Province, Pellerano: “In due anni si è fatto troppo poco per la riorganizzazione delle deleghe e delle risorse umane”

«Anche sulle Province la giunta Burlando e in particolare l’assessore ai Lorenzo Pellerano 2Rapporti con gli enti locali Paita ha fatto flop e ha confermato una preoccupante mancanza di programmazione anche nell’affrontare il superamento degli enti intermedi. Fra Terzo Valico, Gronda, raddoppio ferroviario del ponente, emergenza Scarpino, alluvioni, protezione civile alla Paita – impegnata da un anno nella campagna elettorale per le primarie – è mancato il tempo.». Questo il commento di Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della Lista Biasotti, a margine della protesta di questa mattina in Regione dei dipendenti delle Province.

«Già nel 2012 chiedevamo una riorganizzazione delle risorse umane che garantisse continuità occupazionale e tenesse conto delle competenze professionali maturate dai dipendenti» dice Pellerano che a luglio 2012 aveva portato all’attenzione del consiglio il riordino delle funzioni delle Province liguri.

«Ricordo che su mia sollecitazione l’assessore competente Paita aveva condiviso preoccupazioni e dubbi sulla riforma in corso – commenta Pellerano – peccato che ai timori non sia seguita un’attenzione continuativa ed atti concreti da parte delle giunta Burlando. Oggi ci troviamo con lavoratori delle ex Province che saranno, nella migliore delle ipotesi, catapultati in realtà lavorative del tutto diverse rispetto alle mansioni svolte fino a oggi. Pensiamo agli ingegneri idraulici che saranno trasferiti agli uffici delle Dogane: sarebbe questo l’efficientamento della macchina pubblica? Purtroppo anche sulle Province si è deciso di procedere a tentoni, senza una programmazione per il futuro prossimo degli enti provinciali e quindi degli oltre 800 lavoratori nella sola Liguria. La partita degli enti locali avrebbe necessitato di una costante sensibilità e attività quotidiana: un errore affidare anche questa delega alla già “oberata” Paita che, oltre all’ingombrante impegno della campagna per le primarie Pd dell’ultimo anno, deve seguire la strategica partita sulle infrastrutture, la protezione civile e il ciclo dei rifiuti. Il risultato è che anche sulle Province è mancata la visione futura, la strategia negli interventi. Penso ai Centri per l’impiego che oggi sono a forte rischio e che sono di fatto dei contenitori semi-vuoti, mentre potrebbero costituire un ottimo tramite, ramificato su tutto il territorio regionale, per l’incontro tra la domanda e l’offerta lavorativa. Un sistema che rischia di perdere l’occasione di Garanzia Giovani, come ho segnalato più volte negli ultimi mesi ed oggi denuncia anche il Parlamentare Europeo PD Brando Benifei».

Advertisements

Riguardo al bilancio oggi in votazione, Pellerano commenta: «Se ci guardiamo indietro e torniamo a 10 anni fa quando l’era Burlando iniziava abbiamo il drammatico riscontro che nessun traguardo strategico per Genova e la Liguria è stato raggiunto. L’unico progetto diventato realtà di ampio respiro internazionale e di sviluppo reale è indubbiamente l’IIT: ma non bisogna dimenticare che se oggi esiste è grazie all’accordo Moratti-Biasotti e di sicuro non per l’intuizione di chi siede oggi in giunta. È evidente che questa giunta ha fallito negli interventi a sostegno e promozione della portualità ligure – la prima industria del territorio –, nello sviluppo della ricerca e dell’innovazione – assente un vero incubatore di imprese a Genova –, nell’industria di eccellenza, rappresentata dall’esempio eclatante di Ansaldo Energia che ancora non ha un’area per montare le proprie turbine più grandi in Liguria. Anche sul fronte del turismo e della cultura sono mancati gli investimenti strategici: sul patrimonio UNESCO dei Rolli genovesi, che attirano 140mila visitatori da tutti il mondo in pochi fine settimana, la Regione non investe neppure un euro all’anno di finanziamento. Pensiamo quale ricchezza, quale occupazione potrebbero generare se la Regione investisse anche solo 1 milione di euro? Un decimo, per fare un confronto reale, di quanto la stessa Regione metterà quest’anno per rattoppare – per l’ennesima volta – il bilancio di Amt. È evidente che in questi anni si è speso male, senza una seria programmazione anche nella gestione delle partecipate e quindi nei servizi ai cittadini. Il caso della gestione del ciclo dei rifiuti è eclatante: in dieci anni si è detto “no” a tutto e non si è riusciti a chiudere una questione che rimane aperta e oggi si è trasformata in emergenza. Sempre in tema ambientale ricordo che la Regione – con l’assessore Briano – non è stata in grado di spendere 33 milioni di euro di fondi FAS per la depurazione delle acque e oggi ci troviamo col forte rischio di dover pagare anche una multa all’Europa per il mancato trattamento delle acque reflue».

«Infine sulla sanità alcuni cavalli di battaglia della sinistra come l’ospedale di Ponente si sono trasformati in autentiche barzellette: peccato siano state raccontate troppe volte per fare ancora ridere», conclude Pellerano.