Percfest 2014: Laigueglia viaggia tra Rio e Buenos Aires

bossodi Alfredo Sgarlato – Le bombe d’acqua o di caldo che a sentire i tg dovevano distruggere il paese hanno risparmiato il Percfest; per nostra fortuna a far esplodere gli applausi sono stati i musicisti. La serata del sabato si apre con la finale del concorso in cui il trio di Massimo Palmirotta vince su quello di Leo Saracino (personalmente avremmo invertito le posizioni). Quindi un primo set eccezionale, il duo Colibrì ovvero Javier Girotto sax soprano e Rosalio Mangalavite, piano e voce.

I due musicisti sono argentini, di Cordoba, ma da molti anni risiedono in Italia, e presentano composizioni proprie. Girotto è tra i sassofonisti che amo di più, capace di unire il lirismo di Wayne Shorter con l’impeto passionale di Gato Barbieri. Mangalavite suona il piano in maniera estremamente percussiva, a blocchi di accordi. Sanno creare un’atmosfera colma di pathos, che culmina in un brano dedicato ai desaparecidos, e ovviamente non tralasciano il tango. Purtroppo essendo la serata piena di eventi il concerto è troppo breve, ma una quarantina di minuti bastano a stregare i moltissimi presenti, incatenati dal fascino che la musica del duo crea.

Dopo l’esibizione dei ragazzi dei corsi di percussione tenuti a Grosseto, ecco l’ultimo progetto nell’ambito di Sonata di Mare, ovvero In mezzo c’è solo… il mare, supergruppo in cui Rosario Bonaccorso ha riunito alcuni dei più bravi percussionisti liguri, Dado Sezzi, Marco Fadda, Giorgio Palombino, più il fuoriclasse brasiliano Gilson Silveira che, a differenza di Thiago Motta, sa tenere ritmi trascinanti. Ospiti il formidabile batterista Lorenzo Tucci, il raffinato chitarrista Roberto Taufic, e il trombettista Fabrizio Bosso, che non ha bisogno di aggettivi.

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Le composizioni di Bonaccorso sono un viaggio che unisce Laigueglia e un suk arabo, il mediterraneo e le isole dell’oceano, dove Jobim passeggia per Buenos Aires e l’anima di Naco (per chi non lo sapesse, il grande percussionista fratello di Rosario, prematuramente scomparso in un incidente, a cui il Percfest è dedicato) ci culla con una ninna nanna. Lo spirito è quello della jam, i musicisti si divertono tra loro e il pubblico risponde cantando e tenendo il ritmo con loro. Si uniscono altri ospiti, Girotto e Mangalavite in un brano splendido, che esalta il lirismo del duo, e poi Eduardo Taufic, ottimo pianista. I ritmi sono quasi sempre soffusi per cui il drumming di Tucci non è tribale come in altre situazioni, ma sempre efficacissimo.

Sale sul placo anche Ignazio Bellini degli Stomp, maestro del “body percussion”, ovvero ritmo suonato sul corpo. Però chi scrive e altri fans presenti avrebbero gradito molti più a solo di quel magnifico trombettista che è Bosso, coi suoi fraseggi intensi e veloci. Totalmente diverso da Fresu e altrettanto valido: la scuola italiana delle trombe non ha nulla da invidiare ai maestri americani. La piazza applaude e poi si sposta all’Albatros, dove si tiene una grande jam con Rubino, Ellade Bandini, Bosso, Tucci e molti altri musicisti. Stasera gran finale con Pietro Tonolo e la Notte dei Tamburi.

foto di Giorgio Barbera 

1 Commento

  1. serate bellissime, però, se posso dire la mia, una cosa che non mi piace proprio è quando nel jazz i musicisti si accompagnando canticchiando. sarò l’unico a pensarlo o siete d’accordo con me?

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