Centrale Tirreno Power: la Rete savonese fermiamo il carbone contro i sindaci di Vado e Quiliano

«Vogliamo fortemente sottolineare che ci appare superflua e pretestuosa la centrale TP 00recente Vostra richiesta rivolta al Dipartimento Igiene e Prevenzione dell’ASL2 Savonese di ricevere nuova documentazione che evidenzi le criticità sanitarie correlate alle emissioni prodotte dai gruppi a carbone della centrale Tirreno Power di Vado-Quiliano». Così inizia la lettera che la Rete savonese fermiamo il carbone ha oggi indirizzato a Monica Giuliano (Sindaco di Vado Ligure) e Alberto Ferrando (Sindaco di Quiliano)
«Appare peraltro inquietante – prosegue la Rete – che, il pomeriggio prima dell’incontro più importante per la storia recente della Centrale (la Conferenza dei Servizi che doveva riunirsi in sede deliberante il 18 novembre, poi rinviata di una settimana), Voi Sindaci non eravate ancora in possesso dei dati sanitari su cui basare le decisioni in tale incontro. Ci domandiamo quindi su quali dati sanitari vi siete basati un mese fa per emettere la delibera comunale che concedeva valori di emissione ‘generosi’ all’azienda. L’ASL2, in data 07/08/2012 ha già avuto modo di segnalarVi specificatamente e chiaramente che (benché studi pregressi non abbiano fatto rilevare situazioni sanitarie “correlabili” alle emissioni prodotte dall’impianto) era altresì in corso una indagine tecnica da parte della Procura di Savona “specifica” per la correlazione alle emissioni della centrale (vedi allegato). È peraltro presumibile che la stessa ASL, benché ora sollecitata dalle Vostre Amministrazioni, non ritenga quindi necessario produrre nuovi documenti, dato che si è già pronunciata in merito, richiamando la suddetta perizia».
«Tale studio ambientale (terminato mesi fa), è stato poi avallato da un giudice terzo quale il Giudice per le Indagini Preliminari, che ha ritenuto pienamente fondata l’analisi dell’impianto accusatorio complessivo della Procura (rilevando anche la “neghittosità degli organi pubblici chiamati a svolgere attività di controllo”), e che lo ha indotto all’emanazione della nota ordinanza di sequestro dei due gruppi a carbone a tutela della salute della popolazione residente. Recentemente la valenza e l’efficacia probatoria di tale metodologia è stata anche confermata nella sentenza del Processo per la centrale di Porto Tolle (peraltro eseguita dagli stessi periti), che ha portato alla condanna di diversi imputati eccellenti. Non potete quindi non convenire sul fatto che tale analisi tecnica (che ci risulterebbe a disposizione Vostra e dei due periti da Voi nominati nell’ambito dell’Osservatorio Salute e Ambiente) rappresenta quindi indiscutibilmente l’unico documento sanitario validante e attendibile sulla base del quale Voi Sindaci, nelle vesti di autorità sanitarie locali e ai sensi degli artt. 216 e 217 del Regio Decreto n° 1265 del 27/07/1934, siete tenuti ad esprimere le Vostre considerazioni nell’ambito della Conferenza dei Servizi indetta per martedì 25 novembre p.v. È di tutta evidenza infatti che, secondo la normativa, qualora emergano situazioni sanitarie particolari (così come risulterebbe nelle aree di massima ricaduta della centrale), il Sindaco è quindi tenuto ad adottare tutti i necessari provvedimenti, in termini di prescrizioni relative alla definizione dei limiti di emissione dei vari inquinanti emessi dalla centrale, fino all’estrema ratio della chiusura definitiva dell’attività dello stabilimento inquinante».
«In tal senso, a titolo di esempio, si era pronunciato il Sindaco di Civitavecchia, che nel 2010 ha prescritto e ottenuto la chiusura immediata e la dismissione della Sezione TV4 della locale centrale Tirreno Power per “contemporanea e consolidata presenza di rilevanti fattori di pressione ambientale”, per “lo stato di sofferenza sanitaria della popolazione, registrato da diverse indagini epidemiologiche” e “al fine di prevenire ed impedire il danno e il pericolo che le suddette emissioni potrebbero arrecare alla salute pubblica” (anche ai sensi dell’art. 674 cod. pen.). Questo rappresenta da parte Vostra un passaggio pressoché obbligato, peraltro in perfetta coerenza di un percorso (a livello tecnico) delle Vostre amministrazioni, iniziato con la nota Perizia giurata del dott. Stevanin (commissionata proprio dai Comuni di Vado e Quiliano nel 2011) che aveva segnalato lo stato di grave sofferenza ambientale del territorio di cui siete responsabili, e recentemente terminato con il voto in commissione IPPC (dove sono presenti anche Vostri tecnici) che ha definito valori più rigorosi per diversi inquinanti, uniformandosi necessariamente alle più recenti normative in tema di rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale (in particolare dove viene richiesto un allineamento più rigoroso ai valori associati alle BAT per i vari inquinanti)╗.
«A tal proposito, si ha la sensazione che a livello politico le Vostre Amministrazioni vogliano invece cercare soluzioni alternative, con la concessione di valori emissivi più ‘generosi’ (così come fatto nella delibera di un mese fa), in qualche modo allineandovi sostanzialmente alla linea proposta dall’azienda e dalla Regione, e ignorando nella quasi totalità (sia in tale atto amministrativo, sia nelle frequenti dichiarazioni pubbliche) i punti fondanti dell’ordinanza del GIP. È necessario ribadire che secondo il principio di precauzione, anche nella remota ipotesi di studi epidemiologici pubblici autorevoli e attendibili ma cha portano a conclusioni finali contrastanti, il Sindaco nella veste di prima autorità sanitaria, in attesa di avere una sintesi condivisa dai vari soggetti pubblici coinvolti (in primis la Magistratura), deve necessariamente affidarsi e attenersi agli studi che delineano un quadro più allarmante».
«È altresì evidente che non è ammissibile allinearsi politicamente (e soprattutto tecnicamente) alle richieste di un’azienda la cui credibilità è fortemente compromessa da una “condotta criminosa” (come riportato dal decreto di sequestro del GIP) e dagli esiti di un’inchiesta per disastro ambientale “doloso” dai prevedibili risvolti clamorosi, un’azienda che a nostra avviso non è quindi nelle condizioni per indicare il futuro migliore per il nostro territorio. Voi siete pienamente consapevoli delle scelte che andrete a fare tra qualche giorno in Conferenza dei Servizi, e ben consci delle responsabilità civili e penali nel dare (o meno) preminenza assoluta ai risvolti ambientali e sanitari a Vostra disposizione, prima di ogni qualsivoglia altra considerazione di natura economica e politica, a tutela dei cittadini che rappresentate», conclude la lettera della Rete savonese fermiamo il carbone.