Su La Testa 2024 terza serata

di Alfredo Sgarlato – La terza giornata di Su La Testa inizia con un doppio appuntamento coi Terraviva, la mattina presso Musicology, la sera sul palco del Teatro Ambra. Sono quattro musicisti, Francesca Confortini, voce, Matteo Ricordo (di Alassio) batteria, Alessandro Gugel, chitarra e Devid Dell’Aiera, basso, che al mattino si esibiscono in versione acustica, alla sera in quella elettrica. Si sono conosciuti a Londra e là si sono trasferiti per fare musica. Il loro genere non è facile da definire: rock, jazz, soul, reggae. folk mediterraneo si fondono con naturalezza, le canzoni sono tutte su tempi dispari e la tecnica dei musicisti sbalorditiva, ma senza mai impelagarsi in virtuosismi fini a sé stessi. Bravissima la cantante per stile e presenza scenica, ma i suoi compagni non sono da meno, meriterebbero in primi posti nelle classifiche, ma sappiamo che la qualità oggi non paga.

Molti gruppi nel pomeriggio, purtroppo con tempi dilatati, vagando per il centro riesco ad apprezzare il folk ammaliante di Beatrice Campisi, la trascinante verve dei Barbagrammi, la new wave dei Simon Dietzsche, i simpatici Nylon: molti di loro e dei musicisti visti nei giorni scorsi animeranno il dopofestival, che ha chi ha potuto fare le ore piccole ha regalato sorprese ed emozioni.

Dopo i Terraviva si esibisce Alessandra Tumolillo da Napoli; anche nel suo caso una fenomenale tecnica chitarristica, unita a una bella voce, non è pura esibizione ma la base di un progetto musicale molto coerente e riuscito, riprendere classici della canzone napoletana di ieri e di oggi in versione jazz. Momento più intimista, molto emozionante, una fusione di classicità e modernità che si fa apprezzare, anche Alessandra sarà chiamata a gran voce al dopofestival a continuare la sua esibizione per la gioia dei presenti.

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Terzo set con Filippo Graziani, figlio dell’indimenticato Ivan, che propone sia gli inediti ritrovati del padre, sia alcuni classici che tutto il pubblico canta a memoria (anche il vostro cronista, che pure ha sempre ascoltato cose diverse, se le canzoni di Graziani sono rimaste così nella memoria un motivo ci sarà). Anche Filippo, come del resto il padre, è un chitarrista straordinario e un bravo cantante con una voce immediatamente riconoscibile: le canzoni, da Monna Lisa a Pigro a Agnese, sono indimenticabili, e anche i brani inediti raccolti nel disco “Per gli amici”, una sere di canzoni che omaggiano il mare, i pescatori, amicizia, sono molto gradevoli.

Finale di serata con Paolo Benvegnù che presenta il nuovo album “È inutile parlare d’amore”. Benvegnù, inutile girarci intorno, è tra i migliori musicisti italiani della sua (nostra) generazione, poeta e visionario, intimista e universale. La qualità di scrittura dei suoi testi non ha molti termini di paragone nella scena attuale, da lui non arrivano sterili provocazioni o denunce prevedibili, ma un magma lirico che rende le sue canzoni paragonabili a brevi romanzi o film. È circondato da musicisti giovanissimi, molto bravi, e quando si decide a presentare le canzoni lo fa in maniera esilarante, lui che nelle liriche è così introverso e profondo. Un vero artista, che manifestazioni più commerciali di Su La Testa si guardano bene dall’invitare.

Un’edizione del festival, questa sedicesima, davvero di alto livello: riuscirà l’Associazione Zoo, con il consueto lavoro di Alessandro Mazzitelli dietro il mixer, a ripetersi e superarsi? Crediamo in loro, riempiamo sempre il Teatro Ambra (e tutti i locali e le piazze dove si suona musica d’autore dal vivo) e lo faranno.

*Foto di Roberto Ruaro e Associazione Zoo