Consiglio regionale: iniziato il dibattito sull’emergenza sanitaria in Liguria (1)

Il Palazzo di Regione Liguria in Piazza De Ferrari a Genova

Genova | Nel Consiglio di Regione Liguria stamattina è iniziato il dibattito sull’emergenza sanitaria in orso. Davide Natale (Pd-Articolo Uno) ha esordito: «I cittadini stanno aspettando cosa facciamo per andare incontro alle loro legittime paure» e ha auspicato che la seduta odierna si chiuda con decisioni comuni nell’interesse dei cittadini. Secondo il consigliere occorrono due piani di interventi: il primo è la cura delle malattie no covid. «Non possiamo mantenere quasi bloccate le visite ambulatoriali e di screening preventivo, dobbiamo pensare – ha detto – a strutture regionali dedicate a queste prestazioni».Natale ha aggiunto: «Un secondo problema è legato alla carenza di vaccini, si deve intervenire in tempi rapidi perché questa rischia di diventare un’emergenza sociale». Il consigliere, infine, ha rilevato la carenza di operatori sanitari e ha suggerito: «Occorre cambiare la politica sul reclutamento del personale per non far scappare le risorse umane che sono sul nostro territorio, dobbiamo dare alle asl liguri – ha specificato – indirizzi per allungare i tempi dei contratti».

Roberto Arboscello (Pd-Articolo Uno) ha assicurato il contributo costruttivo del gruppo per superare l’emergenza, ma ha avvertito il presidente Toti: «Dobbiamo prendere atto della criticità in cui stiamo vivendo, ma se ciò che non va bene lo imputiamo al Governo allora non va bene». Il consigliere ha invitato la giunta «a dare una visione realistica dei fatti e a iniziare a lavorare con azioni concrete». Arboscello ha aggiunto: «Oggi ci troviamo ad affrontare una serie di problemi come l’accentramento organizzativo su ALiSa, il trasferimento dei pazienti nelle rsa, il tracciamento è ormai saltato, i servizi territoriali sono sguarniti di personale, le problematiche degli uffici di igiene e la carenza di posti letto negli ospedali». Fra le altre criticità il consigliere ha accennato anche al sostegno della popolazione anziani e l’utilizzo dei medici di famiglia.

Fabio Tosi (moV5Stelle) ha dichiarato: «Oggi ci sono notizie sui giornali che mi hanno lasciato l’amaro in bocca e mi hanno stimolato delle domande che io, come altri, ci facciamo da tempo. La prima notizia riguarda i dieci giorni neri dei bollettini relativi alle vittime, i dati sono pesanti». Fra gli altri temi sollevati dal consigliere c’è la breve durata dei contratti degli operatori sanitari che, finito l’incarico, sono andati altrove, la carenza della prevenzione oncologica durante l’emergenza, i contagi elevati nelle residenze per anziani e la carenza di dosi di vaccino anti influenzale, nonostante le rassicurazioni di ALiSa. «Spero che ci sia un’apertura da parte della maggioranza e della giunta – ha concluso riferendosi agli ordini del giorno presentati dalla minoranza – sulle nostre proposte, che non sono né fuori luogo né tardive».

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Enrico Ioculano (Pd-Articolo Uno) ha esordito riferendosi alla situazione degli operatori sanitari: «Grava sul personale un contratto con una remunerazione minore dei nostri medici e professionisti, rispetto a quello che avviene nel vicino Piemonte. Inoltre i contratti a tempo determinato sono più corti e poco appetibili mentre le strutture non sono idonee alla medicina moderna. Tutte queste cose – ha aggiunto – danno uno spaccato della situazione». Il consigliere ha poi sollevato il tema delle attese per esami radiodiagnostici e visite specialistiche non legate al Covid. «Abbiamo perso un’occasione – ha aggiunto riferendosi alla situazione nelle scuole – perché non siamo stati ferrei nel fare tamponi e screening». Ioculano ha concluso con un appello a giunta e maggioranza: «Ci aspettiamo un cambio di passo fattivo sia nei contenuti che nell’atteggiamento».

Paolo Ugolini (moV5Stelle) ha dichiarato che le criticità del sistema sanitario ligure, emerse nella prima ondata del Covid 19, sono rimaste inalterate citando, fra le altre, «le carenze di organico che nella asl5 mi risulta siano al 30%. Stiamo vivendo – ha aggiunto – una serie di problematiche dovute alla positività al Covid del personale, alle malattie e assenze che generano anche problemi di competenza».. Secondo il consigliere occorre un’adeguata programmazione sanitaria che non trascuri la cura anche di altre patologie, oltre al Covid. Ugolini ha concluso: «Non è stato elaborato dalla giunta regionale un piano emergenziale che permettesse di affrontare questa emergenza».

Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha concentrato parte del suo intervento sull’allestimento dell’ospedale da campo di fronte al pronto soccorso dell’ospedale San Martino. «La struttura è accogliente e sicuramente i pazienti sono curati benissimo – ha detto – ma non si capisce perché le persone devono essere assistite in un ospedale da campo quando nello stesso ospedale ci sono altri 4 reparti vuoti». Il consigliere ha posto anche altre domande: «Perché a giugno non si è cercato di capire se erano necessarie assunzioni di personale, magari anche a piccoli lotti?». E ha aggiunto: «È possibile che in questa situazione, in cui il servizio territoriale è carente, non ci sia un progetto di revisione? L’abbandono del paziente a casa, infatti, non a casa non è una fantasia, la gente, a casa, non è stata curata». Pastorino ha concluso denunciando la carenza di letti in rianimazione: «Temo che un giorno avremo il problema di sapere quanti saranno non i morti di Covid ma di altre patologie».

Sergio Rossetti (Pd-Articolo Uno) si è rivolto al presidente Toti in qualità di assessore con delega alla sanità e lo ha invitato a chiarire alcuni aspetti della programmazione sanitaria, anche al di là dell’emergenza Covid. «In quest’aula – ha detto – non c’è mai stata la presentazione del programma dell’emergenza e auspicherei che prima o poi il presidente lo faccia perché il Consiglio ha il diritto/dovere di sapere qual è il processo di pianificazione in una situazione che non si sa ancora bene come gestire. Chiedo all’assessore Toti – ha aggiunto – di prendere in mano la sua funzione completa di assessore perché non c’è solo il Covid». Rossetti, in particolare, ha criticato la gestione di ALiSa in diversi campi, dal trasporto disabili all’assistenza alle fasce fragili. «Abbiamo la necessità oggi di capire – ha detto – come salvaguardare le cure no covid e di provare a tenere pulito un pezzo di qc ospedale genovese per questi malati».