di Alfredo Sgarlato – “Ma come- diranno i miei amici lettori- questa rubrica sta diventando uno special su Truffaut!”. Però laeffe trasmette uno dei massimi capolavori nella storia del cinema e dobbiamo segnalarlo. E la cosa incredibile è che questo capolavoro è l’opera prima di un giovanotto di ventisei anni. Prima di allora Truffaut si era messo in (cattiva) luce come critico e aveva diretto un paio di cortometraggi, tra cui il bellissimo “Les mistons” (trad. lett. “I ragazzacci”), che conteneva già tutta la sua poetica: l’infanzia negata, la ribellione, l’adorazione della bellezza femminile, la minaccia costante della morte.
Perché “I 400 colpi” è un capolavoro? Per come affronta senza infingimenti o patetismi temi per l’epoca scabrosi; per lo stile innovativo con cui li racconta, spesso figlio delle ristrettezze economiche. Soprattutto per l’immedesimazione emotiva che crea col protagonista. E questo senza indulgere a patetismi o ricatti sentimentali: Doinel non è un tenero orfanello o una povera vittima, è una grandissima testa di… ma si fa amare proprio per questo, perché è reale. Finale indimenticabile, se la gioca con “Umberto D.” per il titolo di più bello nella storia del cinema.
Doveroso spiegare il titolo. Spesso i film francesi sono massacrati dai titolisti italiani. Stavolta hanno lasciato il titolo originale tradotto letteralmente, benché sia un’espressione gergale, che potremmo tradurre “fare il diavolo a quattro”, incomprensibile in italiano. Misteri della distribuzione. Segnaliamo anche sabato 16 la notte di Fuori orario dedicata a Kim Ki Duk, con l’inedito “The coastguard”, il capolavoro “Ferro 3” e l’ottimo “Soffio”.
* Il film della settimana in tv – rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato