Tagli ai Parchi Liguri, Pastorino: “a queste condizioni gli enti sono condannati alla chiusura”

Nella foto: il consigliere regionale Gianni Pastorino (gruppo Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria)

Federparchi Liguria ascoltata questa mattina in commissione ambiente. I rappresentanti dei 6 parchi regionali hanno presentato la situazione dei conti qualora fosse confermato l’ulteriore taglio di risorse nel bilancio regionale prossimo all’approvazione.

«Il quadro prospettato è drammatico. A fronte dei nuovi tagli previsti da qui al 2019, gli enti-parco sono destinati al collasso e alla chiusura – dichiara il consigliere regionale di Rete a Sinistra Gianni Pastorino -. Condividiamo le loro richieste: la giunta ripristini il finanziamento corrente di 2,45 milioni annui e il finanziamento in conto capitale di 1,4 milioni per il periodo 2017/2019, eventualmente impiegando in subordine il contributo ecotassa».

Risale a quest’anno l’ormai ben nota sforbiciata di 450 mila Euro. «Se la giunta non risolve il problema, i 6 enti dovranno dividersi 2 milioni all’anno; somma davvero esigua, considerato che corrisponde a meno dello 0,05% del bilancio regionale – commenta Pastorino -. Con queste cifre i parchi sono condannati, perché non solo è compromessa l’attività ma addirittura l’infrastruttura complessiva. Non ci sarebbero soldi neanche per gli stipendi; figuriamoci per gli investimenti». Sarebbe la fine, così, anche per tutte le competenze mutuate dagli enti soppressi, Province e Comunità Montane. «Chiediamo alla giunta: se i parchi cesseranno di esistere, chi gestirà il PSR, la rete dei sentieri, i beni demaniali, i SIC? – prosegue Pastorino -; e poi: chi si occuperà della vigilanza, dell’educazione ambientale e dell’informazione turistica? Tutte cose superflue per il centrodestra? In questo modo si buttano via anni di lavoro e investimenti».

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Altra partita importante che rischia di andare in fumo, dice il consigliere di rete a Sinistra, è quella dei progetti europei, “vera boccata d’ossigeno per i parchi liguri”: «Senza un’adeguata dotazione di personale, non ci sarà più chi scrive i progetti; senza risorse per il co-finanziamento non si può partecipare alle gare – conclude a Pastorino -. Tradotto: è un effetto domino. La regione taglia le risorse e, così facendo, impedisce ai parchi di reperirne altre attraverso la UE».