Nuovo ponte, Toti: “Il modello Genova è lealtà tra istituzioni”

Particolare lavori nuovo ponte di Genova

Genova | “Sarebbe stato difficile immaginare una mattina migliore per assistere a questo spettacolo: mentre pensiamo a come risolvere i problemi del presente, vedere queste immagini ci fa già immaginare il futuro, e ci dicono che ce la possiamo fare e che ce la faremo”. Lo ha detto il presidente di Regione Giovanni Toti mentre la seconda campata da 100 metri del nuovo ponte è salita in quota. “Non c’è dubbio che questo nuovo ponte sarà sempre legato a quelle 43 persone morte in quel modo assurdo, un monumento eterno alla loro memoria, ma con la sua bellezza sarà senza dubbio portatore di un messaggio di speranza”, ha detto Toti.

Per quanto riguarda poi il modello Genova portato ad esempio a livello nazionale il presidente ha spiegato in cosa consiste:  “Il modello Genova è molto semplice e non so se si è capito fino in fondo: vuol dire collaborazione istituzionale, lealtà tra Istituzioni, obiettivi comuni davanti, capacità di scegliere e assumersi responsabilità, poteri per fare le cose; il modello Genova è dare agli 8.000 sindaci di questo paese e ai presidenti di regioni quei poteri che servono per prendere decisioni. Così abbiamo fatto per il ponte di Genova e i cittadini hanno capito, perché come Istituzioni, non ci siamo mai sentiti soli”.

Toti ha ricordato tutto quello che la Liguria ha vissuto in questi ultimi anni: A cominciare dal crollo del ponte, dalla terribile mareggiata che ha distrutto intere porzioni di territorio, fino al maltempo e al crollo dei viadotti autostradali. Su questo abbiamo messo a punto un modello semplice basato sul fatto che come amministrazione regionale abbiamo in mente un’idea di Liguria che viene perseguita da bravi sindaci che si impegnano  e ampi poteri per evitare che ogni decisione passi al vaglio di tanti azzeccagarbugli che la fermano”.

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“Per quanto riguarda il Coronavirus – ha aggiunto il Toti – ogni cittadino deve utilizzare il buon senso, e limitare gli spostamenti alle stretta necessità. La scelta di fondo è stata quella di non chiudere completamente il Paese per non incidere in modo così forte sull’economia, peraltro già in un momento di difficoltà, quindi sì, si può uscire, ma per le questioni di stretta necessità, come per fare la spesa o lavorare, ma è necessario evitare di spostarsi per cose superflue, come andare in palestra, prendere un aperitivo o fare una gita in Riviera. Dobbiamo evitare che il virus si espanda, è vero che la maggior parte dei malati guarisce, ma molte persone incontrano seri problemi. Per questo serve uno sforzo da parte di tutti, da parte nostra per riorganizzare la sanità, e vi assicuro, lo stiamo facendo con grande impegno, assieme ai medici e agli infermieri che stanno lavorando senza sosta, ma è necessario che i cittadini usino il buonsenso per ridurre il più possibile le occasioni di contagio”.