Liguria – parifica Corte dei Conti, M5S: “nel complesso, il giudizio sulla gestione delle finanze targata Toti è negativo”

Alice Salvatore

Savona / Genova. La Corte dei Conti ha parificato il rendiconto della Regione Liguria per il 2018 e dall’analisi secondo il presidente Giovanni Toti sarebbe “emersa una valutazione sostanzialmente positiva sui conti della Regione”. “Il giudizio di parifica a opera della sezione Controllo della Corte dei Conti è tutt’altro che positivo” contestano i consiglieri regionali del Gruppo Movimento Cinque Stelle Liguria, “anzi è duro e chiaro e solleva diverse criticità nel bilancio regionale, tra cui la gestione dei crediti e dei debiti, dove alcune voci ci dicono che la situazione economica regionale non è affatto chiara” e tralaltro “solo il 4,9% della spesa regionale è stata effettivamente destinata agli investimenti”. I consiglieri del M5S elencano le criticità evidenziate dalla Corte: “Intanto, sono state espresse perplessità sull’alto numero di partecipate in capo alla Regione, in particolare quelle controllate da Filse: a seguito dell’esame dei bilanci, per alcune sono emerse situazioni debitorie e soprattutto una non chiara operatività, per cui non si capisce quale sia il loro scopo e a che cosa servano”.

“Il giudizio dei revisori solleva anche la questione del forte debito (pari a 109 milioni di euro) contratto da Arte Genova a seguito dell’operazione di cartolarizzazione sui beni dell’Asl, avviata con la seconda Giunta Burlando: la dismissione degli immobili regionali della Sanità ha infatti fortemente indebitato Arte, che non è riuscita a vendere i beni e risalire dunque la china. Indebitata anche Carige, che ha erogato i mutui. La gestione Toti ha poi trascinato la problematica senza trovare soluzioni concrete”. “Negativo, come denunciamo da anni, anche il giudizio sul comparto sanitario, dove peraltro si registra una forte carenza di medici specializzati: la Corte dei Conti ha messo in evidenza i costi elevati causati dalle tante spine della Sanità ligure. Fra queste, la fuga di pazienti che, per curarsi, scelgono sempre più le strutture fuori Regione. Questa mobilità extraterritoriale è deleteria per la Sanità ligure: basti pensare che l’anno scorso, le fughe sono costate al sistema oltre 53 milioni di euro contro i circa 34 milioni di euro dell’anno precedente”.

Vedi Regione Liguria, la Corte dei Conti parifica rendiconto esercizio finanziario 2018

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“Non da meno è la spesa per alimentare A.Li.Sa, il cui costo passa da oltre 46 milioni di euro a quasi 107 milioni di euro e cui vengono imputati peraltro forti ritardi nell’acquisizione di beni, servizi e forniture; la tutt’altro che proficua gestione delle liste d’attesa, per cui siamo cronicamente all’anno zero rispetto ad altre regioni italiane, dove basta collegarsi dal Pc di casa per ricevere in modo corretto e puntuale le necessarie informazioni; e la distribuzione di farmaci per conto terzi su cui da tempo indaga la procura contabile. La spesa farmaceutica, comparto nel quale i costi extra causati dall’erogazione non diretta dei farmaci ospedalieri, impongono peraltro flessioni sulla corretta somministrazione delle medicine: a questo proposito, ricordiamo le nostre perplessità, purtroppo cadute nel vuoto, sull’erogazione di farmaci Pht”.

“Per quanto riguarda il capitolo trasporto pubblico, certamente pesa l’emergenza del post Morandi, che però è stata compensata, grazie al Decreto Genova, dal trasferimento di fondi statali. Permane tuttavia ancora il problema dell’ammodernamento dei mezzi, cui questa Giunta non ha saputo dare risposte: l’immissione in servizio di nuovi autobus a inizio 2019 infatti è stata pari a solo il 27,27% del totale previsto a causa di lentezze nel portare a termine le procedure di gara. Rilevato anche un ‘abuso’ nell’affidamento diretto del trasporto pubblico su gomma e conseguente ritardo nelle procedure di affidamento del servizio”. “Grave anche il non aver saputo o voluto mettere mano all’annosa questione delle concessioni balneari e della direttiva Bolkenstein: da anni infatti Regione produce leggi incostituzionali. La Magistratura contabile ha dunque rilevato ‘una permeabilità sistematica a interessi di parte’, cioè quelli dei balneari, ‘che risultano incompatibili con le previsioni costituzionali e con i vincoli derivanti dall’appartenenza del Paese all’Ue’. Preoccupante, in merito, l’annuncio di possibili indagini della Procura per danno erariale”, concludono i consiglieri del M5S.