Rinasce l’Amazzone di Massimo Campigli. L’opera restaurata torna in Pinacoteca a Savona

Nella foto: particolare dell’Amazzone (1953) di Massimo Campigli, opera conservata a Savona nella collezione di arte contemporanea della Fondazione Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo

Ritorna finalmente ad essere esposto al pubblico a Savona, dopo un complesso restauro condotto da Martina Avogadro della Soprintendenza, uno dei capolavori della collezione di arte contemporanea della Fondazione Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo: l’Amazzone di Massimo Campigli.

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È un gioiello che grazie a un lavoro di sinergia con la Soprintendenza torna finalmente a splendere – dice l’Assessore alla Cultura Nicoletta Negro – e prende nuovamente posto nelle sale della Pinacoteca. Anche questa azione fa parte del lavoro che la Fondazione Milena Milani sta facendo per trovare sempre nuove occasioni per valorizzare e rilanciare un patrimonio di grande valore”.

“Si è trattato di un intervento complesso – spiega, invece, Francesca De Cupis, storico dell’arte, responsabile della tutela storico-artistica della Soprintendenzain ragione dei gravi problemi conservativi in cui versava il dipinto, legati alla peculiare tecnica utilizzata dall’artista. Nell’indirizzare le scelte operative fondamentali si sono rivelate le indagini diagnostiche effettuate a supporto del restauro”.

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L’Amazzone e Massimo Campigli

L’intervento di restauro, curato dalla Soprintendenza Archeologia e Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia a Savona, ha affrontato le gravi condizioni conservative in cui versava il dipinto, realizzato dall’artista nel 1953 con tecniche miste su tela, ripristinando, in particolare, la stabilità della pellicola pittorica e riducendo le consistenti deformazioni della superficie della tela.

Nella foto: l’Amazzone (1953) di Massimo Campigli, opera conservata a Savona nella collezione di arte contemporanea della Fondazione Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo

Massimo Campigli (Berlino, 1875 – Saint Tropez, 1971) – sin dagli anni Venti affermato come aderente al gruppo degli Italiens de Paris, e poi nel corso degli anni Trenta uno degli esponenti della nuova decorazione murale in grandi commissioni architettoniche ufficiali – fu uno degli artisti sostenuti e promossi da Carlo Cardazzo, come una delle voci più rappresentative, in senso fortemente identitario, della galassia di espressioni caratterizzante il linguaggio artistico italiano del Novecento. Collezionista d’arte, editore, animatore culturale e mercante d’arte, Cardazzo – che fu, come noto, compagno nella vita della scrittrice e artista Milena Milani – condivise con gli artisti da lui seguiti un legame di profonda vicinanza umana e artistica.

Particolarmente significativo fu l’incontro con Massimo Campigli, con cui Cardazzo era in rapporti fin dagli anni Trenta e di cui divenne nel dopoguerra il più importante gallerista.

Le fasi del delicato intervento conservativo, insieme a una lettura dell’opera nel contesto dei rapporti Campigli/ Cardazzo del secondo dopoguerra, saranno illustrate sabato 18 maggio alle ore 17.30 presso la Sala Conferenze della Pinacoteca Civica (in piazza Chabrol) nel corso di un evento curato da Comune di Savona, Pinacoteca Civica e Soprintendenza.