Centrale Tirreno Power: la posizione critica del CTS sul rinnovo dell’AIA

Savona. «In termini più generali questo CTS ritiene di dover stigmatizzare centrale TP 02pubblicamente il tentativo di confutare (o, addirittura, di ribaltare) con argomenti di natura politica, e comunque privi di base scientifica, le risultanze di un iter tecnico-amministrativo (quello della Commissione IPPC presso il Ministero dell’ambiente) già definito in un “parere istruttorio conclusivo”, senza peraltro addurre a proposito comprovate ed effettive ragioni tecniche/sanitarie/ambientali, bensì considerazioni di natura economico-sociale». Alla vigilia della Conferenza dei Servizi che si doveva tenere domani a Roma – ma è poi stata rinviata al 25 novembre – per l’AIA (autorizzazione integrata ambientale), è questo uno dei punti che si legge nel documento nel quale è sintetizzata la posizione del Comitato Tecnico Scientifico di Savona rispetto alle istanze della Società proprietaria della Centrale Termoelettrica di Vado Ligure. Di seguito il documento integrale del CTS.

«In merito alla concessione dei valori emissivi inseriti nel PIC da parte della commissione istruttoria IPPC relativamente alle centrale termoelettrica Tirreno Power di Vado Ligure – Quiliano, questo Comitato Tecnico Scientifico intende esporre alcune sintetiche considerazioni.

1)-Viene condivisa nelle sue linee generali l’impostazione tecnica del documento, che mostra l’intenzione di adeguare il titolo autorizzativo alle più recenti normative in tema di rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale, in particolare per un allineamento più rigoroso ai valori associati alle BAT per i vari inquinanti.
La recente richiesta della società esercente l’impianto di rinnovo dell’AIA (rispetto a quella precedentemente richiesta nel 2007) impone evidentemente il rilascio di un parere istruttorio per la centrale di Vado Ligure (così come per qualsiasi futuro “iter” autorizzativo successivo al 2014 per qualsiasi centrale presente sul territorio nazionale), che recepisca necessariamente le più recenti linee operative attualmente in vigore.

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2)-Tanto premesso, si evidenzia tuttavia che i valori limite concessi per taluni inquinanti, in particolare per SOX, CO e Polveri, a parere di questo Comitato non sono sufficientemente cautelativi (per il CO si tratta di un limite superiore al doppio del valore massimo associato alle BAT) per una centrale situata in un contesto fortemente urbanizzato (bacino di 75.000 residenti, soprattutto in considerazione dei dati ambientali e sanitari riscontrati sia nel periodo antecedente l’inchiesta della Magistratura (in particolare biomonitoraggio ambientale 2007, dati IST ARPAL 1988/2004, studio Somo Università di Stoccarda del 2013, ecc) e sia soprattutto per quanto emerso dalle risultanze dalle indagini della Procura della Repubblica di Savona, i cui esiti sono stati confermati dalla successiva ordinanza del GIP, di sequestro degli impianti a carbone, sulla base del contestato delitto di disastro aggravato dall’evento (art. 434, comma 2 c.p.).

3-Si evidenzia che nel PIC non risulta espressamente e definitivamente ribadito quanto già prescritto in sede AIA circa la necessità della misurazione degli inquinanti al camino.
Già nel precedente comunicato questo Comitato aveva segnalato l’importanza fondamentale della corretta collocazione dello SME per verificare in modo certo e inconfutabile quantità e qualità di inquinanti emessi, in assenza della quale non avrebbero senso le prescrizioni di limiti emissivi.
Nel decreto AIA n 227 del 14.12.2012 erano chiaramente previsti 3 misuratori SME: uno all’uscita di ognuno dei due gruppi ed uno al camino.
La stessa ISPRA ebbe a precisare: “la necessità di prescrivere al gestore l’installazione dello SME al Camino E2, stante la non documentata affidabilità nel funzionamento degli SME sui tratti VL3 e VL4”.
Quanto sopra è stato ulteriormente avvalorato dalla perizia del dott. Stefano Raccanelli nella quale è chiaramente documentata la correttezza del misuratore a camino e la necessità della relativa prescrizione.
In proposito si ricorda la stessa ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari in merito all’affidabilità del posizionamento dello SME al camino, e non quindi nei condotti alla base delle ciminiere.

4)-Si ribadisce quanto evidenziato nel comunicato precedente di questo Comitato circa la preliminare necessità, secondo le normative in vigore, di un nuovo studio di impatto ambientale (e quindi di una nuova VIA) trattandosi di una richiesta AIA che si fonda su presupposti diversi da quelli contenuti nell’originario Studio di Impatto ambientale (SIA) che risale all’ormai lontano 2007.

5)-In termini più generali questo CTS ritiene di dover stigmatizzare pubblicamente:

5.1-il tentativo di confutare (o, addirittura, di ribaltare) con argomenti di natura politica, e comunque privi di base scientifica, le risultanze di un iter tecnico-amministrativo (quello della Commissione IPPC presso il Ministero dell’ambiente) già definito in un “parere istruttorio conclusivo”, senza peraltro addurre a proposito comprovate ed effettive ragioni tecniche/sanitarie/ambientali, bensì considerazioni di natura economico-sociale;

5.2-l’emissione di atti amministrativi (come le recenti delibere degli enti pubblici in merito al misuratore SME alla base delle ciminiere) che paiono in contrasto con quanto già chiaramente indicato da ISPRA e dal GIP (riguardo l’inattendibilità di tale misurazione);

5.3-il perseverante tentativo di rappresentare una supposta salubrità della situazione ambientale della provincia di Savona, in palese contrasto con (o quantomeno con grave sottovalutazione dei) diversi studi e, soprattutto, gli approfonditi rilievi ambientali e sanitari alla base delle perizie disposte dalla Procura della Repubblica di Savona, che ad oggi costituiscono di fatto l’unico studio sul campo affidabile, scientifico ed imparziale, le cui risultanze dovrebbero quantomeno allarmare tutti i soggetti interessati.

Da ultimo, ricordiamo che in questi giorni di definizione del “Pacchetto clima energia 2030” si stanno ribadendo a livello europeo linee di azione per gli stati membri con valori rigorosi di riduzione di emissioni di CO2 (per le quali lo ricordiamo le centrali a carbone sono le principali imputate) per poter riuscire ancora a incidere nel difficile e non più procrastinabile intento di limitare l’aumento globale delle temperature del pianeta».

[NdR: per la natura e composizione CTS vedi Corsara: “Ambiente e salute: costituito il CTS, Comitato Tecnico Scientifico di Savona”]