di Alfredo Sgarlato – Solo una serata per l’Albenga Jazz Festival 2016, ma per fortuna l’associazione “Le Rapalline in Jazz”, che ha organizzato l’evento, ha potuto mantenere alto il livello della manifestazione. Sul palco Sandy Patton, cantante, che dopo aver affiancato i nomi più belli del jazz classico, da Dizzie Gillespie, che citerà facendo scat, a Lionel Hampton, da molti anni vive in Europa dove insegna canto, spalleggiata da un quartetto di validi musicisti locali: Leo Lagorio ai sax, Maurizio Lavarello al piano, Giovanni Piccardo alla batteria e Alberto Miccichè al basso elettrico.
Già dalla prima canzone, “The song is you”, di Jerome Kern, il gruppo mostra uno swing notevole, confermato in altri classici come “Night in Tunisia”, “I got rythm” o “Take the A train”. Sandy Patton è abilissima nell’improvvisazione vocale, sia nelle variazioni sul tema, che nel tipico canto scat senza parole. Appare anche molto simpatica, e quando si cimenta in alcuni passi di tip tap il pubblico, già molto caldo, si scatena nell’applauso.
Leo Lagorio, che conoscevo soprattutto come leader dei Jazz Ambassador, come solista si conferma strumentista maturo, ed esegue alcuni solo davvero gustosi nel fraseggio, come in “Invitation”, un tema più di atmosfera, e duetta ottimamente con la cantante. Maurizio Lavarello ha un bel fraseggio ritmato, con frasi brevi, molto sincopate. Sandy esegue anche un brano accompagnata solo dai due ritmi, “Tricotism”, di Oscar Pettiford, in cui Miccichè fa un bel solo molto fluido, e un altro omaggio a Duke Ellington accompagnata dal solo Piccardo, batterista elegante e misurato, mentre un’intensa “Over the rainbow” è per soli voce e piano. Viaggiamo anche in Brasile con uno dei brani meno noti di Anton Carlos Jobim,”Wave”. La cantante lascia il proscenio a suoi musicisti per un brano strumentale di Leo Lagorio, “Ellisse”.
Fin dai primi a solo il pubblico ha adottato con entusiasmo il gruppo, gratificandolo continuamente con scroscianti applausi. E Sandy Patton e i suoi accompagnatori li hanno meritati, regalandoci un concerto ritmato ed emozionante, senza mai freddezza o tecnicismi. Alla fine il pubblico sciama verso i bar nelle piazze, felice di aver assistito a una bella serata di musica e speranzoso di vederne molte altre l’estate prossima.
*Foto di Giovanna Cirotto e Pupi Bracali