Aperture serali e notturne dei poli ospedalieri: dibattuta in Regione interrogazione Rixi

Edoardo Rixi (Lega Nord Liguria-Padania) ha illustrato oggi Edoardo Rixi 1G00un’interrogazione con la quale ha ricordato che il 25 marzo 2014 è stato approvato all’unanimità dal Consiglio regionale un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale “a verificare, entro 60 giorni, l’incidenza, sui tempi di attesa e sull’implementazione delle risorse necessarie nella sperimentazione dell’apertura serale dell’ospedale San Martino di Genova per almeno 3 giorni alla settimana – dalle ore 20 alle 24 – per i servizi ambulatoriali, soprattutto radiologici come le TAC, le risonanze magnetiche, le radiografie, la cosiddetta “diagnostica da grandi macchine””. Rixi ha chiesto, quindi, alla giunta come si sia adoperata per sperimentare l’apertura serale/notturna delle strutture sanitarie liguri.

L’assessore alla salute Claudio Montaldo ha risposto: «L’obiettivo è assolutamente condivisibile, può darsi che in futuro qualcuno riuscirà a risolvere il problema a parità di fondi disponibili. Noi a tutt’oggi, nonostante l’impegno e lo sforzo fatti, non ci siamo riusciti. Il problema infatti non è inerente alle macchine che potrebbero lavorare 24 ore su 24 come già fanno quelle dei pronto soccorso, ma la disponibilità di personale medico e infermieristico fuori degli attuali orari di lavoro. Su questo ha inciso il blocco del tourn over cui la sanità ligure è sottoposta da anni. Purtroppo le risorse necessarie per avviare questo processo non ci saranno neanche il prossimo anno. E’ vero che altre Regioni come il Veneto sono riuscite a raggiungere questo obiettivo; questo probabilmente è avvenuto grazie al fatto che sono riuscite a razionalizzare il sistema sanitario regionale molto prima. Mi auguro che qualcuno avrà più successo di noi».

Rixi ha replicato: «Sono convinto della buona fede di Montaldo ma non della capacità di questa amministrazione e dell’assessorato a garantire una gestione efficiente della sanità. Se si riuscisse a far funzionare gli ambulatori anche al pomeriggio e alla sera si risparmierebbe moltissimo e si riuscirebbe ad offrire un degno servizio ai cittadini. Quella che è sempre mancata in Liguria è una visione completa delle risorse disponibili e un corretto rapporto fra pubblico e privato. Un rapporto grazie al quale, così come accade in Francia, il pubblico gestisce la sanità avvalendosi, quando necessario, di un privato più flessibile nel fornire i servizi. Sono questi fattori che hanno consentito ad altre Regioni di ottenere risultati ben più soddisfacenti dei nostri. Se si continua così finiremo per regalare la sanità pubblica ai privati e continueremo a spendere 60 milioni di euro l’anno per finanziare chi va a curarsi in un’altra regione.

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