Centrale TP, Rete Savonese Fermiamo il Carbone polemica con Unione Industriali e sindacati

In merito alle dichiarazioni dell’Unione Industriali sul respingimento centrale TP 02dell’istanza di dissequestro (NdR: vedi qui articolo Corsara del 21-7-2014), la Rete Savonese Fermiamo il Carbone «ritiene che non sia affatto vero che Tirreno Power si sia adoperata per andare incontro alle richieste del Giudice (il quale non può permettere la “reiterazione di un reato”) dato che per esempio l’azienda: 1 – risulta non voler rispondere sul punto più cruciale (le misurazioni al camino); 2 – dichiara a mezzo stampa di voler investire, ma poi nei documenti tali investimenti risulterebbero inesistenti (sia sul nuovo che sui vecchi gruppi); 3 – non raggiungerebbe da subito i livelli di MTD, ma forse tra due anni (anche se da quanto risulta dal progetto nemmeno fra due anni sarebbero raggiunti tutti punti delle MTD). A proposito, chiediamo all’Unione Industriali di Savona se sia a conoscenza che l’AIA concessa nel 2012 presentava numerosi e vistosi sforamenti sul valore massimo delle linee guida europee sulle Migliori Tecnologie Disponili (con monossido di carbonio addirittura il 500% superiore rispetto ai valori massimi previsti) e che anche nel progetto presentato da ultimo da Tirreno Power ci sono dei valori superiori alle MTD, che potranno essere comodamente verificati sui documenti ufficiali certamente in possesso dell’Unione».

«A Guglielmelli – proseguono gli attivisti anti-carbone – che implicitamente critica i Magistrati chiedendosi polemicamente se si può ancora fare azienda a Savona, domandiamo altrettanto polemicamente se l’Unione Industriali ritenga che si possa ancora vivere in uno Stato di diritto, o se preferisce che alcune aziende possano agire indisturbate senza rispettare le regole che valgono per tutte le altre e a danno della collettività. Con riferimento poi alle dichiarazioni di una sindacalista che ha riferito alla stampa: “non conosco una centrale che con gli opportuni adeguamenti sia uscita di produzione”, invitiamo quest’ultima ad informarsi meglio su casi di altre centrali elettriche con analoghe problematiche. Ad esempio per la centrale Tirreno Power di Civitavecchia (curiosamente stessa proprietà) è avvenuto che il sindaco, a fronte di un gruppo dell’impianto per cui era prevista l’assegnazione per i primi due anni di vigenza dell’AIA di alcuni limiti emissivi superiori a quelli previsti dalle MTD (anche qui giustificati con l’attesa di miglioramenti futuri) ha ritenuto che questa deroga avrebbe avuto l’effetto di esporre la popolazione a livelli di emissione che “possono e debbono essere ridotti nell’immediato” e quindi ha formulato come prescrizione il divieto di funzionamento di quel gruppo a carbone. Stessa azienda, problema molto simile: ma a Civitavecchia è intervenuto un amministratore avvalendosi dei suoi poteri-doveri a tutela della salute pubblica; qui a Savona è dovuta intervenire la Magistratura. E c’è qualcuno che ha pure l’ardire di criticarla. Ciascuno può trarre le debite conclusioni».

«Da ultimo ricordiamo che il Procuratore Capo Granero ha lanciato un allarme di minacce alla sua persona, auspicando che enti e istituzioni prendano una decisa presa di posizione (evidentemente di solidarietà) in merito alla condanna delle minacce. La Rete manifesta la più completa e convinta solidarietà al Procuratore Granero, e chiede a istituzioni, industriali, sindacalisti e principali partiti di fare altrettanto, a difesa dell’indipendenza della Magistratura, indispensabile presupposto per una serena e civile convivenza nel rispetto dei diritti di tutti i cittadini e di tutte aziende».

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