La rete siamo noi è il tema dell’ottava edizione di Slow Fish, ospitata al Porto Antico di Genova dal 18 al 21 maggio 2017. L’evento internazionale, dedicato al pesce e alle risorse del mare e organizzato dall’associazione Slow Food Italia e dalla Regione Liguria, ha consolidato a partire dal 2004 un insieme di conoscenze, scambi e relazioni tra centinaia di “nodi” per i quali Genova è ormai un punto di riferimento imprescindibile.
Tocca al presidente internazionale di Slow Food, Carlo Petrini, ricordare il senso dell’alleanza tra pescatori, artigiani, cuochi e protagonisti della filiera ittica, in nome di un approccio buono, pulito e giusto alla produzione e al consumo: «Quando si realizzò il primo Slow Fish, la rete di Slow Food era presente in una quarantina di Paesi. Oggi, anche grazie a questo appuntamento, la rete tocca 170 Paesi in ogni parte del mondo, comprese le più svantaggiate».
Compagna di viaggio in questa ambiziosa avventura è da sempre la Regione Liguria, co-organizzatrice dell’evento. Il presidente Giovanni Toti si dice convinto che attraverso il sostegno a questa grande manifestazione «la Regione si conferma un grande motore non solo creativo, ma anche organizzativo e di finanziamento di tutto quello che ruota nella vita della Liguria. Genova nei prossimi mesi vivrà momenti importanti, e certamente Slow Fish è uno di questi».
La città di Genova, sede dell’evento fin dalla prima edizione, rimane il caposaldo della politica di Slow Food sui mari. Un ruolo conquistato non soltanto in forza della sua tradizione, ma dell’apertura culturale che l’ha accompagnata nella storia: «Da Genova si è guardato per la prima volta al Nuovo Mondo – continua Petrini – e tutto il mondo è passato da Genova. Da questo porto sono salpati in cerca di un futuro migliore molti dei 60 milioni di italiani emigrati all’estero, come Mario Bergoglio, il padre di papa Francesco».
Difendere l’economia locale non equivale dunque a rifugiarsi nel localismo. Di qui l’appello a un territorio che comunica col mondo piuttosto che rinchiudersi in se stesso, unito a quello che Petrini considera il patrimonio più prezioso di Slow Fish: l’educazione. A questo proposito, dice il fondatore di Slow Food, «vorrei che si facesse ogni sforzo perché tutte le scuole della Liguria possano visitare la manifestazione. Senza alleanza con le nuove generazioni non c’è storia né per il mare né per le comunità dei pescatori».
Anche l’aspetto educativo e ludico contribuisce a differenziare l’approccio della manifestazione da quello di una qualsiasi fiera di settore. Per il presidente di Slow Food Italia, Gaetano Pascale, questo approccio votato alla sensibilizzazione può essere condiviso con tutti gli operatori della filiera, così come con l’intera cittadinanza.
La chiave di volta, spiega, è l’accessibilità: «La rete di Slow Fish è fatta di produttori e non solo. È una rete che è divenuta ancor più fitta negli anni e ha trovato il sostegno della rete associativa, dei tanti volontari che lavorano per rendere l’appuntamento, così come gli altri eventi di Slow Food, sempre più fruibile da tutti, sia perché a ingresso libero sia in termini di comprensione e condivisione dei contenuti scientifici».
Silvio Greco, presidente del Comitato Scientifico di Slow Food, si incarica di offrire una rassegna dei temi più rilevanti della manifestazione. A partire dalla strategia marina europea che è attualmente in corso di definizione: «Slow Fish si colloca quindi come un momento essenziale per discutere lo scenario del Mediterraneo e le politiche di gestione insieme agli operatori e a tutta la comunità scientifica».
Non è certo un buon periodo per i pescatori, osserva Greco, tracciando il quadro di una filiera dove i ritardi istituzionali si sommano al deterioramento del patrimonio ittico: «Parleremo anche di questo, ovviamente soffermandoci sullo stato delle risorse. Sappiamo che nella pesca è sempre più difficile sbarcare il lunario, quindi si tratta di capire come sia possibile, attraverso la trasformazione del prodotto e il recupero delle specie dimenticate, offrire un valore aggiunto alla marineria».
«Slow Fish è un evento molto importante per Genova e la Liguria tutta» ribadisce Stefano Mai, assessore regionale alla Pesca e all’Agricoltura, sottolineando come sia necessario dare risalto ai pescatori in un momento di difficoltà per le imprese legate al mondo della pesca, e alla luce di diversi provvedimenti in discussione: «Lo faremo – prosegue l’assessore – lasciando loro molti spazi nell’ambito del nostro stand».
Mai si sofferma sulla rilevanza di Slow Fish non solo nell’attività economica, ma anche in quella turistica: «Perché la pesca è anche quello, se si pensa a ittiturismo o pescaturismo. Attraverso Slow Fish abbiamo cercato di mettere in gioco molti comparti legati all’artigianato e all’enogastronomia, cercando di coinvolgere anche le città. Presente all’interno del nostro spazio anche la Commissione Politiche Agricole, che si riunirà qui per discutere temi legati al mondo della pesca». A tale riguardo, conclude l’assessore, «vorremmo sottoscrivere, insieme ad altre Regioni e al Ministero, un protocollo che stabilisca un modus operandi per eliminare tutti i problemi che stanno determinando la sparizione delle aziende ittiche».
La volontà di valorizzare connubio tra la pesca e le altre attività produttive risalta ugualmente nelle parole dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Edoardo Rixi: «Abbiamo deciso di finanziare questo evento inserendo anche il marchio “Artigiani in Liguria”, dando risalto alle eccellenze dei nostri artigiani. Contestualmente, per coinvolgere maggiormente gli artigiani del centro storico, abbiamo deciso di creare eventi collaterali intorno a Slow Fish e consentire percorsi guidati per capire come vengono fatte le produzioni tradizionali e qual è il legame che esiste tra un porto e una città come Genova, che rappresenta un riferimento a livello internazionale, sia per l’ittico che per la portualità e la vita artigiana, vista la sua importanza per le capacità del fare e per le possibilità di tradurre in elementi concreti e produrre prodotti che vivano insieme al mare e con l’entroterra».
Tante sono le novità di questa ottava edizione, dai Percorsi Slow: Che pesci prendere, pensati per le scolaresche e il pubblico in visita ai Master of Food dedicati al binomio cibo-salute e ancora i Fish-à-porter nel Mercato, nei quali cuochi e pescatori preparano piatti semplici e gustosi spiegandone la storia, gli ingredienti, le particolarità.
Ma non finiscono qui le novità di Slow Fish 2017, che si affiancano agli appuntamenti ormai immancabili per gli habitué della manifestazione genovese: oltre all’Enoteca, Piazza delle Feste ospita la Mixology, con i migliori bartender genovesi, le creazioni di Pizza n’ Fish e le proposte del Punto Gamberi, solo per citarne alcune. Siete curiosi di sapere il resto? Il programma è on line su www.slowfood.it.
Slow Fish è possibile grazie al supporto di un’altra rete, quella formata dalle numerose realtà che credono nel progetto.