Cgil, Cisl e Uil Liguria: “Comitato regionale per la prevenzione e la sicurezza, oggi nulla di fatto”

“Nel corso dell’incontro – riassumono le segreterie dei sindacati – abbiamo nuovamente chiesto l'applicazione di protocolli uniformi sulla sicurezza in tutte le aziende, fornitura dei DPI idonei a tutti i lavoratori e un'implementazione di indagini epidemiologiche e dei tamponi"

Bandiere sindacati

Genova | Si è riunito oggi presso la Regione il Comitato per la sicurezza in Sanità, alla presenza dell’assessore alla Sanità, Politiche sociali e Sicurezza, Sonia Viale. CGIL, CISL e UIL Liguria, insieme alle rispettive categorie della Funzione Pubblica e dei Medici, lo avevano richiesto un mese fa per vigilare sull’applicazione del Protocollo nazionale sulla sicurezza degli operatori della Sanità. 

“Nel corso dell’incontro – riassumono le segreterie dei sindacati – abbiamo nuovamente chiesto l’applicazione di protocolli uniformi sulla sicurezza in tutte le aziende, fornitura dei DPI idonei a tutti i lavoratori e un’implementazione di indagini epidemiologiche e dei tamponi. Ad oggi i dati certificano l’esecuzione di test a non più del 13% dei lavoratori e, poiché comunque più di un quinto dei testati risulta positivo al Covid, abbiamo chiesto di allargare l’indagine a tutti gli operatori sanitari e socio sanitari. La Regione si è impegnata a fornire in tempi brevi tutti i dati aggiornati e chiari”. 

Per garantire la sicurezza anche durante le “fasi” successive, proseguono Fulvia Veirana, Paola Bavoso e Alfonso Pittaluga (segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Liguria), “sarà necessario anche organizzare la rete sanitaria e socio sanitaria in modo da evitare un nuovo congestionamento degli ospedali; oltre ad una riorganizzazione chiara degli spazi Covid e no-Covid, il dato incontrovertibile è che occorrono nuove assunzioni. I lavoratori sono stremati e con le assunzioni fin qui effettuate non si arriva a coprire neppure il numero di coloro che si sono ammalati; in questo modo non si riesce neppure a garantire adeguati turni di riposo a chi da due mesi si trova in prima linea. Le carenze, già esistenti – e da noi denunciate – prima dell’emergenza Covid, si dimostrano ora nella loro più scottante realtà. Bisogna potenziare tutta la rete, anche quella domiciliare.  Oggi, a Genova, ci risultano mancare circa la metà delle GSAT che dovevano essere costituite”. 

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Un altro aspetto assai problematico, affermano i sindacalisti, “emerso oggi in tutta la sua verità, è quello relativo ai soldi dedicati a premiare i lavoratori. Il Governatore Toti ha annunciato pubblicamente di voler istituire un premio di 1.000 euro a testa; con un banale conteggio sugli operatori del SSR impegnati sul COVID si arriverebbe facilmente ad una cifra intorno ai 15-16 milioni di Euro. Ad oggi non ci sono sul tavolo i soldi per rispondere in maniera dignitosa al rischio cui i lavoratori sono stati esposti.    I 6.7 milioni di Euro attualmente a disposizione sono quelli fin qui stanziati dal Governo (anch’essi insufficienti, peraltro) e serviranno per integrare i Fondi Aziendali contrattuali. Ci auguriamo – concludono Veirana, Bavoso e Pittaluga – che si mantengano le promesse, in caso contrario non firmeremo alcun accordo al ribasso, che neghi la dignità dei sacrifici che queste persone stanno facendo”.