“Partecipazione”: prima conferenza organizzativa della Fist

Partecipazione è la parola d’ordine lanciata dalla prima conferenza organizzativa della Fist, la federazione dei sindacati del terziario, nata dalla sinergia delle federazioni cisline Fisascat e Felsa, in assise ieri a Roma allo Sheraton Rome Hotel. Un obiettivo da perseguire attraverso un modello contrattuale al quale affidare anche il compito di realizzare nuove e più moderne forme di welfare integrativo, come ha spiegato il segretario generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri nel corso del suo intervento introduttivo.

«La contrattazione e la bilateralità di settore da essa generata rivestono un ruolo chiave nella realizzazione di un welfare moderno, proiettato alla creazione del terzo pilastro del long term care e orientato a creare nuovi sistemi di partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alle strategie aziendali ed agli utili di impresa» ha dichiarato Raineri.

Di partecipazione si parla molto anche in Francia dove questa pratica è stata introdotta sin dal 1955, un solido impianto legislativo affinato poi negli anni successivi per permettere una reale partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa. Ad illustrare l’applicazione del sistema di partecipazione esistente in Francia è intervenuto alla kermesse della Fist Cisl Jean Philippe Liard, responsabile delle politiche sulla partecipazione della Cfdt, la confederazione sindacale francese. «Il nostro modello – ha spiegato il sindacalista francese – prevede che parte degli utili aziendali per le aziende con più di 50 dipendenti vengano ridistribuiti ai dipendenti che hanno due possibilità: incassarli o investirli nei fondi». «Nelle aziende a forte presenza sindacale – ha sottolineato – i fondi sono oggetto di trattativa, in quelle non sindacalizzate la proposta arriva dall’azienda, è comunque possibile la contrattazione per tutti i dipendenti, a prescindere dalla dimensione aziendale tramite l’azione sindacale».
Per la Fist, che considera prioritaria la riforma del modello contrattuale, anche in Italia sarà necessario sviluppare il tema della partecipazione a tutti i livelli politici ed istituzionale.

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A questo proposito la federazione italiana dei sindacati del terziario ha riproposto il modello erga omnes per dare modo alla contrattazione di creare strumenti universalmente validi da una parte, ma flessibili dall’altra; allo stesso modo i due livelli di contrattazione nazionale e decentrato, dovranno garantire da un lato il recupero del potere di acquisto dei salari ma dallíaltro dovranno essere in grado di contrattare, sul territorio e in azienda, le varie tipologie di flessibilità organizzativa del lavoro.

E di contrattazione ha parlato il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan che ha i chiuso i lavori della conferenza organizzativa Fist Cisl. «La centralità della contrattazione nazionale e la necessità di puntare sulla detassazione del salario di produttività sul secondo livello – ha dichiarato la Furlan – restano una priorità per un sindacato come la Cisl che al centro della sua azione mette il lavoro e la capacità di realizzare una rappresentanza inclusiva».
Un’opinione fortemente condivisa dalla Fist che punta a dare risposte anche alla folta platea di precari presenti nei diversi comparti del terziario, prevalentemente giovani, donne ed immigrati.
Grande attenzione infine al sistema dei servizi Cisl, che sempre più dovrà integrare la sua attività con quella strettamente vertenziale della categoria per le lavoratrici ed i lavoratori del terziario, settore in continua evoluzione nell’economia italiana e nel mondo.