Palazzo Tagliaferro: la musica si fonde con l’arte nella “kunsthalle” di Andora

La nuova stagione espositiva del Centro di Cultura Contemporanea di Chiari e GallettaPalazzo Tagliaferro ad Andora si apre con una doppia mostra personale che si inaugurano domani, sabato 1° marzo, dalle ore 17 alle ore 22 a Palazzo Tagliaferro. Si tratta di “Giuseppe Chiari. Fantasticare- Gli anni dell’avanguardia ed oltre” a cura di Nicola Davide Angerame e di “Project Room – Giuliano Galletta Materiali per un romanzo visivo” a cura di Viana Conti. L’inaugurazione sarà anticipato alle 17 da una tavola rotonda sulla figura di Giuseppe Chiari a cui seguirà una visita guidata alla mostra curata da Nicola Davide Angerame. A seguire rinfresco.

“Il nuovo ciclo di mostre di Palazzo Tagliaferro – dice il curatore del progetto, Nicola Davide Angerame – si inaugura con una grande personale dedicata a una figura storica della ‘musica d’azione’ come Giuseppe Chiari (Firenze 1926 – 2007) a dimostrazione della vocazione museale e dell’interesse per l’incontro fra discipline che questa ‘kunsthalle’ sul mare intende alimentare. A lato di essa, la mostra di Giuliano Galletta, artista e giornalista ligure, che porta ad Andora il suo storico work in progress ‘Museo del Caos’, con una mostra curata dalla critica Viana Conti”.

“Il nuovo anno di attività Palazzo Tagliaferro – dichiara il Sindaco di Andora Franco Floris – si apre con un progetto che prevede una mostra d’importanza internazionale, e che sarà visitabile durante tutto il periodo delle feste pasquali e fino al primo maggio, con aperture straordinarie rivolte ai cittadini ed ai tanti turisti che giungeranno in Riviera per i primi ponti primaverili. Andora ha scelto di essere all’avanguardia destinando Palazzo Tagliaferro ad una programmazione continuativa di eventi d’arte e di cultura, che stanno ponendo la città e l’istituzione su un piano d’importanza, e di attività, pari a quello dei capoluoghi di provincia”.

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Programma dell’inaugurazione, sabato 1° marzo: ore 17 tavola rotonda su “Giuseppe Chiari e lo spirito utopico”; ore 18 saluto delle Autorità e inaugurazione della mostra; ore 18,20 visita guidata con il curatore Nicola Davide Angerame e saluto di Mario Chiari; a seguire presentazione mostra di Giuliano Galletta: “Materiali per un romanzo visivo”, con la curatrice Viana Conti e Sandro Ricaldone. A seguire rinfresco a cura di Borghi Ricevimenti.

Orari d’apertura delle mostre: giovedì | domenica ore 15 – 19 – Ingresso libero – Le mostre saranno visitabili anche nei giorni lun. 21, mart. 22, merc. 23 Aprile e lun. 28, mar. 29, merc. 30 aprile e giov. 1 maggio ore 15 – 19

Giuseppe Chiari. Fantasticare. Gli anni dell’avanguardia e oltre, mostra e catalogo a cura di Nicola Davide Angerame. La personale antologica di Giuseppe Chiari (Firenze 1926 – 2007), realizzata con la collaborazione dell’Archivio Giuseppe e Victoria Chiari, La mostra raccoglie oltre 40 opere di Giuseppe Chiari, e si concentra in buona parte sugli anni Sessanta e Settanta della sua produzione, esponendo: le prime partiture a matita, le partiture fantastiche, i metodi per suonare le mani, le mappe visive per l’esecuzione delle “composizioni”, le istruzioni delle performance, il celebre video “Gesti sul piano” (prima esecuzione 1962, probabilmente la sua opera più famosa), le partiture disegnate e dipinte, le frasi, i collage intesi come musica visiva, gli strumenti preparati; in una sala affrescata di Palazzo Tagliaferro sarà possibile ascoltare la lettura registrata, voluta dal curatore della mostra, di alcuni brani significativi del libro più importante pubblicato da Chiari, nel 1969, “Musica senza contrappunto”, che rappresenta il caposaldo della sua poetica.

La mostra presenta anche due strumenti elaborati da Chiari, che rappresentano idealmente l’apertura e la chiusura di quasi mezzo secolo di lavoro: si tratta di “Senza titolo (Chitarra)”, del 1966, e dell’opera “Pianoforte” risalente agli anni Novanta. I due strumenti sono trasformati in sculture, ready made (oggetti trovati e pronti) che l’artista scompone (nel caso della chitarra) oppure ammanta di segni (nel caso del pianoforte) fino a renderli inoperosi dal punto di vista musicale e dando loro una nuova vita nell’ambito dell’arte visiva. La mostra è accompagnata da un catalogo che raccoglie contributi e testi critici di coloro che hanno lavorato con Giuseppe Chiari.

Project Room. Giuliano Galletta -Materiali per un romanzo visivo, a cura di Viana Conti. La Galleria Civica di Palazzo Tagliaferro ad Andora, con il Contemporary Culture Center di whitelabs, inaugura sabato 1 marzo alle ore 17, in parallelo ed in interazione con la personale dell’artista storico Fluxus Giuseppe Chiari, a cura di Nicola Davide Angerame, la mostra-installazione Materiali per un romanzo visivo dell’artista-scrittore-giornalista Giuliano Galletta, allestita  nella Project Room, a cura di Viana Conti.

Fin dai suoi esordi, alla fine degli anni Settanta, Giuliano Galletta persegue un suo progetto (meglio anti-progetto) di romanzo visivo. Tutto il suo percorso creativo, ormai più che trentennale, può essere quindi letto come unico, interminabile, “racconto ipotetico”,  messo in opera con gli strumenti comunicativi più diversi: performance, installazioni, video, collage, fotografia, scrittura; da una mostra all’altra, da un libro all’altro Galletta rielabora in modo quasi ossessivo i suoi temi: la crisi del soggetto, i limiti del linguaggio,  il rapporto fra memoria e coscienza,  il ruolo sociale dell’artista. In mostra, Galletta propone ai visitatori uno spaccato del suo “metodo” di lavoro; estraendo dal suo personale museo (e archivio) del Caos oggetti eterogenei, reperti di auto-antropologia, siano essi vere proprie opere, testi, immagini, documenti, ma anche resti incongrui di una sindrome accumulativa, resoconti di un’ipnosi oggettuale, resi disponibili, squadernandoli su una specie di “bancarella dell’immaginario”. Il visitatore/spettatore/lettore ha la possibilità di costruire intorno ad essi un proprio  percorso, scoprire come in un rebus l’impossibile intreccio del romanzesco. Come spiega l’artista, infatti. “il romanzesco si situa in quello spazio rosso che separa o unisce parole, cose, immagini. Uno spazio che diventa quindi agibile, centro dell’instancabile lavorìo del contingente. Come disse una volta Deleuze, il soggetto perde la sua trama a favore di un patchwork che prolifera all’infinito”.