Due qui / To Hear: il progetto espositivo per il Padiglione Italia alla 60esima Biennale Arte di Venezia

Nella foto: Massimo Bartolini, Due qui, 2024 | 12ร—6ร—50 m | 50 minutes of music / 10 minutes of silence | iron, cast iron, motors, electronics | Music composed by: Caterina Barbieri, Kali Malone | Metalwork and engineering: Yari Andrea Mazza | Detailed design: Riccardo Rossi | Organ builders: Massimo Drovandi, Samuele Frangioni, Samuele Maffucci | Electronics: Valerio Marrucci | Scaffolding assembly: Euroedile, Postioma (TV) (Alessandro Ballan, Denis Daullja, Fabiano Gregolin, Nicola Lazzari, Vasyl Ozhibko, Rinor Krasniqi, Vitali Serbin) | Courtesy the artist, Massimo De Carlo, Frith Street Gallery and Magazzino Photo ยฉ Agostino Osio / AltoPiano | DUE QUI / TO HEAR Padiglione Italia 60. Esposizione Internazionale dโ€™Arte - La Biennale di Venezia

Si intitola Due qui / To Hear il progetto espositivo per il Padiglione Italia alla 60. Esposizione Internazionale dโ€™Arte โ€“ La Biennale di Venezia (20 aprile โ€“ 24 novembre 2024), promosso dalla Direzione Generale Creativitร  Contemporanea del Ministero della Cultura. A cura di Luca Cerizza (con lโ€™assistenza di Francesca Verga), il progetto ha il suo nucleo centrale in una grande installazione sonora e ambientale dellโ€™artista Massimo Bartolini, che torna alla Biennale dopo la partecipazione al Padiglione Italia alla Biennale Arte 2013. In unโ€™attenta relazione con il contesto espositivo, Due qui / To Hear propone un itinerario attraverso tutti gli spazi del Padiglione Italia, incluso il giardino di pertinenza, in cui lโ€™alternarsi di vuoti e pieni, di movimenti e soste, conduce a incontri inaspettati con opere e installazioni di natura sonora e performativa.

Partendo dalla traduzione apparentemente sbagliata, โ€œTwo hereโ€ (due qui) e โ€œTo hearโ€ (sentire/udire), il titolo del progetto suggerisce giร  come lโ€™ascoltare, il โ€œtendere lโ€™orecchioโ€, sia una forma di azione verso lโ€™altro. Incontro e ascolto, relazione e suono sono, dโ€™altronde, elementi indissolubili nella pratica ultratrentennale di Bartolini. In Due qui / To Hear il paradigma acustico va letto, quindi, sia come esperienza fisica che come metafora e invito allโ€™attenzione, allโ€™apertura verso lโ€™altro.

Il progetto per il Padiglione Italia dialoga in questo senso con il tema della 60. Esposizione Internazionale dโ€™Arte โ€“ La Biennale di Venezia Stranieri Ovunque / Foreigners Everywhere, a cura di Adriano Pedrosa, proponendo unโ€™ulteriore declinazione per la quale il non essere straniero deve iniziare con il non essere stranieri a se stessi. โ€œAscoltare se stessiโ€ รจ dunque cruciale per comprendere la posizione dellโ€™individuo nel mondo e nella serie di relazioni che stabilisce allโ€™interno della societร .

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Questa attitudine allโ€™ascolto di se stessi e dellโ€™altro รจ evidente anche nel dialogo che il progetto instaura tra forme e stilemi della tradizione culturale italiana (il giardino e la musica barocca), se non veneziana (la musica antifonale e la tradizione organistica), con quelli di altre culture e latitudini (lโ€™arte e la spiritualitร  buddhista), tra una rappresentanza nazionale e la partecipazione al progetto di Massimo Bartolini di musicisti e scrittori stranieri.

Due qui / To Hear, un lungo processo di dialogo e scambio

Due qui / To Hear รจ, infatti, il risultato piรน complesso e ambizioso di una pratica collaborativa usata con frequenza attraverso gli anni dallโ€™artista. In un lungo processo di dialogo e scambio, curatore e artista hanno definito una rete di relazioni, che danno vita a un lavoro collettivo in cui vengono coinvolti artisti di diverse discipline e provenienze geografiche. Le giovani compositrici Caterina Barbieri e Kali Malone e uno dei musicisti piรน importanti della musica sperimentale degli ultimi cinquantโ€™anni, Gavin Bryars (insieme al figlio Yuri Bryars), hanno contribuito alle opere sonore di Bartolini, mentre la scrittrice e illustratrice per lโ€™infanzia Nicoletta Costa e il romanziere e poeta Tiziano Scarpa sono stati invitati a concepire nuovi testi per lโ€™occasione, per diventare parte del Public Program.

