Coronavirus, programma “Non da soli” Save the Children: “raggiunte 20 mila persone, tra minori, famiglie vulnerabili e docenti”

In considerevole aumento le famiglie in difficoltà economica, che non riescono neanche a permettersi la spesa; ancora molti i bambini e adolescenti che restano fuori dalla scuola per la mancanza di strumentazione tecnologica

bambino disegna e colora

Genova / Roma | A due settimane dall’inizio del programma “Non da soli”, in risposta all’emergenza Coronavirus, Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, ha raggiunto già 20.000 persone tra bambini e adolescenti, famiglie vulnerabili e docenti, lavorando costantemente nel rispetto delle norme, attraverso tutti i suoi progetti e una rete di 41 associazioni partner sul territorio italiano

L’emergenza Coronavirus sta già avendo un impatto molto forte sulla vita dei bambini e degli adolescenti, con lo stravolgimento della loro vita quotidiana e, in molti casi, con la perdita dei loro affetti, ma avrà effetti drammatici anche nel lungo periodo. A rischio – sottolinea Save the Children, – sono soprattutto i minori più vulnerabili che vivono nei contesti più svantaggiati e di marginalità sociale, esposti alle conseguenze della crisi economica che colpisce le loro famiglie e all’aumento delle disuguaglianze educative dovute all’allontanamento dalla scuola.

“I nostri operatori lavorano quotidianamente con famiglie vulnerabili, in condizioni socio economiche difficili, ma in queste due settimane abbiamo riscontrato un aggravamento della situazione, con un incremento delle richieste di aiuto materiale da parte delle famiglie che si sono trovate ad affrontare la perdita di lavoro di uno o entrambi i genitori. Se tutto il Paese sta affrontando con difficoltà l’impatto dell’epidemia di Covid-19, la parte che già prima era più fragile e a rischio in questo momento si trova in condizioni drammatiche. Parliamo di famiglie con difficoltà economiche gravi, che impediscono loro di acquistare anche beni di prima necessità, come quelli alimentati, e che chiedono sempre più aiuti per poter sfamare i propri figli e pagare le utenze, perché, avendo perso un lavoro occasionale e precario, non hanno risparmi da poter utilizzare”, spiega Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. “Molte di queste famiglie hanno difficoltà a far accedere i figli alla didattica digitale perché non hanno una connessione a internet o magari hanno solo un telefonino dal quale sono costrette a far connettere uno o più figli per poter almeno rimanere al passo coi compiti”.

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La crisi economica provocata dal Covid-19 rischia di portare a un drammatico aumento del numero di minori in povertà assoluta, che in Italia sono già 1,2 milioni, una cifra più che triplicata in dieci anni dalla crisi del 2008 (passando dal 3,7% al 12,5% del 2018), è l’allarme dell’Organizzazione. Più di 1 famiglia su 4 si trova già in una condizione di insicurezza finanziaria e rischia di cadere in povertà se per tre mesi consecutivi dovesse rimanere senza una fonte di reddito. Un impatto economico al quale si aggiungono le conseguenze dal punto di vista educativo, in particolare sui bambini e sugli adolescenti dei contesti più svantaggiati i quali, con la chiusura delle scuole e le difficoltà di accedere alla didattica a distanza, rischiano di rimanere isolati, di fare passi indietro nell’apprendimento e di vedere aumentare il peso delle disuguaglianze educative.  

Ad essere colpiti da questa emergenza, ricorda ancora Save the Children, ci sono poi i minori stranieri non accompagnati, il cui percorso di inclusione rischia di essere bruscamente interrotto, così come i bambini la cui permanenza forzata in casa aumenta il pericolo di violenza domestica ai danni delle mamme. 

Senza dimenticare, naturalmente, i bambini e gli adolescenti direttamente colpiti dalla malattia, così come i loro genitori. In questi casi, di fondamentale importanza non solo l’aiuto materiale ma un sostegno psicologico per non essere da soli nell’affrontare le ansie e le paure. 

“Nessuno, in questa fase, può e deve essere lasciato indietro e per questo anche Save the Children è impegnata in prima linea, anche alla luce dell’esperienza maturata negli anni nella risposta alle emergenze sia in Italia che all’estero, per far sentire ai minori e alle famiglie che normalmente sono coinvolti nei nostri progetti tutta la nostra vicinanza e il nostro sostegno”, continua Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. “Il tempo, in questo momento, può diventare il peggiore nemico dei bambini. È dunque fondamentale agire subito perché le conseguenze di questa emergenza sui minori non si facciano ancora più gravi. Per questo abbiamo chiesto al Governo di creare un fondo speciale, a disposizione dei Comuni, per raggiungere i bambini più svantaggiati, gli invisibili. E allo stesso tempo, per quanto riguarda il sostegno alle scuole, chiediamo che siano immediatamente investiti i 70 milioni stanziati dal decreto Cura Italia per garantire il diritto allo studio a tutti i bambini e ragazzi disconessi”, semplificando e velocizzando gli iter amministrativi e considerando queste consegne tra quelle di prima necessità, ha concluso Raffaela Milano.

