Liguria: No alla chiusura degli uffici postali periferici

Durante il Consiglio regionale fiume che ieri è andato avanti a poste italiane ufficio postaleoltranza fino a sera, sono state approvate all’unanimità dal Consiglio regionale due mozioni contro la chiusura degli uffici postali. La prima è stata presentata da Alessandro Puggioni (Lega Nord Liguria-Salvini) e la seconda da Juri Michelucci (Pd) ed era sottoscritta anche dagli altri componenti del suo gruppo, Raffaella Paita Sergio Rossetti, Giovanni Barbagallo, Luca Garibaldi, Valter Giuseppe Ferrando, Giovanni Lunardon, Luigi De Vincenzi.

La prima mozione critica il piano di ridimensionamento degli uffici postali che danneggerebbe in particolare le aree scarsamente abitate. Tutto ciò – si chiarisce nel documento – a seguito della trasformazione di Poste italiane in Spa con la conseguente logica di adozione di logiche aziendali privatistiche. In particolare, secondo una nota di Cisl Liguria citata nella mozione, nel Piano industriale di Poste italiane si prevede la chiusura a Genova e provincia degli sportelli di Canepa, Bertigaro, Cavi di Lavagna, Ruta di Camogli, Roccatagliata, San Lorenzo della Costa, Bargone, Giovi, Sant’Ilario e, in centro città, dell’ufficio di via XII Ottobre e quello di via Gramsci; nel territorio savonese gli uffici sarebbe prevista la chiusura degli uffici di Finale Ligure 1, Ellera, Casanova di Varazze e dell’ufficio di Corso Ricci in città; a Imperia-Saremo chiusura in vista per l’ufficio postale di Borghetto San Nicolò e Montemarcello, mentre a La Spezia gli uffici di Scurtabò, San Venerio e Fezzano. Puggioni rimarca che una vasta fetta del territorio ligure verrà penalizzata, con gravi ricadute occupazionali. La mozione impegna quindi la giunta a istituire una cabina di regia tra Poste, Regione, Province e Comuni al fine di individuare una soluzione alternativa al nuovo piano di razionalizzazione di Poste Italiane, in grado di coniugare le esigenze di equilibrio economico con la tutela del cittadino e occupazionale.

La seconda mozione critica la chiusura o la riduzione di orario di numerosi uffici postali sul territorio ligure, prevista dal piano industriale di Poste Italiane. In particolare riduzioni e chiusura riguarderebbero complessivamente 44 uffici liguri. Nel documento si rimarca anche che la Regione Liguria e Poste italiane avevano siglato un protocollo d’intesa a livello regionale in data 23 novembre 2013 in cui si erano identificate 13 aree di collaborazione. Si sottolinea inoltre che Poste italiane, seguendo le indicazioni del MISE, ha annunciato la decisione di rivedere il piano di razionalizzazione attraverso l’apertura di tavoli di confronto nelle singole Regioni per una analisi dettagliata delle istanze rappresentate dai territori. La mozione impegna, quindi, la giunta a formalizzare entro 15 giorni la richiesta di convocazione di ANCI, Poste e MISE per la revisione del piano di razionalizzazione della chiusura o della riduzione dei servizi. Il documento chiede, infine, alla giunta di relazionare al Consiglio sugli sviluppi.

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Gianni Pastorino (Rete a sinistra), dopo aver criticato pesantemente la decisione del governo di privatizzare le Poste, ha dichiarato che sia quasi impossibile contrastare la chiusura degli uffici, peraltro voluta da un amministratore a sua volta proposto dal governo e appoggiato dal Pd. Giovanni  Barbagallo ha chiarito che in passato si sono ottenuti risultati cercando di limitare o ridimensionare la chiusura, piuttosto che cercando di evitarla di netto e ha sottolineato la necessità di riaprire tavoli di confronto per trattare, in modo da limitare i disagi per i cittadini.

                Fabio Tosi (Mov.5Stelle)  ha sottolineato  l’importanza degli uffici postali che rappresentano un presidio per il territorio, un riferimento per la popolazione, in larga parte costituita da anziani. Tosi ha quindi criticato il Pd che ha presentato la mozione contro la chiusura degli uffici, quando Renzi ha «piazzato i suoi finanziatori in molti consigli di amministrazione di molti organismi come Poste».

Claudio Muzio (Forza Italia) ha ricordato che nel suo Comune, Casarza Ligure,  l’ufficio postale di Bargone, chiuso nel 2006 ha riaperto nel 2012. «Bisogna che i Comuni ci mettano in gioco  e si attivino fattivamente – ha spiegato – i Comuni, se vogliono ottenere qualcosa devono mettere qualcosa in pentola» .

                Juri  Michelucci  ha puntualizzato che il Pd fa battaglie anche sul territorio ed ha ricordato che in Toscana la battaglia contro la chiusura degli uffici postali ha ottenuto successi. Ha sottolineato che si può trovare una mediazione anche con l’aiuto dei Comuni contando anche sul ruolo di Toti come vicepresidente della Conferenza Stato-Regioni.

Mai, assessore allo sviluppo dell’entroterra   ha sottolineato che la riorganizzazione è in uno stato avanzato e, quindi, non ha nascosto le difficoltà che si prospettano. Ha anche ricordato che era stato in passato sottoscritto un accordo tra Regione e Poste che, però, nel 2014 non è stato più rinnovato. «E’ necessario un incontro con Poste italiane» ha detto, assicurando il suo impegno. Ha quindi rimarcato che in questa riorganizzazione delle Poste, volute dal governo, si è parlato di produttività, ma non di sussidiarietà. Ha infine ricordato che il governo ha disatteso una mozione presentata in Senato dal gruppo della Lega che, approvata all’unanimità, chiedeva la sospensione della razionalizzazione  degli uffici.

Il presidente della giunta Giovanni Toti ha condiviso le preoccupazione espresse nelle due mozioni e assicurato l’impegno della giunta, ma ha puntualizzato: «Non vorrei che queste mozioni fossero un malizioso strumento per confondere responsabilità o addirittura per addebitare alla giunta regionale responsabilità che non gli competono». Il presidente ha rilevato, infatti, che la quotazione in borsa di Poste, che entra quindi nel mondo della economicità, è stata decisa dal Governo Renzi che è anche segretario nazionale del Pd. «L’indicazione politica del  governo – ha aggiunto – è di andare verso criteri di gestione economici delle poste» dove la società dovrà tenere conto degli interessi degli azionisti.  «La Liguria, comunque – ha concluso  – si spenderà perché la regione non paghi il costo sociale di questa decisione assunta dal governo. Il nostro compito è evitare questo impatto ma pensare che sia la giunta regionale della Liguria a impedire la chiusura di qualche ufficio di montagna non lo accetto. Mettiamo, quindi, tutti insieme le forze e mi auguro che questo possa avvenire al meglio».

Francesco Battistini (Mov. 5Stelle) si è dichiarato favorevole alle mozioni,  non ha però nascosto la difficoltà dell’operazione. Favorevole alle mozioni anche Alessandro Piana (Lega Nord Liguria-Salvini). Parere favorevole è stato espresso anche da Raffaella Paita (Pd) che ha condiviso l’intervento di Barbagallo

Sergio Rossetti (Pd) ha specificato che la mozione non chiede alla giunta di evitare la chiusura degli sportelli ma di avviare un percorso per un processo di razionalizzazione che garantisca comunque un servizio adeguato ai cittadini.