“Prudenza, per non ritrovarsi tra due settimane di nuovo in fascia arancione” dichiarava il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti a inizio febbraio. Evidentemente l’auspicio non è bastato e da domenica la Liguria ritorna dunque in zona arancione come le regioni Abruzzo, Toscana e la Provincia Autonoma di Trento. “Sono circa 13 mila i bar, ristoranti, pizzerie, agriturismi e ittiturismi che chiuderanno nuovamente in Liguria, e che potranno contare solo sull’asporto e le consegne a domicilio, con perdite di fatturato considerevoli e un conseguente effetto a valanga sull’intera filiera agroalimentare in un fine settimana dove, complice San Valentino, si era registrato il sold out” lamenta Coldiretti Liguria.
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Secondo Coldiretti “nelle ultime settimane, nonostante la bassa stagione, ed un 2020 dove si sono registrati cali di fatturato del 70% per gli agriturismi, con picchi fono al 90%, si era già verificato un timido incremento delle presenze per la maggior parte locali, di visitatori e clienti presso le strutture alberghiere ed agrituristiche con attività di ospitalità e di ristorazione, e quindi con la somministrazione di pasti e bevande. Da domani invece è consentita la sola consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze dei locali”.
“Questa ulteriore stretta, per gli agriturismi liguri, – afferma il presidente di Terranostra Liguria Marcello Grenna – arriva, inaspettatamente, in un fine settimana di festa che aveva attirato numerosi ospiti per un soggiorno o un pranzo romantico nel segno del relax e della natura, facendo registrare un boom di prenotazioni. Le strutture erano quindi già organizzate, pronte ad accogliere clienti affezionati e nuove conoscenze che stanno dimostrando un’ empatica solidarietà con le attività locali. Inaccettabile che questa notizia arrivi un giorno prima del servizio andando a sconvolgere la programmazione delle prossime settimane, con evidenti problematiche anche in termini di scorte e sprechi. Le nostre imprese non si sono mai fermate per garantire sempre cibo di qualità a tuti i cittadini, ai quali ora chiediamo di continuare a sostenerci scegliendo, anche se da asporto o con consegna a domicilio, il pranzo di San Valentino realizzato dalle nostre strutture che erano già pronte con ottimi menu al tavolo”.
“I nostri imprenditori sono esasperati, e anche a questo giro pagheranno un conto salatissimo di perdite. – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato confederale Bruno Rivarossa – Siamo i primi a ritenere la salute dei cittadini la cosa più importante, ma continuare ad accanirsi su strutture che fanno tutto il possibile per garantire il distanziamento sociale, peraltro facilmente dimostrabile e seguono le norme alla lettera porta solo a perdite economiche considerevoli. E’ bene ricordare che gli agriturismi spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche e possono quindi essere un tassello molto importante per la ripartenza futura. Purtroppo, inoltre, gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. Le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione in un settore chiave del Made in Italy”.
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