La Liguria leader nella produzione nazionale di piante e fiori. Ombre sul post-covid

piante e fiori

È salito a 375 milioni di euro il valore della produzione di fiori e piante in Liguria, in crescita rispetto ai 340 del rilevamento precedente. Il dato è diffuso dal Salone internazionale del Verde, Myplant & Garden, che avrebbe dovuto svolgersi proprio in questi giorni (rinviato a febbraio 2022 causa pandemia) elaborando i dati più recenti (anno 2019) forniti dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

“Il comparto è strategico e fondamentale per l’economia ligure – affermano da Myplant -, che si concentra per il 95% tra le province di Imperia e Savona, e che ad oggi conta 3.200 aziende di fiori e piante ornamentali in provincia di Imperia e circa mille nella provincia di Savona.”

Il dato nazionale, anch’esso in crescita, registra un valore alla produzione di piante e fiori di 1.269 milioni di euro. Nel complesso, il comparto produttivo italiano orto-florovivaistico (fiori e piante, vivai, canne e vimini) è cresciuto del 5,8% rispetto al rilevamento precedente (2018), sfondando quota 2.716 milioni di euro.

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Altro dato positivo, il nuovo record dell’export italiano: “In quanto grande piazza internazionale degli affari del verde – affermano da Myplant – registriamo con soddisfazione che l’export, centrale per lo sviluppo del settore, ha ritoccato il record storico del 2018 (884 milioni di euro), raggiungendo quota 903 milioni di euro. I nostri prodotti sono apprezzati principalmente in Francia, Germania, Paesi Bassi, Svizzera e Regno Unito. Il trend positivo dell’export si traduce in un saldo attivo di 371 milioni di euro nella bilancia commerciale (306 nel 2018), coi riscontri più positivi per piante da esterno, talee e fronde fresche recise”.

Le ombre sul 2020-2021. I dati ministeriali fotografano il buon andamento delle produzioni italiane in tempi pre-covid: il mancato svolgimento di Myplant – e di altri eventi minori – nel 2020 e in questo 2021, e il blocco dei tradizionali canali di vendita italiani e comunitari nei mesi della primavera, nonché la sospensione delle cerimonie civili e religiose, hanno colpito duramente l’intero comparto, con accenti particolarmente negativi per i prodotti caratterizzati da una marcata stagionalità quali fiori recisi, piante vive e bulbi.

Il comparto dei fiori recisi – prodotti altamente deperibili che si basano su un ciclo naturale vegetale – è quello che ha maggiormente risentito della pandemia, mandando al macero circa il 60% delle produzioni. A livello Italia, il danno delle filiere afferenti è stato stimato in 1,7 miliardi.