La coerenza in politica

Tullio1939part

Su questo tema nessuno ha scritto con più audacia di Emerson: 

“Perché dovresti tenere la testa sulle spalle? Perché trascinarti questo cadavere della tua memoria, per non contraddire un po’ quanto hai dichiarato qui o là in un luogo pubblico? Supponiamo che tu debba contraddirti; e poi, dunque, cosa?”…

“Una folle coerenza è lo spauracchio di menti piccole, adorato da piccoli statisti e filosofi e teologi”…

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“Di’ con forza quello che pensi ora e domani di’ quello che pensi con ancora la stessa forza, anche se contraddice tutto ciò che hai detto oggi”.

Queste sono asserzioni considerevoli e possono stimolare bene il pensiero su una questione molto discussa. Per iniziare bisognerebbe stabilire una distinzione fra due tipi di incoerenza politica. 

In primo luogo, uno Statista in contatto con la mobile attualità degli eventi e ansioso di mantenere in equilibrio la barca per seguire una rotta costante può appoggiare tutto il suo peso ora da un lato e ora dall’altro. Le sue argomentazioni in ogni caso in cui contrastano possono mostrarsi non solo molto differenti nel carattere, ma contraddittorie nello spirito e opposte nella direzione: ma il suo obbiettivo sarà in tutto rimasto lo stesso. Le sue risoluzioni, i suoi desideri, la sua prospettiva possono essere rimasti invariati; i suoi metodi possono essere verbalmente inconciliabili. Non possiamo chiamare questa “incoerenza”. In realtà si può affermare che sia la coerenza più vera. L’unico modo con il quale un uomo può rimanere coerente in mezzo alle mutevoli circostanze è cambiare con loro preservando lo stesso scopo dominante. […]

È inevitabile che frequenti cambiamenti abbiano luogo nella regione dell’azione. Si persegue una politica fino a un certo punto; diventa poi evidente che non può essere portata avanti oltre. Emergono fatti nuovi che la rendono chiaramente obsoleta; nuove difficoltà che la rendono impraticabile. Una soluzione nuova e forse opposta si presenta con forza travolgente. Abbandonare la vecchia politica è spesso necessario per adottare la nuova. A volte capita che gli stessi uomini, lo stesso governo, lo stesso partito abbiano dovuto eseguire questo “volta faccia”. Può essere loro dovere farlo perché è l’unico modo per ottemperare alle proprie responsabilità, o perché sono l’unica combinazione abbastanza forte per fare ciò che è necessario nelle nuove circostanze. In tal caso l’incoerenza non è solo verbale, ma di azione e dovrebbe essere coraggiosamente dichiarata.

Al posto delle argomentazioni a favore della coercizione, ci devono essere argomenti a favore della conciliazione; e questi devono provenire dalle stesse labbra del primo. Ma tutto ciò può essere capace di una spiegazione ragionevole e onorevole. Gli statisti possono dire senza mezzi termini: “Non siamo riusciti a costringere; ora dobbiamo conciliare”, o in alternativa, “non siamo riusciti a conciliare; ora dobbiamo costringere”. […]

Oltre all’azione nella marcia degli eventi, c’è un’incoerenza che deriva da un cambiamento di umore (mood) o del cuore. “Le cœur a ses raisons que la raison ne connaît pas. Pochi uomini evitano tali cambiamenti nella loro vita e pochi uomini pubblici sono stati in grado di nasconderli. Di solito la gioventù è per la libertà e le riforme, la maturità per un compromesso giudizioso e la vecchiaia per la stabilità e il riposo. La progressione normale va da Sinistra a Destra, e spesso dall’estrema Sinistra all’estrema Destra. Il progresso di Mr. Gladstone è stato per un’eccezione sorprendente nella direzione opposta. Nell’immenso periodo coperto dalla sua vita si mosse costantemente e irresistibilmente dall’essere “la speranza crescente di quei severi e inflessibili Tories” per diventare il più grande statista Liberale del XIX secolo. […]

Sarebbe un compito ingrato esaminare fino a che punto l’ambizione di condurre ha giocato il suo ruolo inconscio ma incessante in una tale evoluzione. Le idee acquisiscono uno slancio tutto loro.

