiudicati agenti sul territorio, incassare i proventi e poi far perdere le proprie tracce.

Non mancano, in un quadro così complesso, i siti collegati a licenze rilasciate in paesi offshore, a bassa tassazione e senza tanti vincoli. Ma la patente fornita da un mercato regolamentato – fino a qualche anno fa considerata necessaria per dare una mano di credibilità al business – ora non sembra più indispensabile e, da tempo, anche i grandi fornitori internazionali di software (pressati dagli enti regolatori) hanno smesso di siglare contratti con operatori “borderline”. La soluzione quindi – per chi gestisce siti non autorizzati – è stata quella di stringere rapporti con software house (attive da anni e con personale IT formato ed esperto) in grado di realizzare piattaforme di betting simili a quelle più in voga. Veri e propri artigiani dell’Information technology dei giochi, che non hanno struttura, capitali o certificazioni sufficienti ad acquisire clienti importanti che operano nel mercato regolato ma che alimentano con piattaforme a buon mercato il gioco senza licenza.

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Naturalmente, il prodotto disponibile è limitato: poker e casinò , prosegue agipronews,sono integrati solo raramente e non è possibile utilizzare strumenti di pagamento ormai disponibili per tutto il mercato del gioco online: nel caso di “Doppio Gioco” è stata un bonifico bancario segnalato a Uif-Bankitalia a dare il via all’inchiesta della Procura di Catania. Le transazioni di gioco si svolgono ancora in contanti, alla faccia di tutte le normative nazionali ed internazionali – vecchie e nuove – sul riciclaggio. Non solo. Le pagine del “Chi siamo” o dei “Contatti” dei siti di tutte le realtà offshore sono spesso “blank” o con informazioni troppo generiche per poter essere utili agli utenti. La tutela del giocatore – in caso di controversia su un’eventuale vincita – è di fatto inesistente, in quanto l’unico riferimento risulta essere la società caraibica titolare della licenza. Tutto il contrario del sistema legale in vigore in Italia, che prevede una lunghissima serie di adempimenti a carico degli operatori autorizzati e una serie di garanzie – normative e finanziarie – per tutelare giocatori e fisco. RED/Agipro

Sale giochi chiuse, “boom” del business illegale

In un anno di lockdown centinaia di agenzie sequestrate, oltre 200 denunce, 300 siti oscurati. Il lockdown ha dato una spinta formidabile alla proliferazione dell’attività illegale nel mondo dei giochi. Lo dimostrano le operazioni delle forze dell’ordine mirate a contrastare il fenomeno dell’illegalità proprio durante il periodo di chiusura forzata del gioco legale a causa della pandemia da Covid-19.

Secondo un’analisi compiuta da Agipronews prendendo in esame le indagini e i controlli condotti da Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri e Agenzia Dogane e Monopoli (Adm), emerge che da marzo scorso sono state oltre 200 le persone fermate o denunciate per il reato di raccolta illecita di giochi. Sono invece svariate centinaia le agenzie sequestrate che operavano senza la necessaria autorizzazione, almeno un centinaio le “bische” chiuse e oltre 2 mila gli apparecchi di intrattenimento illegali sequestrati. Inoltre la lista dei siti inibiti pubblicata dall’Agenzia Dogane e Monopoli ha superato quota 9 mila unità, oltre 300 in più rispetto al mese di marzo dell’anno scorso.

Nel corso degli ultimi dodici mesi, ricorda agipronews,sono anche state elevate sanzioni per una cifra superiore a 1,5 milioni di euro per attività non autorizzate. Un danno diretto e gravissimo anche per l’Erario, quindi, che ha registrato nel 2020 un calo di 4 miliardi delle entrate dalla chiusura dei canali retail.

Dati preoccupanti, che trovano conferma anche nelle parole di Marcello Minenna, direttore generale di Adm, che ha ammesso come “il lockdown ha portato a un aumento del gioco illegale a fronte di una riduzione del 20-25% di quello legale per la chiusura delle sale” e per il quale sono state irrogate “sanzioni per oltre un milione di euro”.

Una situazione che rischia di aggravarsi ulteriormente, ha sottolineato Federico Cafiero De Raho, Procuratore  Nazionale Antimafia: “Molteplici indagini hanno dimostrato quanto il gioco illegale sia un indotto gestito dalle mafie e dalla ‘ndrangheta” e come sia “necessario incrementare il gioco autorizzato per sottrarre risorse alla criminalità organizzata e monitorare in modo puntuale tutta la filiera”, ha detto.

Nel 2020, il settore legale dei giochi e delle scommesse ha fatturato 12,5 miliardi di euro, con un calo superiore al 30% rispetto all’anno precedente; un trend  che, con il perdurare delle restrizioni, è destinato a peggiorare ulteriormente anche nel 2021. Numeri in discesa, in particolare, per slot machine e Vlt, che hanno registrato un crollo del 54% rispetto al 2019. Anno in rosso anche per le scommesse (-36%), mentre lotterie e Bingo sono fermi a 4,4 miliardi di euro (-25%). RED/Agipro