Il Corsara si tinge… di giallo! “Una macchia nel mare”, di Laura Sergi (2)

Care Lettrici e cari Lettori, per voi su “Albenga Corsara” arriva il nuovo atteso racconto giallo a firma Laura Sergi, “Una macchia nel mare”: la prima puntata è stata pubblicata martedì (CLICCA QUI), oggi la seconda, e la conclusiva terza parte che scioglierà l’enigmatico intreccio potrete invece leggerla sabato 2 luglio.


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Il suo personale timbro e stile narrativo lo conoscete già bene, perché avete avuto modo di apprezzarlo nei tre precedenti racconti di Laura pubblicati sul giornale: “L’incompiuta” (2014, CLICCA QUI), “Quando la vendetta è dolce come il miele” (2015, CLICCA QUI) e “Magari ora arrivano i giorni felici!” (2016, CLICCA QUI).

Se siete in ferie sotto l’ombrellone, e sarebbe pure in tema, o ancora tutti i giorni sospirate vicino al calendario, questa è dunque certamente un’ottima occasione per “uscire con la testa” dallo stress quotidiano, e magari scoprire l’investigatore che c’è in voi.
In ogni caso, un consiglio: cercate di non avvicinarvi troppo agli scogli… il pericolo è in agguato!

Laura Sergi - UNA MACCHIA NEL MARE

UNA MACCHIA NEL MARE / 2
di Laura Sergi

Lo raggiungono: è stravolto.

‘Guardavo il mare – riesce a dire il ragazzo -. Volevo che mi suggerisse come sia stato possibile che sia scivolata!’.

‘E cosa ti ha detto?’, domanda Ugo, dolce.

‘Forse che le persone non sono come sembrano… – dice dopo un po’ -. Sono come quest’acqua: limpida in superficie, e via via che si scende nebulosa, torbida, misteriosa… Quante macchie laggiù!E il mare è profondo, com’è profondo, chissà cosa c’è là sotto…’, singhiozza Lucio.

Mino si attacca al fratello, spaventato.

‘Vieni, Lucio, ti accompagniamo a casa’, dice Ugo.

Entrano in grotta, Ugo è un fulmine a cambiarsi, esce e offre una sigaretta al sedicenne, che ha lo sguardo fisso al mare.

Ugo rientra in grotta, esce ancora e cerca di distrarre l’ex fidanzatino, senza successo. Ora osserva anche lui quella massa d’acqua che si infrange sugli scogli e ripensa alle parole di Lucio: profonde, com’è profondo il mare!

Ritorna in grotta e osserva il fratello. Ha appena completato la sacca da ginnastica: prima le pinne, poi gli asciugamani e i costumi, infine i giornaletti, la radio nella plastica e… no, il mucchietto non è venuto bene. Disfa tutto e ricomincia, finché il risultato non lo soddisfa. Sorride e raggiunge i due.

Nuovamente la polizia è in casa di Elma: tutti i ragazzi che frequentano il luogo hanno citato come testimone Mino, che è l’unico che può dire che si siano allontanati, in gruppo, con Lisa ancora viva. Solo Lucio se n’era andato un po’ prima.

‘Lei ha dichiarato di essersi recato a prendere suo fratellino e di non aver visto nessuno sulla spiaggia!’, chiedono, felici dell’occasione di poter riparlare anche con Ugo, in attesa che Elma conduca loro Mino.

‘E la ragazza l’ha vista? Ha visto qualcun altro?’, insistono.

‘No, come mio fratello non ho visto nessuno. Ho aspettato che si cambiasse, un saluto a Lisa e siamo andati via’.

‘È sicuro che non potesse esserci qualcuno nascosto?’.

‘E dove?’, chiede, poi scuote la testa.

‘Sono sicuro’, dice infine.

Inverno. Il preside parla con la madre di Mino.

”È diventato meticoloso sino all’assurdo – dice -. Lo scorso anno non era così, ma ora… l’insegnante di sostegno non basta più. Prima di aprire un libro, deve svuotare la cartella, e sistemare tutto sul banco: la penna a sinistra, dritta; il temperino e la matita a destra. La gomma in mezzo: se è sporca occorre pulirla. Stiamo perdendo troppe ore…’.

La madre piange. Il preside le ha concesso un mese: o ci sono miglioramenti, o lui non può tenere il ragazzo in una classe di normodotati.

‘Mino, non sprecare tempo…’, consiglia dolce la madre nel pomeriggio, quando il ragazzino si accinge a fare i compiti. Non si è mai accorta di tutti i minuti che impiega ad allestire la scrivania.

‘Tesoro! – dice amorevole. – Cosa cambia se la penna la metti qui, anche storta, e la gomma la lasci nell’astucc…’.

‘No! No!…’, fa il piccolo, occhi sgranati, irriconoscibile.

‘Scusami – dice, e lo accarezza. – Metti tutto come vuoi, ho sbagliato io!’.

Il bambino recupera il sorriso e ricomincia.

La sera, Elma parla con il figlio più grande.

‘Ugo, è stato un disastro l’incontro col preside!’.

Il figlio la tranquillizza: ‘Chiediamo a chi ne sa più di noi, mamma – dice sereno. – Possibile che i medici non si siano accorti di un peggioramento?’.

La madre si calma, ha ragione. Magari i dottori le sapranno indicare quali parole usare con il preside.

‘Signora, lei e suo figlio continuate sempre ad essere ottimisti, ed è un bene, ma la malattia di Mino può avere alti e bassi! È già molto che non sia aggressivo…’, chiarisce il dottor Dosi, un luminare. Le due figure lo ascoltano attonite, poi pregano che la nuova medicina faccia miracoli, e che la relazione che il medico preparerà incida sulle decisioni del preside.

Ma il mese accordato sta terminando, e cambiamenti non ci sono. Mino, nelle poche cose che fa da solo, è sempre lento, meticoloso, ossessivo. Elma piange mentre riordina la sua cameretta.

Sistema il materasso, e spunta un giornale, con l’incidente di Lisa: Mino lo ha nascosto lì.

‘Povera ragazza – pensa – tanto carina, un po’ civetta. Tutti erano innamorati di lei in paese, un tempo anche Ugo le telefonava spesso. Ma quanto piangeva al funerale, Lucio, quanto si sentiva in colpa, come se la caduta fosse una conseguenza della lite con lui!’.

Però gli incidenti capitano, pensa la donna, e Mino l’aveva pur detto ai poliziotti che alla fine non era rimasto nessun altro in spiaggia, ed era stato verificato che Lucio avesse davvero preceduto gli amici al bar.

***

 » Non perdetevi la conclusione della storia! Appuntamento sul Corsara per il finale sabato 2 luglio