Imprese, l’incertezza sul futuro è il primo ostacolo agli investimenti

Savona / Genova. Per più di 8 imprese su 10 (85%) in Italia l’incertezza sul futuro è il primo ostacolo agli investimenti mentre al secondo posto c’è la regolamentazione del mercato del lavoro. È quanto emerge da un’analisi di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, sulla base del Report 2018/2019 della Banca europea degli investimenti (Bei) in relazione agli ultimi dati Istat che a febbraio rilevano una flessione dell’indice di fiducia dell’indice composito delle imprese da 99,1 a 98,3 ai minimi da quattro anni, partire da febbraio 2015.

Il calo della fiducia delle aziende – rileva Uecoop – è iniziato a luglio dello scorso anno e non si è ancora arrestato legandosi alla generale frenata dell’economia italiana che da fine 2018 si sta trascinando anche nel 2019 con conseguenze sugli investimenti delle aziende. L’Italia – sottolinea Uecoop su dati Bei – è fra i primi cinque Paesi europei, insieme a Lettonia, Grecia, Cipro e Portogallo dove le incognite sul futuro frenano di più l’impiego di nuove risorse. Fra gli altri problemi del fare impresa nel Belpaese ci sono: le leggi sul lavoro (76%), tasse e norme amministrative e commerciali (68%) e i costi dell’energia (66%) e la presenza di personale qualificato (66%). Rilevazioni che si accompagnano – evidenzia Uecoop – al calo della fiducia delle imprese con il Pil che nell’ultimo trimestre del 2018 ha registrato una contrazione dello 0,2% facendo entrare ufficialmente il Paese in recessione tecnica.

L’incertezza crescente per l’economia – sottolinea Uecoop – si è fatto sentire anche sul numero delle imprese cooperative diminuite dell’1,1% scendendo in un anno da oltre 81mila a 80.187 realtà. La situazione sta pesando sulla tradizionale capacità delle cooperative di creare posti di lavoro – spiega Uecoop – nonostante oltre 1,2 milioni di addetti in quasi ogni settore produttivo, dalla logistica alla gestione dei rifiuti, dall’agricoltura all’abbigliamento, dall’informatica all’edilizia, dai trasporti alla vigilanza. Il rallentamento dell’economia italiana – sottolinea Uecoop – si ripercuote infatti sui programmi di investimento delle aziende: dalle produzioni alla forza lavoro. Un ulteriore freno è rappresentato dalla burocrazia che – evidenzia Uecoop – costa 6 settimane di lavoro ogni anno, con un carico fiscale che è di quasi il 12% superiore alla media Ocse, insieme a una bolletta energetica – conclude Uecoop – fra le più care d’Europa con i prezzi della benzina cresciuti del 75,9% negli ultimi venti anni o quelli del diesel che nello stesso periodo sono aumentati del 47,7%.

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