Crisi comparto metalmeccanico provinciale: il punto di Andrea Pasa, Segretario Generale Fiom Cgil Savona

Andrea Pasa, Segretario Generale Fiom Cgil Savona – «La situazione del Savona CGIL 00comparto metalmeccanico nella nostra provincia peggiora di settimana in settimana, le piccole imprese chiudono e le grandi iniziano ad essere in estrema difficoltà. La spina dorsale dell’economia savonese è a rischio, e le previsioni per i prossimi mesi sono molto negative anche in filiere dove fino ad oggi il lavoro non mancava. Nelle prossime settimane sono già stati calendarizzati una serie di incontri con diverse aziende: Piaggio aero (oggi 18 giugno e il prossimo 20 giugno) per iniziare la fase di discussione dell’accordo sottoscritto lo scorso 10 giugno presso il Ministero dello Sviluppo Economico, con l’obbiettivo di salvaguardare il reddito dei lavoratori in cassa integrazione straordinaria, la gestione del trasferimento e soprattutto per conoscere nel dettaglio il piano industriale della Laer, società cui Piaggio ha affidato parte delle proprie attività».

«Cabur di Altare (30 giugno): in questo caso si riprenderà la discussione relativa al piano industriale che l’azienda aveva presentato sei mesi fa, che prevedeva 33 esuberi su un totale di 106, ma anche investimenti in innovazione e sviluppo di nuovi prodotti. Saranno proprio gli investimenti a rappresentare lo snodo della trattativa; se ci saranno e saranno importanti, potrebbero consentire sicuramente ancora un periodo di tutela per i lavoratori ma soprattutto darebbero più prospettive all’intero sito Altarese. In caso contrario, sarà necessario riuscire a mettere in campo comunque alternative ai licenziamenti, utilizzando gli ammortizzatori sociali. Siamo certi, lo sono ancor più i lavoratori, che come accaduto negli ultimi decenni, anche questa volta la proprietà della Cabur sarà capace di trovare una soluzione positiva effettuando gli investimenti attesi che potranno dare un futuro al sito di Altare».

«Nelle prossime due settimane dovremo anche gestire tutte le questioni legate alle aziende che lavorano, o meglio lavoravano: per Tirreno Power, visto che nel mese di giugno finiscono i vari periodi di cassa integrazione ordinaria e in deroga e quindi sarà necessario capire cosa succederà il prossimo 30 giugno presso il Ministero quando si dovranno trovare soluzioni per le centinaia di lavoratori coinvolti. Per quanto riguarda Bombardier, il 19 febbraio scorso, le Ferrovie dello Stato hanno approvato il piano quadriennale (2014-2017), un atto molto rilevante, soprattutto per la quantità di risorse pubbliche che si propone di impegnare; alla voce investimenti sono previsti 24 miliardi di euro nel periodo 2014-2017. È urgente la definizione dell’investimento pubblico sia riguardo alla quota di investimenti pubblici sia su quella degli investimenti autofinanziati, soprattutto riguardo agli ordinativi di materiale rotabile per il trasporto regionale e per i servizi merci, visto che una quota parte degli investimenti previsti dal piano quadriennale (pari a 6,5 miliardi) saranno destinati all’acquisto di nuovi treni e allo sviluppo delle tecnologie al servizio del trasporto».

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«È necessario essere certi che questi considerevoli investimenti abbiano ricadute positive anche per lo sviluppo delle aziende interessate e per l’occupazione; il piano quadriennale è una cornice necessaria anche per dare un futuro ai singoli siti produttivi, nei quali si registrano situazioni di crisi o di mancanza di prospettive certe, con conseguente dispersione del patrimonio professionale, tecnologico, di lavoro, di cultura industriale, di siti destinati alla produzione. Le organizzazioni sindacali, tramite la Regione Liguria, hanno chiesto un incontro al Ministero dello Sviluppo proprio perché c’è la preoccupazione che le risorse del piano industriale di Trenitalia e le strategie generali del gruppo Bombardier non possano dare un futuro al sito di Vado Ligure: è quindi necessario l’intervento del Governo per dare garanzie occupazionali ai circa mille lavoratori (tra diretti e indotto) che lavorano per Bombardier sul territorio savonese, e soprattutto per garantire continuità ad un sito industriale tra i più importanti del nostro Paese».

Infine, il prossimo 25 giugno, la Regione Liguria ha accolto la richiesta di incontro delle organizzazioni sindacali per approfondire le questioni legate al futuro dell’ex Cantiere navale Baglietto di Varazze, dove da troppo tempo si attendono risposte senza avere risultati concreti. Inoltre è stata inviata una richiesta di incontro alla Provincia di Savona, anche in qualità di proprietaria dell’impresa Tecnocivis, vertenza che rischia di vedere lavoratrici e lavoratori privi del proprio posto di lavoro dopo anni di promesse e impegni disattesi dalle imprese e dalle istituzioni e, fatto ancor più pericoloso con l’approssimarsi della soppressione delle Province (30 giugno 2014), il rischio della totale scomparsa della manutenzione e messa in sicurezza degli Istituti Scolastici del territorio».

«Per tutte queste vertenze, il minimo comune denominatore deve essere la tutela del lavoro con ogni mezzo, non solo a tutela dell’occupazione ma per garantire un futuro alle aziende. La situazione è tale che una discussione con le associazioni datoriali e con le istituzioni locali, sull’individuazione di nuovi strumenti – oltre agli attuali – per evitare licenziamenti, non è più rinviabile.

I contratti di solidarietà devono diventare, anche nella nostra provincia e nel settore metalmeccanico, uno strumento normalmente utilizzabile, come accade nel resto del Paese; anzi, proprio perché i dati sulla disoccupazione savonese, soprattutto nel settore manifatturiero, sono più negativi rispetto al resto della Liguria e dell’Italia, i contratti di solidarietà dovrebbero trovare più spazio, perché vantaggiosi per imprese e lavoratori».

«L’esperienza degli ultimi cinque anni, ha insegnato, semmai ce ne fosse stato bisogno, che per creare ricchezza è necessario avere un forte radicamento dell’industria. È necessario quindi orientare futuri fondi strutturali e d’investimento europei e altre risorse finanziarie, in modo tale da privilegiare investimenti in innovazione di impianti, sia in termini di processo che di prodotto, con particolare attenzione alle iniziative finalizzate ad un miglior utilizzo e distribuzione dell’energia, supportare insediamenti industriali nuovi e il rafforzamento degli esistenti incentivando il riassorbimento dei lavoratori disoccupati, anche attraverso percorsi mirati di formazione».

«Senza investimenti pubblici e privati orientati su filiere ben definite, non sarà possibile nei prossimi mesi arginare le decine di vertenze che si apriranno sul nostro territorio. Ciò che è stato messo in campo negli anni scorsi, come territorio tutto, non ha purtroppo funzionato. È necessario salvaguardare ciò che ancora esiste, investendo denari privati e pubblici sulle realtà radicate nel nostro territorio e che in questi anni hanno dimostrato serietà e volontà di rimanere nel nostro Paese anche nelle difficoltà, creando davvero dei poli di eccellenza collegati anche agli Istituti scolastici di media superiore e con l’università; ferroviario, areonautico, energetico, componentistica dell’automotive, meccanica di precisione ecc. sono tutti settori da salvaguardare, diversamente il nostro tessuto industriale sarà completamente scomparso e non avremo neppure la possibilità di essere appetibili per nuovi soggetti industriali».