LA NONNA DEL CORSARO NERO – Si scaldano i motori delle critiche per il Palio dei Rioni: non c’erano i motori nel Medioevo!

di Sandra Berriolo – (Albenga). Anni di entusiasmo esagerato con la coda Albenga Palio dei Rioni 18-7-2013 3di polemiche e critiche da parte di chi, come me, avrebbe voluto la parte rievocativa molto rigorosa e non solo la goliardia di un carnevale. Sì perché per molti che sia il Palio, che siano i Mondiali, che siano gli anni ’60 o le atmosfere country tutto va bene per travestirsi e far finta di essere attori esperti.


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Quest’anno il clima si fa meditativo prima dell’evento, con pareri e contropareri espressi ben prima dell’inizio. L’uomo delle bolle di sapone più grandi della Provincia (e zone limitrofe) ovvero Luca Mazzara riprende un suo scritto di un anno fa e lancia la sua opinione su Facebook: «Resto dell’idea che espressi in una lettera al Corsara lo scorso anno: un euro per entrare al Palio dei Rioni non è un grave problema, se l’incasso viene usato per finanziare/migliorare la manifestazione. Il biglietto d’entrata ad una manifestazione di qualità è utilizzato in tanti festival, rassegne e manifestazioni in Italia e all’estero, basti pensare a Mercantia (Certaldo) dove il biglietto d’ingresso è molto più alto. E già che ci siamo esprimo il mio desiderio per il Palio: dopo aver tolto l’euro, speriamo che chi partecipa decida di togliere anche occhiali (esistono ottime lenti a contatto) e SOPRATTUTTO, le scarpe da ginnastica, perché a giudicare dalle foto dell’evento pre-Palio, mi pare che queste leggerezze (incomprensibili dopo alcune edizioni) ci siano ancora. Le scarpe da ginnastica sono davvero inaccettabili dopo anni di Palio. Mi hanno appena ricordato che alla prima edizione le avevo anche io, ma era, appunto, la prima edizione…La differenza tra la un evento storico e una sagra la fanno anche questi dettagli. PS: il post appena scritto è esente da qualunque significato politico e intento polemico; lo scrivo perché ultimamente noto livelli di permalosità ingiustificati e ingiustificabili».

Uh che bello, qualcun altro che come me auspica semplici attenzioni che rendono una Rievocazione con la R maiuscola. Gli fa eco Alfredo Sgarlato: «sono d’accordo con Luca: il palio rimane ancora una Albenga Palio dei Rioni 21-7-2012via di mezzo tra una rievocazione e una sagra a tema. Vanno bene tutt’e due le cose ma bisognerebbe prendere una via decisa tra l’una e l’altra».

Al dubbio espresso da un’amica, che i commercianti possono non essere contenti del pagamento della gabella, Mazzara risponde: «Biglietto di ingresso a Mercantia (Certaldo) 25 euro. All’interno della manifestazione gli artisti chiedevano libere offerte dopo l’esibizione. Anche Finalborgo prevede, per chi vuole, l’offerta all’ingresso. I commercianti ci sono anche a Certaldo e a Finalborgo. Secondo me pagare o non pagare 1 euro non danneggia l’economia di un locale o di un negozio, lo ritengo semplicemente un fatto di mentalità. In Liguria certe cose sono impensabili. Ma non è detto che la mentalità ligure sia sempre utile. Esaltare il centro storico con un evento di qualità è una promozione che dura un anno intero, mortificarlo con una sagra della porchetta è un danno che dura per sempre».

A conforto, un commerciante molto noto del Centro Storico, che non fa ristorazione quindi non lo vive con rivalità gastronomica, gli fa eco: «Io sono dell’idea che il Palio vada migliorato ancora tantissimo; ho visto come nelle sfilate i figuranti si facciano proprio gli affari loro e non rispettano un po’ il carattere dello ‘sfilare’ con serietà ed immersi nel ruolo. Inoltre secondo me ci sono troppe cantine senza arte né parte, però loro si che si fanno pagare anche a prezzi un po’ alti. Sono del parere che per entrare nel centro storico ed assistere a degli eventi per 4 giorni, è giusto che si paghi 1 euro che è proprio un obolo simbolico; invece quest’anno penso che nessuno farà un’offerta per entrare. Poi tutti sporcano e noi la mattina troviamo di tutto e di più: ci sarà sicuramente bisogno di più pulizia ecc ecc».