Componendosi di opere scultoree, installative, sonore e performative, Due qui / To Hear propone un itinerario molteplice e multisensoriale. Lโ€™intervento, nato da un rispettoso dialogo con gli spazi del Padiglione โ€“ ai quali non รจ stata apportata nessuna aggiunta strutturale nรฉ alcuna forma di โ€œdisplayโ€ โ€“ si presenta come un itinerario tripartito che si sviluppa in due direzioni equivalenti e invita lo spettatore a muoversi liberamente allโ€™interno degli ambienti. Nella Tesa 2, per esempio, si viene accolti dalla statua in bronzo di un Pensive Bodhisattva, figura iconografica dellโ€™arte buddhista che rappresenta un uomo che, raggiunta lโ€™illuminazione, vi rinuncia volontariamente per indicare la via agli altri uomini, abbracciando lโ€™inazione. Questa statua รจ posta emblematicamente allโ€™inizio di una lunga colonna poggiata a terra, linea di demarcazione che, dietro la fattezza architettonica, mostra la sua vera natura di canna dโ€™organo producendo un suono prolungato. Il tempo sospeso introdotto dal Bodhisattva รจ quindi rafforzato da questa bassa vibrazione che suggerisce un tempo circolare.

Un sofisticato lavoro ingegneristico e musicale che rimanda alle macchine sonore barocche

Il percorso si sviluppa anche per tutta la Tesa 1, attraverso una complessa struttura di natura labirintica costruita con materiali per ponteggi, il risultato di un sofisticato lavoro ingegneristico e musicale che rimanda alle macchine sonore barocche. La pianta di questo spazio attraversabile rievoca il disegno di un immaginario giardino barocco allโ€™italiana. Un poโ€™ come la fontana di questo giardino stilizzato, il centro dello spazio รจ occupato da una scultura circolare dal rigore minimalista (Conveyance, 2024). Quella che si presenta come una seduta intorno alla quale รจ possibile sostare e incontrarsi, รจ anche il punto dove poter contemplare i moti di unโ€™onda conica. รˆ questa oasi silente โ€“ cuore pulsante dellโ€™intero progetto โ€“ che garantisce il miglior punto per ascoltare la composizione scritta per lโ€™occasione da due musiciste tra le piรน riconosciute in ambito elettronico e sperimentale: Caterina Barbieri (1990, Italia) e Kali Malone (1994, Stati Uniti).

Unโ€™ulteriore suggestione acustica รจ custodita dal Giardino delle Vergini incluso nel progetto del Padiglione: un coro per tre voci, campane e vibrafono composto da uno dei maestri della musica di ricerca e minimalista Gavin Bryars (1943, Gran Bretagna), insieme a suo figlio Yuri Bryars (1999, Canada). La composizione si ispira al testo del poeta argentino Roberto Juarroz (1925-95, Argentina) A veces ya no puedo moverme (Certe volte non riesco piรน a muovermi), che allude ad un essere umano che si percepisce come un albero ed รจ connesso al mondo attraverso radici, in un rapporto osmotico tra sรฉ e lโ€™altro โ€œcome se tutte le cose nascessero da me / o come se io nascessi da tutte le coseโ€. Un altro modo di suggerire possibili relazioni tra uomo e ambiente, dellโ€™uomo come ambiente, che ritroviamo anche in Audience for a Tree (2024): uno spazio temporaneo creato da un cerchio di persone โ€œpiantateโ€ intorno a un albero del giardino, in bilico tra atti di protezione e contemplazione. Nelle prossimitร  di questo teatro temporaneo, in alcuni momenti dedicati verranno performati due testi che rimandano al contesto del giardino e alla presenza di un albero, commissionati appositamente per il progetto alla scrittrice e illustratrice per lโ€™infanzia Nicoletta Costa (1953, Italia) e al romanziere e poeta Tiziano Scarpa (1963, Italia) e che si svolgeranno allโ€™interno dello spazio del Giardino nei giorni dellโ€™inaugurazione e come parte del Public Program.

