Elezioni Regione Liguria: rieletto Toti col 56% dei votanti; Cambiamo primo partito

Giovanni Toti - Presidente di Regione Liguria

Genova / Savona | di Fabrizio Pinna – Elezioni Regione Liguria: il 46,54% degli elettori non ha votato (ma nel 2015 era andata peggio) e Toti conquista il favore del 56% dei votanti circa, aprendo così un suo nuovo quinquennio da presidente della Giunta regionale ligure che si formerà nei prossimi giorni.


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Se qualcuno candidamente si aspettava sorprese dell’ultimo minuto sarà rimasto deluso: cosa evidente, la strada per un secondo mandato alla presidenza di Regione Liguria era per Giovanni Toti tutta in discesa e l’unico rischio concreto per lui era di inciampare su se stesso o sui suoi alleati, risultando poco verosimile una campagna elettorale travolgente dei candidati antagonisti in grado di rovesciare i rapporti di forza del momento.

Del resto Toti nei mesi scorsi è stato politicamente abile – come conferma anche il dato positivo di Cambiamo – nel ricucire la coalizione dopo la sua fuoriuscita da Forza Italia, conservando così intatto il fronte di centro destra che gli aveva già garantito la vittoria nel 2015, quando invece era partito sfavorito. La composizione delle liste della coalizione è stata ben congegnata, puntando – con qualche eccezione – su nomi accreditati nei vari territori, attenuando così i conflitti interni. Il presentismo di Salvini in Liguria ha forse arginato le manchevolezze della Lega. Qualche fuoco d’artificio c’è stato ugualmente in campagna elettorale, come il “caso Ardenti” in provincia di Savona o quello occasionato dal consigliere regionale uscente Angelo Vaccarezza, sodale di Toti, per aver svelato un segreto di Pulcinella. Ma, dopo qualche giravolta, tutto è poi rientrato nella consueta retorica politica di routine.

Tramontato il tripolarismo delle precedenti elezioni e faticosamente “inventata” sull’onda nazionale l’inedita alleanza allargata Pd/M5S, la pur ampia coalizione che si è proposta come maggiore alternativa cosiddetta “progressista” non ha invece saputo ricomporre le sue scissioni, lasciando fuori Italia Viva e ilBuonsenso. Ritardata oltremisura la scelta del candidato presidente, un ostacolo ulteriore a un sempre meno plausibile tentativo di rimonta nei confronti della Giunta uscente che tutti i sondaggi confermavano nei mesi scorsi essere a distanza abissale.

Partiti alla contesa delle urne con armi spuntate in mano e probabilmente usandole anche male per gli eccessi di auto-referenzialità che sembrano affliggere incurabilmente gran parte della dirigenza degli schieramenti di centro sinistra, gli elettori non hanno mostrato particolare pietas verso di loro già sconfitti. Un distacco complessivo nella media regionale abbondantemente sopra il 16% con oltre 100mila voti di differenza non sono pochi; il giudizio è molto severo, considerando anche che nelle province di Savona e Imperia il distacco fra Toti e Sansa ha raggiunto addirittura cifre quasi “bulgare”, tra il 25 e il 35%. Il resto è solo fantasia di maniera, wishful thinking.

La parte politicamente di maggiore interesse che si aspettava dalle urne era più che altro quella di verificare il riposizionamento delle forze elettorali all’interno dei vari schieramenti e la tenuta dei partiti principali. Nel centro destra Giovanni Toti consolida la sua posizione con il buon risultato del suo partito Cambiamo che risulta primo in Liguria, sopra il 22%; si rafforza anche Fratelli d’Italia, ora intorno all’11% (nel 2015 era al 3,07%). Perdono colpi invece sia la Lega che scende circa al 17% (sempre mettendo da parte le più recenti politiche, nel 2015 era al 20,25%), sia Forza Italia, riuscendo comunque nella mini alleanza con Liguria Popolare a contenere la débâcle sul 5-6% (alle precedenti elezioni regionali del 2015 prima della scissione di Toti da sola aveva ottenuto il 12,66%); resta infine presenza simbolica l’Udc che non arriva all’1%.

Per lo schieramento di centro sinistra che sosteneva la candidatura di Ferruccio Sansa il M5S passa dal 22,29% del 2015 all’8% di oggi, mentre il Pd dal 25,63% (da solo) scivola ora intorno al 20% con la lista che lo vedeva unito al movimento politico Articolo Uno; più confuso seguire l’andamento delle altre componenti della coalizione rispetto alle precedenti regionali: Linea Condivisa è nata solo nel 2019 dalle spoglie di Rete a sinistra e LiberaMente Liguria e si attesta sul 2,5-3%; la componente Verde ottiene il 1,5% e la neonata lista Ferruccio Sansa Presidente orbita intorno all’8%.

Del tutto fuori dalla sfida per la presidenza – e dal Consiglio regionale – gli altri 8 candidati: Aristide Massardo (Psi, +Europa, Italia Viva) meno del 2,5%; Alice Salvatore (ilBuonsenso) sotto 1% così come è anche per Giacomo Chiappori, Marika Cassimatis, Davide Visigalli, Riccardo Benetti, Gaetano Russo e Carlo Carpi.

*I dati si riferiscono agli spogli quasi completati: delle 1.795 sezioni da scrutinare ne mancano ancora circa 200; ci potrebbe essere qualche variazione minima ma i dati sono ormai così assestati.

(Aggiornamento) – Il riepilogo dei risultati definitivi su tutte le 1.795 scrutinate

Giovanni Toti rieletto presidente di Regione Liguria con 383053 voti (il 56,13% dei votanti)

ListeVoti%Seggi
CAMBIAMO CON TOTI PRESIDENTE14155222,68
LEGA SALVINI LIGURIA10737117,146
GIORGIA MELONI PER TOTI FRATELLI D’ITALIA6806210,873
FORZA ITALIA BERLUSCONI – LIGURIA POPOLARE330405,271
LIGURIA UDC40860,650
Totale liste35411156,5318

Ferruccio Sansa eletto consigliere con 265506 voti (38,9% dei votanti)

ListeVoti%Seggi
SANSA PRESIDENTE – PARTITO DEMOCRATICO – ARTICOLO UNO12458619,896
MOVIMENTO 5 STELLE487227,782
LISTA FERRUCCIO SANSA PRESIDENTE447007,142
LINEA CONDIVISA – SINISTRA PER SANSA154512,471
EUROPA VERDE – DEMOS DEMOCRAZIA SOLIDALE – CENTRO DEMOCRATICO91931,470
Totale liste24265238,7411