Emergenza lavoro, Pellerano: “Attivare subito i 27 milioni di Garanzia Giovani”

Il sogno di un giovane genovese su due è trovare un lavoro a Genova. È Lorenzo Pelleranoquanto emerge dal sondaggio realizzato dall’agenzia Con-Senso per il consigliere regionale Lorenzo Pellerano. Il questionario è stato promosso attraverso i social network e passaparola online tra i giovani di Genova di età compresa tra i 18 e 30 anni e raggiunto un campione di circa 250 persone.

I risultati dell’indagine sono stati presentati durante l’incontro “Emergenza occupazione: lavoreremo ancora in Liguria? Esperienze, idee, risposte”, organizzato dall’agenzia Con-Senso comunicazione e ricerca 2.0, a cui ha partecipato come relatore Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della Lista Biasotti.

«Sbloccare le energie, dare opportunità ai giovani di esprimersi nel lavoro e creare le condizioni per lo sviluppo di nuove opportunità di lavoro sono gli impegni che la politica di oggi deve mettere al primo posto». Pellerano ha ricordato i dati allarmanti che riguardano l’occupazione in Liguria. «Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat – ha detto Pellerano – la disoccupazione giovanile nell’ultimo anno in Italia è aumentata del 9%, toccando il record negativo del 46% e in Liguria nell’ultimo anno la forza lavoro è calata di 22mila unità: i liguri in cerca di un lavoro da 75mila sono diventati 80mila. Sono dati allarmanti che danno il polso della situazione in cui è sprofondata la nostra regione in termini di occupazione, con il risultato che il 30% dei giovani, dopo gli studi, si trasferisce altrove per trovare un lavoro».

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Per invertire la tendenza Pellerano ha sottolineato gli obiettivi che la politica e le istituzioni liguri si devono porre. «In primo luogo – spiega Pellerano – occorre partire dalle fondamenta del mercato del lavoro, ovvero dai luoghi e dalle modalità di incontro tra la domanda e l’offerta. Oggi i centri per l’impiego non assolvono al proprio compito se solo il 3,1% delle imprese cerca il personale attraverso i Cpi, mentre il 62,5% si affida alla propria rete di conoscenze, dirette o indirette. I centri per l’impiego vedono un operatore ogni 400 utenti e il nostro sistema di welfare investe su queste strutture un settimo o un ottavo rispetto ad altre nazioni europee.». Dati che trovano riscontro nello scetticismo espresso nel sondaggio: solo il 2% degli intervistati giudica utili i servizi della Provincia. Negativo anche il giudizio dei giovani sul ruolo che il Comune e della Regione possono svolgere per aiutare i giovani a trovare un’occupazione: oltre due terzi dei giovani si dichiarano insoddisfatti.

«La Liguria ha di fronte a sé la grande sfida del progetto europeo Garanzia Giovani: a partire dal 1° maggio 2014 oltre 27 milioni di euro da investire nei prossimi due anni per contrastare l’emergenza disoccupazione con misure quali la formazione, l’accompagnamento al lavoro, i tirocini, il sostegno all’imprenditorialità. È importante che, in questa prospettiva, i Centri per l’Impiego, porta di accesso a Garanzia Giovani, arrivino preparati in termini di efficienza, risorse ed organizzazione. La Liguria non ha ancora, a differenza delle altre Regioni, un portale ad hoc per il progetto: occorre rimediare subito visto che internet, come è emerso dal sondaggio, è per il 62% dei ragazzi lo strumento di informazione e di ricerca di un’occupazione».

Sugli ambiti di intervento della Regione per incentivare l’imprenditoria giovanile e l’occupazione Pellerano dice: «Certamente la politica ha il dovere di rendere se non in discesa almeno non in salita la strada per avviare un’attività. L’abbattimento della burocrazia, anche a livello locale, è sicuramente un’operazione a “costo zero” che la politica può fare sia in un’ottica di efficientamento della macchina pubblica sia di semplificazione degli oneri a carico delle imprese stesse. Per promuovere ricerca ed innovazione in stretto legame con il mondo dell’università la Regione ha a disposizione ben 57 milioni di euro dei Fondi FAS 2007-2013 per la coesione territoriale, asse Ricerca-innovazione.

Cosa aspettiamo a sbloccarli? La scadenza per l’utilizzo è vicina, il 2015». Pellerano propone una forma di utilizzo: «A distanza di 10 anni dai primi progetti di Renzo Piano – poi accantonati – il polo degli Erzelli è un contenitore ancora semivuoto, ben lontano dall’originaria idea progettuale di cittadella della tecnologia. I ritardi – dovuti ad una palese incapacità di programmazione degli enti locali – sicuramente hanno inciso negativamente in termini di occasioni perse dal 2004 ad oggi. Ad esempio a Genova non esiste un vero incubatore di imprese, capace di affiancare le nuove aziende durante il periodo iniziale. In attesa che la vicenda Erzelli trovi finalmente i chiarimenti necessari ed una conclusione tutti gli enti locali ed i soggetti interessati dovrebbero promuovere l’insediamento in città di un incubatore di imprese efficace, sull’esempio di quello 2i3t di Torino che in 6 anni di attività ha dato vita a 40 imprese e 140 posti di lavoro a elevato contenuto di conoscenza. Ad oggi a Genova vengono forniti solo degli spazi fisici, ma mancano le competenze, le consulenze ed i servizi messi a disposizione dei giovani in realtà più dinamiche. Spianato il terreno di partenza, per Genova e la Liguria occorre lavorare per promuovere investimenti sia nei settori tradizionali quali il porto e l’industria d’eccellenza, puntando sulle nuove tecnologie e sull’high-tech, ma anche su cultura e turismo che per la nostra regione rappresentano un tesoro scoperto solo parzialmente e che ancora non ha assunto la dignità che si merita».

All’incontro, moderato da Luigi Cornaglia dell’agenzia Con-Senso, hanno partecipato inoltre: Febronia Sciacca (Business developement 2i3T-Incubatore imprese Università di Torino); Matteo Gatto (responsabile del servizio Nuove imprese del CLP-Centro Ligure della Produttività della Camera di Commercio di Genova); Nicola Canessa (coordinatore GGR Gruppo Giovani Riuniti); Roberto Marzocchi (Gter spin off dell’Università di Genova); Andrea Grasso (consigliere Municipio Centro Est).