Polemiche Andora, Demichelis: “il vice sindaco Paolo Rossi resta al suo posto”

Andora. È ancora polemica ad Andora tra la minoranza e la giunta, con il sindaco Mauro Demichelis che interviene direttamente per respingere le critiche di inadeguatezza che gli sono piombate addosso insieme alle richieste di “siluramento” di componenti della sua amministrazione.  “Il vice sindaco di Andora Paolo Rossi rimane al suo posto”, replica il sindaco: “Le accuse di Viviandora sono l’ennesima meschina polemica finalizzata a screditare il buon operato di questa amministrazione, anche in quei dieci giorni di lavoro in cui il Vice Sindaco è letteralmente sceso nelle fogne, insieme al consigliere Marco Giordano, per verificare le problematiche e gli interventi realizzati da Rivieracqua. Abbiamo visto con i nostri occhi che bella fognatura Viviandora ha lasciato in eredità agli Andoresi. I cittadini sappiano che chi ci accusa ha favorito tanto cemento in superficie e pochi sottoservizi, se non qualche infelice manutenzione preelettorale. Ne è un esempio la sistemazione della centrale Chiappone, svolta in piena stagione turistica, e costata ai cittadini centinaia di migliaia di euro in maggiori consumi di acqua. Oppure la storia della pavimentazione di Via Clavesana, che da un investimento iniziale di circa 400.000 euro, è costata oltre 1 milione di euro di soldi pubblici, con gravi e ripetuti disagi negli anni per le attività commerciali, e che noi abbiamo dovuto rifare. La situazione della rete fognaria, non è stata una sorpresa perché il Vice Sindaco Paolo Rossi fin dall’inizio del mandato ha monitorato le problematiche della rete dell’acquedotto e della fognatura intensificando le sorbonature e finanziando manutenzioni”.

Prosegue Demichelis in merito al presunto silenzio sulle cause dello sversamento.

“Lo scandalo sarebbe che per dieci giorni non abbiamo fatto un comunicato stampa mentre lavoravamo per ridare un mare pulito al territorio? Dieci giorni sono nulla in confronto ai 20 anni di silenzioso muro contro muro realizzato fra il Palazzo ed i cittadini per i quali stiamo costruendo oggi un Comune più trasparente e moderno. Non tema Viviandora, nel prossimo Consiglio Comunale faremo nomi e cognomi. In quell’occasione i cittadini conosceranno i fatti per come sono avvenuti ed i responsabili appurati da una rigorosa indagine che, per esser tale, non segue i tempi dei post su Facebook o le esigenze di protagonismo della minoranza”.

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Il sindaco di Andora contesta una ad una le affermazioni di Viviandora.

“Il bilancio è solido ed affidato alla gestione di personale competente che godeva della fiducia anche della precedente amministrazione. In merito alla riorganizzazione della pianta organica, Viviandora dimostra, ancora una volta, tutta l’arroganza che ha caratterizzato il suo modo di far politica mettendo in discussione pubblicamente persino le libere scelte di un dipendente di aspirare ad una nuova carriera o di spendere l’esperienza maturata in questo ente presso altri enti o in aziende pubbliche . E ora veniamo al punto. Qui si sta facendo una patetica pantomima in cui, di volta in volta, si copiano ed incollano i nomi delle Signore Castiglia e Pelassa su testi scritti da altri. Il signor Franco Floris non usi presidenti e Consiglieri Comunali per lanciare i propri messaggi. Se vuole nuovamente candidarsi a Sindaco, dopo aver mandato a picco i conti di Area 24, si palesi affinché i cittadini si ricordino di come era ingessata Andora nel corso del suo mandato: un Comune con i conti in ordine a fronte di una comunità abbandonata alla crisi economica, nell’indifferenza di amministratori pubblici che non facevano alcun investimento sul turismo né sulla promozione del territorio. Ex amministratori che non perdono occasione oggi per criticare ogni iniziativa, semplicemente perché non credono che gli enti pubblici debbano essere al fianco degli operatori economici, turistici ed ai privati cittadini. La verità è che il meccanismo virtuoso tanto esaltato non era che una macchina burocratica che ha prodotto inutile carta ed anni di pratiche arretrate: un Piano Regolatore che non ha affrontato il problema Ariston, un progetto sul porto la cui gara di realizzazione è andata deserta perché economicamente irrealizzabile. Per non parlare di Stampino o di Castello. Tanta bella carta. Tanta bella burocrazia e una lunga fila di gente in attesa di ricevere, per grazia ricevuta, ciò che in un paese civile è semplicemente un diritto”.