Alternanza scuola-lavoro, formazione ancora disallineata dal mondo del lavoro

Ancora pochi giovani sono ospitati dalle imprese liguri in alternanza scuola-lavoro. Gli ultimi dati Unioncamere-Anpal, relativi al 2017, elaborati dall’Ufficio studi Confartigianato, mostrano in Liguria una disponibilità del 10,2%, valore che posiziona la nostra regione al di sotto della media nazionale (11,9%), al tredicesimo posto in classifica. Tra le regioni più “dinamiche”, il Veneto (17,3%), Trentino Alto Adige (17,1%) e Friuli-Venezia Giulia (16,4%). Ancora meno propense della Liguria sono la Campania, all’ultimo posto con un 5,4%, Sicilia e Lazio (rispettivamente 7,5% e 8,1%).

Un’occhiata alle province: Savona spicca per una propensione particolarmente alta delle proprie imprese rispetto al resto della regione: con il 12,3% si colloca tra le 52 province oltre la media italiana (al 49esimo posto). Segue poi Imperia, con una propensione del 10%. Infine, La Spezia e Genova, rispettivamente con un 9,8% e 9,6%.

«C’è la necessità che l’alternanza scuola-lavoro venga adeguatamente valorizzata all’interno dell’offerta formativa nel “sistema scolastico” – commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – con aggiustamenti che le consentano di calarsi nella realtà del tessuto imprenditoriale ligure, costituito da microimprese con pochissimi o senza dipendenti, che devono fare uno sforzo organizzativo ed economico importante per ospitare gli studenti: è quindi fondamentale pensare a incentivi strutturali, come hanno fatto le Camere di commercio in Liguria».

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Considerando che in Italia il tasso di disoccupazione giovanile si mantiene su livelli elevati anche nel 2017, attestandosi al 34,3% (dato Banca d’Italia), nel nostro Paese solo il 4,2% dei giovani under 30 è in formazione e contemporaneamente lavora, quota nettamente inferiore rispetto al 14,7% rilevato nell’Unione europea. Inoltre, nel 2017 l’Italia è quarta in Ue per tasso di abbandono prematuro dei percorsi di istruzione, pari al 14% (16,4% per gli uomini e 11,4% per le donne) a fronte di una media europea del 10,6%.