Lo stimolo di una grande concentrazione di sostegno pubblico è quasi irresistibile nella sua potenza.

I risentimenti provocati dalla guerra degli oppositori, le responsabilità pratiche di un leader di partito: tutto prende mano. E nei principali grandi numeri ci sono almeno una spiegazione per i grandi cambiamenti. “Ho sempre marciato” diceva Napoleone “con l’opinione di quattro o cinque milioni di uomini”. A cui, senza rischiare il rimprovero di cinismo, si possono aggiungere altri due detti: “In un paese democratico dotato di istituzioni rappresentative è talvolta necessario rinviare alle opinioni di altre persone”; e, “io sono il loro leader, devo seguirli”. L’integrità della carriera di Mr. Gladstone è riscattata dal fatto che queste due ultime considerazioni hanno avuto un ruolo molto più piccolo nella sua vita che in quelle di molti uomini pubblici minori la cui coerenza non è mai stata contestata.

È evidente che un leader politico responsabile della direzione degli affari deve, anche se immutabile nel cuore o nell’obiettivo, dare il suo consiglio ora da una parte e ora dall’altra su molte questioni pubbliche. […] Un esame più approfondito dovrebbe essere applicato anche ai cambiamenti di opinione non in relazione agli eventi, ma ai sistemi di pensiero e di dottrina. […] Uno statista dovrebbe sempre cercare di fare ciò che ritiene migliore a lungo termine per il suo paese, e non dovrebbe essere dissuaso dall’agire in tal modo per il dover divorziare da un grande corpus di dottrina al quale in precedenza aveva aderito. Tuttavia, coloro che sono costretti a queste cupe scelte devono considerare la loro situazione sotto questo rispetto sfortunata. […]

Un cambiamento di Partito è solitamente considerato una violazione di coerenza molto più grave di un cambiamento di punto di vista. Infatti, finché un uomo lavora con un partito, raramente si troverà accusato di incoerenza, indipendentemente da quanto ampiamente le sue opinioni su qualsiasi argomento in un certo momento possano essere cambiate.

Inoltre i partiti sono soggetti a cambiamenti e incoerenze non meno eclatanti di quelle dei singoli. Come potrebbe essere altrimenti nel feroce vortice del conflitto parlamentare e della fortuna elettorale? Il cambiamento con un Partito, per quanto incoerente, è almeno difeso dal potere dei numeri. Rimanere coerenti quando un partito cambia è eccitare una sfida di invidia. Inoltre, una separazione dal partito influisce su ogni sorta di relazioni personali e soffoca il vecchio cameratismo. Tuttavia, una sincera convinzione, in armonia con le esigenze del tempo e su una grande questione, si troverà a prevalere su tutti gli altri fattori; ed è giusto e nell’interesse pubblico che sia così. La politica è una professione generosa.

I motivi e i caratteri degli uomini pubblici, anche se costantemente criticati, sono alla fine ampiamente e equamente giudicati. Ma, ad ogni modo, dov’è oggi la Coerenza? […]


Si tratta della traduzione (a cura di Fabrizio Pinna) dell’inizio e di alcuni passaggi chiave di “Consistency in Politics”, un breve saggio che Sir Winston Churchill pubblicò nella sua raccolta Thoughts and Adventures (London: Thornton and Butterworth, 1932; una copia “scannerizzata” la si può trovare nella biblioteca digitale online Internet Archive). I riferimenti di Churchill a Emerson nell’incipit sono ripresi dal suo saggio “Self-Reliance” – fiducia in se stessi, autostima – raccolto in Ralph Waldo Emerson, Essays (First Series. 1841).