Albenga: Guardia Costiera sequestra parte della Gallinara, l’isola non è più abitabile

La Guardia Costiera di Loano/Alassio dallo scorso novembre ha iniziato Albenga Isola Gallinara fpA1 Mun’attività di mappatura di tutti gli sbocchi in mare (scarichi, rii, condotte rete fognaria, ecc) del ponente savonese e di tutti i punti di prelievo di acqua di mare (piscine, Spa ecc).

L’isola gallinara, parco naturale del Comune di Albenga, “ha subito destato sospetto da quando abbiamo appreso che anni fa il suo collegamento con la rete era stato interrotto a seguito di calamità. Si è cominciato ad indagare su eventuali interventi di ripristino delle condotte sottomarine negli ultimi 15 anni, tuttavia non trovando traccia di istanze o autorizzazioni. Anche la gestione degli scarichi è stata indagata e presso i competenti Uffici del Comune di Albenga non sono stati rinvenuti atti autorizzativi di sorta”.

La Guardia Costiera ha proceduto a diversi sopralluoghi per comprendere come funzionava il “sistema isola” ed è emerso che nulla in tema di approvvigionamento energetico, di risorse idriche e di trattazione degli scarichi era a norma, bensì realizzato in modo artigianale e pericoloso; particolare sorpresa ha destato, in un’isola parco naturale privata, la non cura dei temi ambientali sia per la movimentazione rudimentale del gasolio che per la non trattazione degli scarichi.

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In mezzo agli scogli del molo interno al porto era celata una centrale rudimentale di pompaggio di gasolio per alimentare, all’interno di una grotta naturale carsica, una centrale di produzione elettrica con diversi diesel generatori [privi di qualsivoglia collaudo o autorizzazione ed inseriti all’interno di una grotta naturale priva di sistemi di tutela ambientale – un serbatoio in PVC nero alimentava per caduta i motori – diversi i trafilamenti] La grotta, subito alle spalle del porto, di dimensioni 20 metri per 2 [3 nel sacco terminale] è una cavità carsica con un’apertura nel cielo, a circa 15 metri, che sbocca sul boschetto sovrastante. La linea rudimentale di trasporto del gasolio , interrata nel demanio fino ad entrare nella grotta, mostrava trafilamenti.

L’acqua dolce era prodotta mediante dissalazione dell’acqua di mare con apparato alimentato ad elettricità e pescaggio dalla baietta antica del porticciolo.

Totalmente privo di certificazioni anche il sistema di trattazione degli scarichi delle unità abitative. Uno scarico inquietante gettava acque reflue direttamente tra gli scogli.

La Guardia costiera di Loano/Alassio ha contestato tutti gli illeciti, alcuni penali alcuni amministrativi per diverse migliaia di euro. La proprietà è stata diffidata dal proseguire nella gestione dell’isola ad assetto invariato.

Oggi la Procura ha disposto con Decreto il sequestro preventivo di molte aree dell’isola [GIP Emilio Fois, PM Chiara Venturi] ma, in particolare, di tutti gli apparati che la rendono abitabile; troppe le non conformità demaniali, ambientali [scarichi fognari, stoccaggio carburante e produzione elettricità], urbanistiche e paesaggistiche emerse nell’ambito delle indagini della Guardia Costiera.

1 Commento

  1. Come si fa a rovinare il gioiello più bello di Albenga….siamo proprio in Italia!

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