Nelle foto: DUE QUI / TO HEAR Padiglione Italia 60. Esposizione Internazionale dโ€™Arte – La Biennale di Venezia 20.04 โ€“ 24.11.2024 Tese delle Vergini, Arsenale, Venezia | Commissario: Angelo Piero Cappello | Curatore: Luca Cerizza | Artista: Massimo Bartolini

Massimo Bartolini | Artista del Padiglione Italia

Grandissima รจ la varietร  di linguaggi e materiali che Massimo Bartolini adotta nella sua pratica: dalle opere performative che coinvolgono attori temporanei, il pubblico o lo spazio architettonico, ai disegni eseguiti in tempi volutamente lunghi; dalle grandi installazioni pubbliche, spesso realizzate con la collaborazione di altre mani e conoscenze, alle piccole opere-bozzetto assemblate in studio; dalle complesse sculture sonore fino alle fotografie e ai video. Bartolini ha un atteggiamento di estrema apertura, trasversale rispetto ai media che utilizza e reinventa in modi non tradizionali.

Il suo percorso artistico รจ orientato verso una continua scoperta e indagine del linguaggio dellโ€™arte, come a cercare ogni volta il materiale piรน adatto per dare forma a unโ€™esigenza espressiva e a una possibilitร  narrativa. Bartolini considera il fare e il fruire lโ€™arte come un percorso di conoscenza: di se stessi, del proprio rapporto con il mondo, della possibilitร  di relazione con lโ€™altro. Questo percorso รจ costruito sovente attraverso lโ€™uso, il contrasto e la trasformazione di diversi materiali in modi sorprendenti, provocando cosรฌ momenti rivelatori, pause di meraviglia e piccole, inaspettate epifanie.

Massimo Bartolini รจ oggi uno degli artisti italiani piรน conosciuti anche internazionalmente. Nato a Cecina (1962), dove vive e lavora, dopo gli studi da geometra a Livorno si รจ laureato all’Accademia di Firenze (1989). รˆ docente di arti visive presso la NABA – Nuova Accademia di Belle Arti a Milano e lโ€™Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 1993 espone in numerosi spazi pubblici e privati in Italia e allโ€™estero.

Fra le mostre personali: Hagoromo, Centro Pecci per lโ€™Arte Contemporanea, (Prato, 2022-23); On Identikit, CSAC โ€“ Centro Studi e Archivio della Comunicazione dellโ€™Universitร  di Parma (2020); Manifesta 12 (evento collaterale) Caudu e Fridu, Palazzo Oneto (Palermo, 2018); Four Organs, Fondazione Merz (Torino, 2017); Studio Matters+1, Fruitmarket Gallery (Edimburgo, 2013) e S.M.A.K. (Gand, 2013); Serce na Dloni, Centre of Contemporary Art Znaki Czasu (Toruล„, 2013); HUM, AuditoriumArte (Roma, 2012) e MARCO โ€“ Museo de arte contemporรกneo (Vigo, 2012); Museu Serralves โ€“ Museu de Arte Contemporรขnea (Porto, 2007); Ikon Gallery (Birmingham, 2007); GAM โ€“ Galleria dโ€™Arte Moderna (Torino, 2005); Museum Abteiberg (Mรถnchengladbach, 2002); PS1 (New York, 2001); Henry Moore Foundation (Leeds, 1996); Paesaggi, Galleria Massimo De Carlo (Milano, 2016); Afterheart, Frith Street Gallery (Londra, 2012); Three Quarter-Tone Pieces, Magazzino (Roma, 2010).

Tra le collettive si ricordano: Biennale di Venezia (1999, 2001 evento collaterale, 2009, 2013); Biennal de Valรจncia (2001); Stanze e Segreti, Rotonda della Besana (Milano, 2000); Manifesta 4 (Francoforte, 2002); Bienal de Sรฃo Paulo (2004); Bienal de Pontevedra (2004); Ecstasy: In and About Altered States, MOCA Los Angeles (2005); Shanghai Biennale (2006 e 2012); Yokohama Triennale (2011); dOCUMENTA (Kassel, 2012); Echigo-Tsumari Art Triennale (Tokamachi, 2012); TRACK (Gand, 2012); One on One, Kunstwerke (Berlino, 2012); The City, My Studio / The City, My Life, Kathmandu Triennale (2017); Habit Co-Habit, Pune Biennale (2017); Starting from the Desert. Ecologies on the Edge, Yinchuan Biennale (2018); Escape Routes, Bangkok Art Biennale (2020); Setouchi Triennale (2022).