Interviene Gino Rapa dei Fieui di Caruggi: «Premesso che una sagra-festa medioevale può avere il suo fascino, ritengo importante che si abbia da parte di tutti la consapevolezza che di sagra si tratta e non la presunzione di chiamarla rievocazione storica. Vicina a quest’ultima era in effetti la manifestazione ideata anni fa e mirabilmente guidata dall’ingegner Bessone e consorte, con regole abbastanza ferree nell’abbigliamento e nella partecipazione. In questi anni abbiamo visto di tutto: da cantinieri vestiti da Napoleone, assessori alla Robin Hood o peggio. Gente che durante la sfilata parla al cellulare, Rolex (medioevale) al polso, occhiali, scarpe da ginnastica, cane caldum (hot dog), mojtum e cocam colam! Si tratta di fare una scelta oppure mantenere un ibrido. Ogni soluzione ha aspetti positivi e negativi. Certamente l’impossibilità di grossi investimenti ha la sua importanza. Sicuramente una buona cosa sarebbe rispettare maggiormente la medioevalità di Albenga TUTTO L’ANNO: troppi cavi volanti ovunque, antenne telefoniche sulle torri, alluminio anodizzato e plastica usati smodatamente, numeri civici in alluminio verniciato, arredo del centro storico perlomeno… contraddittorio. In effetti qualcosa di medioevale autentico è rimasto: passando in certi vicoli gli odori che si respirano e la sporcizia che si vede ci riportano realisticamente all’epoca …».

Davide Geddo dell’Associazione Zoo: «Il Palio per me deve essere un festa di ispirazione medievale a cui partecipa tutta la cittadinanza. Una rievocazione storica sarebbe un evento di fascino ma anche uno spettacolo da preparare (e finanziare) e, secondo me, meno coinvolgente. Se spuntano un paio di scarpe da ginnastica o un paio di occhiali non c’è da esagerare col purismo anche se credo sia corretto che chi partecipi ogni anno provi a migliorarsi. Quindi nel rispetto di chi punta alla rievocazione io sono contrario. Sparirebbe tutto l’aspetto festaiolo perché nel medioevo non c’era praticamente nulla di quello che oggi significa festa e condivisione. Il vino perfino aveva un significato differente; una rievocazione al 100% eliminerebbe del tutto le cantine, le compagnie e le associazioni che rendono vive le serate. Per eliminare un effetto sagra presente ma non preponderante basterebbe far rispettare la regola dei due piatti per cantina. Albenga era più potente in età romana che medievale ma la festa è nata così; cambiare avrebbe poco senso».

Gino: «A questo punto penso che la definizione “FESTA MEDIOEVALE” sia la più appropriata a definire il clima giocoso e popolar-culturale dell’evento».

Modera Alessandro Andreis: «Un evento bellissimo che deve “definirsi” meglio. Ma oggi è l’Evento con la E maiuscola, grazie a chi lo ha condotto fin qui».

rubricasandrahome1Personalmente non concordo sul fatto che le cantine non prevalgano, anzi! Della sfilata secondo me, soprattutto ai giovani non importa un granché se non prendere in giro l’amico o la zia che stanno passando. E qualcuno ha colto la difficoltà di inventarsi e sobbarcarsi le preparazioni adeguate. Un catering della zona infatti sta pubblicizzando su Fb i suoi piatti per il Palio! Minestra di Pane, Zuppa di Farro, Zuppa d’Orzo, Risotto ai Funghi Porcini, Gnocchetti Funghi e Salsiccia, Tagliatelle ai Funghi, Pappardelle al Cinghiale, Cinghiale in Umido, Trippa, Seppie in Zimino, Insalata di Farro…etc. Questo significa cogliere le opportunità, bravi! Oltretutto le preparazioni mi sembrano adeguate all’epoca, compatibilmente col fatto che in quei tempi solo i nobili, i ricchi feudatari e i monastici mangiavano adeguatamente. Per gli altri zuppa di cavolo e cipolle tutto l’anno!

* Nelle foto (SB): alcuni scatti del Palio dei Rioni, edizioni 2012 e 2013

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo

3 Commenti

  1. Prima di pensare a queste “finezze” sarebbe meglio realizzare una seria selezione delle cantine, per evitare che delle topaie che fino a ieri pullulavano di scarafaggi e roditori il giorno dopo si trasformino in cucine con requisiti da terzo mondo, con introiti tutti esentasse…
    Se vogliono aiutar eun po’ i commercianti e gestori dovrebbero permetterew di aprir ecantine soltanto a loro e a chi già ha un attività affine ( non un fabbro o un negozio di abbigliamento)alla somministrazioen di cibi e bevande e una licenza adeguata. Ma..nient eoeprazioni da business messe in piedi all’ultimo minuto per fare cassa come è successo in tutte le edizioni passate.
    Sui dettagli dell’abbigliamento dovrebbe esserci un po’ di cura. Non dico di arrivare alla maniacale logica che impera a Finalborgo, dove il comitato si permetteva di osteggiare i figuranti vestiti da templari perchè fuori periodo storico…salvo poi proporre la rappresentazione della battaglia medioevale con tanto di cavalieri templari e ospitalieri nel campo sportivo… ma almeno evitare gli oggetti moderni che cozzano con lo spirito della manifestazione.

  2. Speriamo che il Podestà nella sfilata non sia sempre con l’orologio al polso e col bicchiere di plastica pieno di sangria o mojto in mano sigh!

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