I PRIMI RISULTATI DEL PROGRAMMA “NON DA SOLI”:

Lotta alla povertà e sostegno materiale ai minori e alle famiglie. Per sostenere le famiglie con minori in condizioni di vulnerabilità economica e che a causa della crisi hanno subito un grave impoverimento, l’Organizzazione ha subito attivato la distribuzione di aiuti materiali e sostegno per le spese urgenti. In particolare, sono stati finora presi in carico 165 nuclei familiari ai quali vengono consegnati kit alimentari, anche in considerazione del fatto che tanti bambini non possono più contare sulla mensa scolastica che garantiva loro almeno un pasto proteico al giorno.
Allo stesso modo, attraverso i progetti Fiocchi in Ospedale e Per Mano, Save the Children sta accompagnando circa 380 neo e future mamme che stanno affrontando la delicata nascita di un figlio in condizioni di grande difficoltà e che vengono sostenute quotidianamente anche con l’acquisto e la distribuzione di beni per i neonati, come pannolini e omogeneizzati.

Il sostegno allo studio e alle scuole. Dal punto di vista educativo è in corso la distribuzione di 750 tablet e connessioni gratuite ai bambini e ai ragazzi delle famiglie più in difficoltà, per consentire loro di seguire le attività scolastiche a distanza e partecipare ad altre attività educative al di fuori dal contesto scuola. Dispositivi che vengono accompagnati da guide e tutorial rivolti alle famiglie per un uso sicuro e consapevole del web. 

Oltre ai tablet, l’Organizzazione sta anche distribuendo materiale didattico e di gioco educativo, come libri, materiale per il disegno e puzzle, per i bambini più piccoli, mentre proseguono, attraverso le piattaforme web e le nuove tecnologie, anche le numerose attività educative extrascolastiche dei centri territoriali di Save the Children in tutto il Paese, dai Punti Luce ai centri Fuoriclasse contro la dispersione scolastica sino agli Spazi Mamme. Sostegno allo studio, laboratori ludico-didattici, musica, arte e disegno sono solo alcune delle tante attività extrascolastiche con le quali bambini e adolescenti, assieme agli operatori dell’Organizzazione, continuano a cimentarsi, anche a distanza, per prevenire la perdita dell’apprendimento.

Attraverso la Rete Fuoriclasse in Movimento, che coinvolge 170 scuole in tutta Italia, e in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca, l’Organizzazione ha inoltre avviato un intenso percorso di sostegno alle scuole che prevede l’organizzazione di webinar e corsi online rivolti a docenti di scuole primarie e secondarie di primo grado per promuovere una didattica a distanza inclusiva e di qualità. E allo stesso modo, nell’ambito della campagna #LaScuolaAiutaLaScuola di TuttoScuola sono stati attivati dei veri e propri gemellaggi tra scuole per supportare quelle maggiormente in difficoltà nel campo della didattica digitale. 

Minori stranieri non accompagnati. L’emergenza Coronavirus rischia di avere un effetto pesante anche sul processo di integrazione avviato da tanti minori stranieri non accompagnati che si trovano nel nostro Paese. Per questo, attraverso i centri CivicoZero a Roma, Milano, Torino e Catania l’Organizzazione ha rafforzato, anche a distanza, tutte le attività di apprendimento dell’italiano, i laboratori artistico-musicali e i corsi di informatica. Kit di materiale educativo, inoltre, sono stati distribuiti in 45 comunità di accoglienza per minori soli, mentre prosegue il sostegno a coloro che vivono nelle situazioni di marginalità assoluta e che sono quindi esposti ai rischi di tratta e sfruttamento lavorativo.
Ed operano a pieno regime anche gli sportelli legali e la HelpLine dell’Organizzazione (800.141016) per garantire ai minori non accompagnati e agli operatori che comunicano con loro servizi di orientamento e consulenze legali gratuite in più lingue.

Violenza domestica.  Di fronte al rischio di aumenti dei casi di violenza domestica nei confronti delle donne e di conseguente violenza assistita per i bambini, dovute ai divieti di uscire dalla propria abitazione, l’Organizzazione ha definito delle linee guida diffuse agli operatori sul campo al fine di intercettare prontamente le situazioni di violenza e aiutare le donne nel percorso di segnalazione e fuoriuscita. In questo ambito è stato inoltre avviato un monitoraggio dei nuclei più vulnerabili anche attraverso il supporto di psicologi esperta in violenza domestica. 

Il protagonismo dei ragazzi e il supporto psico-sociale alle famiglie, Ragazzi e ragazze, in tutta Italia, impegnati in prima persona per promuovere il protagonismo attivo degli adolescenti nella gestione della crisi e per dire la loro su quello che sta accadendo nelle loro vite. È quello che dall’inizio dell’emergenza stanno facendo 400 ragazzi e ragazze del Movimento Giovani per Save the Children “Sottosopra” i quali, grazie anche alla piattaforma Change the Future e alla webradio UndeRadio, si rivolgono quotidianamente ai loro coetanei per riflettere sulle necessità di abbandonare le proprie abitudini e restare a casa. Messaggi ai quali si aggiunge un decalogo rivolto ai docenti nel quale gli studenti chiedono che nella realizzazione della didattica a distanza si tenga conto anche delle loro esigenze.
E per garantire un adeguato supporto psico-sociale ai genitori e alle famiglie in questa fase delicata, l’Organizzazione mette a disposizione utili consigli e indicazioni, con il supporto di psicologi ed esperti, su come affrontare le tematiche connesse all’emergenza con i bambini, come impiegare il tempo con i propri figli e come prevenire le situazioni di conflittualità, soprattutto quando si è di fronte a famiglie molto numerose.