Boissano, una lapide dedicata a Gianfranco Funari crea il caso; la figlia Carlotta: “dal sindaco immotivato atteggiamento di chiusura e di rifiuto”

(fp) – A Boissano si è riaperto il caso. Provocazione, ironia, un po’ di Gianfranco Funari - Lapide contestatagoliardia – come nello spirito dell’uomo – in una lapide commemorativa di Gianfranco Funari (Roma, 21 marzo 1932 – Milano, 12 luglio 2008): “arte” da accettare o da rifiutare come equivoca ed impropria? L’amministrazione del comune sembra pensarla nel secondo modo, ma la figlia del “giornalaio più famoso d’Italia” non la pensa così ed ha preso carta e penna per esprimere il suo stupore verso quello che reputa un “atteggiamento di chiusura e di rifiuto” del quale è “difficile comprenderne i motivi”.
«Mio padre – spiega Carlotta Funari – come tanti sanno, ha scelto di vivere gran parte della sua vita a Boissano e per un lungo periodo anche insieme ai suoi genitori, dopo che si sono innamorati di questo incantevole paesino. Ha sempre, sia pubblicamente che in privato, elogiato e raccontato spesso in maniera poetica di Boissano e della gente di Boissano. Tanti amici di papà ricordano ancora oggi quanto lui amasse sia il posto che le persone che definiva autentiche. Diceva spesso che riuscire a entrare nel cuore di un ligure era uguale a aver fatto 13. Mio padre aveva imparato a trattare e rispettare il carattere schivo dei liguri, talvolta diffidenti, finché non si rendevano conto con chi stavano trattando, ma ricordava sovente che molte delle persone più belle da lui conosciute erano liguri. Oggi mi ritrovo a subire un atteggiamento di chiusura e di rifiuto da parte del Sindaco di questo delizioso comune e in tutta onestà, oltre al fatto che non me lo aspettassi, mi risulta difficile comprenderne i motivi».
«Nell’incresciosa vicenda che ha riguardato la lapide di papà un Artista, Pep Marchegiani, colpito da tutto ciò si è generosamente offerto di donare una sua opera per omaggiare Papà. Poiché, grazie al buon Dio, la cosa è riuscita a risolversi positivamente, in tempi non eccessivamente lunghi, ritengo quanto mento doveroso riconoscere il prezioso dono a questo magnifico artista, perché sono certa che mio padre l’avrebbe non solo apprezzata ma gli avrebbe strappato più di un sorriso. Pare, secondo questo Sindaco, sig.ra. Rita Olivari, che né a lei, né alla giunta, piaccia questa opera e proprio per questo motivo, rifiutano di ospitarla ed esporla in paese. Dunque, sembra che i motivi siano prettamente di gusti personali e che non ve ne siano altri».
«Mi domando come tutto ciò sia possibile, e se ogni sindaco che ha apposto una statua nel paese in cui lavora avesse messo al primo posto il suo gusto personale e se a seconda di questo avesse deciso se farla apporre oppure no. Forse – conclude Carlotta Funari – sono troppo ingenua, ma… davvero se un’opera non piace al sindaco di un paese, questa non può essere apposta?».

Ma il sindaco di Boissano Rita Olivari taglia corto su una questione a suo dire ormai chiusa e respinge le nuove critiche: le preferenze artistiche non centrano, il posto di una lapide è il cimitero e si tratta di un’opera e “un ricordo privato realizzato per la famiglia e non di un monumento pubblico”; “tornare sull’argomento mi pare fuori luogo”.