Kronostagione, divertimento e critica con Frigoproduzioni

di Alfredo Sgarlato – Albenga. Nuovo appuntamento per la Kronostagione allo Spazio Bruno, con un’altra compagnia composta da giovani, Frigoproduzioni, di cui avevamo visto tempo fa “Socialmente”, uno spettacolo acerbo ma scritto e interpretato con passione. Il nuovo lavoro, “Tropicana”, di e con Francesco Alberici, Claudia Marsicano, Salvatore Aronica e Daniele Turconi, parte da uno spunto molto interessante: tutti ricordiamo Tropicana, unico successo del Gruppo Italiano, band di rampolli della Milano bene (poi da bere), ma chi ha mai ascoltato veramente il testo, che parla di un cataclisma?


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Lo spazio è totalmente ricoperto di teli verdi, pochi oggetti sul palco. Appaiono quattro ragazzi, sono un gruppo alla ricerca del successo, ma anche sé stessi, una compagnia che riflette, anche parlando direttamente al pubblico, sui meccanismi del successo e della scrittura. La morale è impietosa: non devi essere bravo, devi funzionare, devi bucare il video, o il mercato ti espellerà. Da una canzonetta estiva parte una riflessione intelligente su come la creatività viene castrata, come funzionano gli equilibri in un gruppo, come il pubblico recepisce i messaggi (ed è ampiamente manipolabile, specie quando la forma nasconde il contenuto).

I quattro interpreti sono davvero bravi, espressivi anche quando tacciono, Claudia Marsicano è anche ottima cantante, e lo spettacolo diverte: i contenuti sono seri ma trattati con leggerezza, e la piece, sebbene un poco più lunga di quelle che vediamo di solito nella Kronostagione, sembra durare persino meno. L’equilibrio tra i passaggi narrativi e la chimica tra gli attori, che entrano ed escono dai personaggi, funzionano molto bene, Frigoproduzioni è una compagnia che ha notevoli possibilità e ha di fronte un luminoso futuro.

Un’ultima considerazione, da critico. La vicenda si svolge nel 1983, quando gli attori non erano ancora nati, e chi scrive aveva i fatidici vent’anni. Sul finire degli anni ’70 era cominciata la moda dei revival, basata su un distacco di due decenni. Di revival degli anni ’80 si inizia a parlare già a metà ’90, per poi esplodere nel nuovo millennio. Da allora sul revival 80 sono basati sempre più film, serie tv, romanzi, etc, e la moda sembra non passare mai. “Non si esce vivi dagli anni ’80”, cantavano gli Aftehours, a proposito di quel decennio da molti odiato e da molti rimpianto, ma su cui il dibattito critico (come sui ’70) è ben lungi da venire. Che l’ “eterno ritorno” di cui parlava Nietzsche sia in realtà l’eterno revival degli anni ’80? Prossimo appuntamento il 30 marzo, “Parole imbrogliate”, con Massimiliano Civica.