Il progetto Due qui / To Hear sarร  accompagnato da due pubblicazioni.

La guida della mostra, edita da Electa, รจ concepita come uno strumento sintetico ma ricco di approfondimenti testuali e informazioni, allo scopo di orientare lo spettatore nel progetto espositivo. Ai testi di Massimo Bartolini, Elena Biserna, Luca Cerizza e David Toop, si aggiungono materiali testuali e biografici dei diversi collaboratori al progetto (i testi di Nicoletta Costa e Tiziano Scarpa) e una serie di disegni a lapis eseguiti dello stesso artista a illustrare il progetto.

Una seconda pubblicazione di approfondimento sarร  disponibile in autunno. A cura di Luca Cerizza ed edita da Timeo, non sarร  un catalogo tradizionale, ma piuttosto unโ€™ideale continuazione del Public Program, un contenitore nel quale verranno indagati i temi che guidano il progetto artistico e curatoriale del Padiglione Italia, in relazione al lavoro di Massimo Bartolini. Usando il formato dellโ€™antologia, la pubblicazione raccoglierร  unโ€™ampia selezione di testi di filosofi, saggisti, artisti, musicologi, musicisti e poeti, molti dei quali saranno i protagonisti degli interventi dello stesso Public Program. Il volume includerร  una ricca documentazione fotografica del Padiglione e una selezione di opere della piรน che trentennale produzione di Massimo Bartolini.

Finanziamenti e contributi

ยซLa Direzione Generale Creativitร  Contemporanea del Ministero della Cultura ha contribuito alla realizzazione del Padiglione Italia con un importo pari a 800.000 euro formalizzato, come di consueto, con una convenzione con la Fondazione La Biennale di Venezia. Il Padiglione Italia รจ realizzato anche grazie al contributo di TODโ€™S, in qualitร  di Partner, e di Banca Ifis, in qualitร  di Sponsor, il cui contributo ammonta complessivamente a piรน di 400.000 euro. Uno speciale ringraziamento va a tutti i donor, il cui sostegno รจ fondamentale per la realizzazione del progetto: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Palazzo Bentivoglio – Bologna, ACACIA – Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana, Collezione Mauro De Iorio, Nicoletta Fiorucci, Silvia Fiorucci, Hofima. Si ringraziano, inoltre: Tessuti Bonotto e Frescobaldi, fornitori ufficiali del Padiglione Italia; Massimo De Carlo, Frith Street Gallery – Londra, Magazzino – Roma, Corrado Beldรฌ, Fondazione Ugo e Olga Levi per la consulenza in ambito musicale e il sostegno nellโ€™ospitalitร , NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, Universitร  Iuav di Venezia, NICHE – The New Institute Centre for Environmental Humanities, Unione Buddhista Italiana.ยป

Public Programย promosso dallaย Direzione Generale Creativitร  Contemporanea del Ministero della Culturaย 

La mostra Due qui / To Hear รจ accompagnata da un Public Program promosso dalla Direzione Generale Creativitร  Contemporanea del Ministero della Cultura e curato da Luca Cerizza. Il programma si sviluppa in vari appuntamenti dentro e fuori gli spazi del Padiglione Italia ed รจ diviso in tre sezioni. La prima consiste negli eventi performativi che hanno luogo nei giorni di pre-apertura della Biennale Arte 2024 (16-17-18 aprile) e nel primo giorno di apertura pubblica (20 aprile); la seconda si caratterizza per eventi e incontri legati strettamente ai contenuti del Padiglione Italia e che si svolgono nei mesi di maggio, giugno, luglio e settembre (in collaborazione con Gaia Martino); mentre la terza comprende due progetti speciali di natura performativa e musicale che si terranno al di fuori del contesto veneziano: un evento che avrร  luogo nel Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis a Mestre (VE) e una nuova performance sonora itinerante in Italia, appositamente concepita da Massimo Bartolini.