Liguria, prossime misure per contrastare Covid19: la relazione di Toti in Consiglio regionale

«I dati sono in crescita nel Ponente, e oggi mi riferisco alla provincia di Savona, anche se ormai da alcuni giorni notiamo un nuovo incremento anche nella provincia di Imperia».

Consiglio Regione Liguria - Giuramento Giovanni Toti XI legislatura

Roberto Arboscello (Pd-Articolo Uno) ha chiesto durante il Consiglio regionale di oggi al presidente della giunta, con delega alla sanità, Giovanni Toti di aggiornare l’Assemblea sulle ultime misure che saranno assunte a livello regionale per contrastare il Covid19, compresa la nuova ordinanza.

«L’ordinanza è alla firma elettronica in questi minuti e vieta, a partire dalla mezzanotte di oggi fino alla mezzanotte di lunedì di Pasquetta, di soggiornare e di recarsi nelle seconde case spostandosi sia all’interno dei Comuni della Liguria sia provenendo da fuori Liguria». Toti ha aggiunto: «È un’ordinanza suggerita dal nostro Sistema Sanitario. Non sfugge a nessuno – ha aggiunto – che i territori intorno a noi sono “rossi” per lo più, mentre la Liguria ancora oggi è arancione. Quindi è molto elevato il rischio che tante persone che si muovano provengano da territori dove l’incidenza è alta».

Il presidente ha specificato la situazione epidemiologica in Liguria: «I dati sono in crescita nel Ponente, e oggi mi riferisco alla provincia di Savona, anche se ormai da alcuni giorni notiamo un nuovo incremento anche nella provincia di Imperia». Il presidente ha spiegato: «Pertanto, essendo da giovedì, di fatto, l’Italia bloccata già dal Decreto Draghi abbiamo ritenuto prudente aggiungere questa misura, essendo la Liguria nelle festività di Pasqua una delle mete tipiche tradizionali». Il presidente ha aggiunto: «Al di là del fatto che, ovviamente, la sanità ha priorità su tutto, anche il danno economico al nostro settore del turismo e del terziario sarebbe stato comunque già evidente a causa delle misure nazionali. Stiamo parlando – ha detto – di un territorio dove bar, ristoranti, alberghi, stabilimenti balneari sarebbero stati comunque chiusi».

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Il presidente ha specificato: «Se non utilizziamo questi giorni, sommando le misure nazionali anche a questa misura aggiuntiva locale, per cercare di abbattere la curva, rischiamo che la terza ondata sulla Liguria, porti la Regione a dover assumere, o il Governo nazionale, misure di contenimento pandemico quando le altre Regioni invece si trovavano già in una via di riapertura. Abbiamo preferito sommare una misura comunque di contenimento, e quindi dolorosa, – ha ribadito Toti – in un momento in cui già era tutto chiuso, anziché trascinarla più avanti per poi trovarci invece, in modo anticongiunturale, ad avere un mondo che riparte e una Regione Liguria in ritardo e che è costretta a chiudersi».

Il presidente ha aggiunto: «È chiaro che noi oggi abbiamo una Regione che va a due velocità» riferendosi alla situazione nel savonese e nell’Imperiese rispetto a Genovesato, Tigullio e spezzino «dove, invece, i numeri sono decisamente meno preoccupanti, anche dal punto di vista della pressione ospedaliera». Il presidente ha precisato: «Questa mattina in Alisa la nostra “task force” stava elaborando un passaggio alla fase 4 del Piano di contenimento pandemico ospedaliero per i presìdi dell’ASL n. 1 e dell’ASL n. 2, precauzionalmente aumentando i posti letto sia di terapia intensiva sia di media intensità, in vista probabilmente di una continua pressione su quelle due aree. Se nelle prossime 36-48 ore non ci fosse un’inversione dei dati, che purtroppo non vedo al momento molto probabile, è possibile che per alcuni di quei distretti sanitari o per le intere province – ha detto – si possa pensare a un prolungamento di misure ulteriormente restrittive, anche alla luce dei parametri nazionali per l’assegnazione delle zone all’intera Regione».

Il presidente ha poi distinto due aspetti: sanitario e politico. «C’è una valutazione di tipo sanitario, su cui non si discute nel modo più assoluto, – ha detto – nel senso che ormai abbiamo dei parametri piuttosto rigidi e anche piuttosto consolidati, e vi è un ragionamento di tipo politico: è chiaro che, se il decreto del Governo utilizzerà aprile per raffreddare il più possibile la pandemia, per poi arrivare ad una riapertura graduale a partire dall’ultimo terzo del mese di aprile e poi nelle prime giornate del mese di maggio, credo che sarebbe sbagliato agire in modo anticongiunturale, cioè andare prima a riaprire tutto quello che si può, o non chiudere quello che sarebbe forse più prudenziale chiudere, per poi trovarci ad affrontare, mentre altri avranno un momento di riapertura, un momento di contenimento».

Il presidente ha spiegato: «È, dunque, meglio allineare lo sforzo della Regione allo sforzo del Governo con le medesime tempistiche e i medesimi obiettivi» e ha concluso: «Ho chiesto ad ANCI e ai Sindaci un confronto per venerdì per poter poi dare delle indicazioni alle famiglie e ai cittadini per il martedì, così come domani e dopodomani ho organizzato riunioni con tutti i nostri operativi delle Aziende sanitarie sia del Savonese che dell’Imperiese per valutare la situazione e poi prendere le misure che, prima di tutto i sanitari, riterranno più idonee e che poi, con il Governo, riterremo più coerenti per cercare di ripartire ai primi di maggio – come mi pare sia intenzione del Governo – avendo chiuso anche i focolai che restano più pericolosi di pandemia sul nostro territorio».