Turismo, Berrino: “reddito di cittadinanza riduce l’offerta di lavoratori stagionali”

Savona/ Genova. “È più facile per chi è disoccupato richiedere il reddito di cittadinanza e stare a casa anziché lavorare per alcuni mesi e perdere il ‘diritto’ al reddito”. Lo afferma l’assessore regionale al Turismo Gianni Berrino in riferimento agli articoli di stampa pubblicati in questi giorni nei quali viene evidenziata la difficoltà degli operatori turistici nel reperire lavoratori per la stagione estiva. Nonostante il momento di crisi occupazionale, infatti, è diventato praticamente impossibile in Italia trovare personale disposto a fare la stagione in hotel, bar, ristoranti e stabilimenti balneari. “Questo corto circuito – prosegue Berrino – è estremamente pericoloso anche perché mette in difficoltà un settore trainante nell’economia nazionale e della Liguria in particolare. Non serve il reddito di cittadinanza ma politiche tese a dare maggior dignità al lavoro e possibilità alle imprese di allungare i contratti e di stare aperte più a lungo”.

“Il Governo nazionale dovrebbe prendere spunto proprio dalla Liguria che da un anno e mezzo ha operativo il ‘Patto per il Turismo’ che nella prima versione terminata a maggio ha portato oltre mille contratti della durata minima di 8 mesi (la media dei contratti era 6) nel settore alberghiero e balneare. “Inoltre, i 3 milioni di euro stanziati per bonus occupazionali di 3 mila euro per i contratti di 8 mesi e 6 mila euro per nuovi contratti a tempo indeterminato sono stati interamente impiegati – sottolinea l’assessore – Questo lusinghiero risultato ci ha portato a riproporre il patto, aumentare a 3,8 milioni di euro la cifra stanziata, aggiungere i pubblici esercizi (bar e ristoranti) che negli ultimi due esercizi erano aperti 6 mesi e che decidono di prolungare a 8 mesi i contratti di lavoro e l’apertura. Inoltre abbiamo aggiunto un bonus di 4 mila euro per i contratti di 9 mesi, sempre per spronare a tener aperto più a lungo e dare maggior stabilità ai dipendenti”. “Il turismo ha bisogno di investire in professionalità anche grazie a sostegni all’occupazione: le politiche assistenziali non servono a nulla e sono solo dannose”, conclude Berrino.