Il grande ritorno di Su la Testa: terza serata

di Alfredo Sgarlato – La terza serata di Su la Testa 2023 viene preceduta dall’anteprima pomeridiana con l’intervista a Massimo Cotto, giornalista, e Francesco Venuto, promoter, che discutono sull’importanza e le difficoltà della musica dal vivo, soprattutto dei piccoli festival che sono spesso i più meritevoli di interesse, intervista inframmezzata dagli esilaranti racconti di Giorgio Olmoti e da classici della canzone cantati da Tiberio Ferracane.


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È ancora Tiberio Ferracane ad aprire il concerto serale. Il cantautore torinese di adozione ma mediterraneo di origine ci porta, con voce roca e pianoforte, in un viaggio molto suggestivo nel mondo dei pescatori, degli esuli, dei sognatori, in breve di tutti quelli che amano il mare. Certamente c’è chi in questi viaggi ci ha già accompagnato, Conte, Fossati, Testa, ma è inevitabile che un autore di oggi sia figlio dei giganti di ieri, tra cui Modugno di cui Ferracane canta un’intensa versione di “Lu pisci spada” per sola voce.

Chi coniuga tradizione e modernità nel migliore dei modi è Beatrice Campisi, che accompagnata da una rodata band esegue un folk rock in italiano e siciliano davvero coinvolgente. Notevole la preparazione vocale di Beatrice, che poi nel dopofestival eseguirà una splendida versione swing di “Mi votu e mi rivotu” (di autore sconosciuto e cantata soprattutto dalla regina del folk siciliano Rosa Balistreri): la sua è stata una delle esibizioni più riuscite e apprezzate di questa edizione di Su la Testa, una vera rivelazione per chi non l’aveva già vista in un’edizione precedente.

Terzo momento della serata con Gianmaria Simon, anche lui iscrivibile in un contesto di contaminazione tra canzone d’autore, folk e persino psichedelia, nei brani più d’atmosfera in cui spicca il lavoro di cesello dei fiati di Nicola Bellulovich. Molte citazione letterarie nei testi, che raccontano di personaggi girovaghi, sradicati, anarchici. Anche Simon ha regalato un’esibizione che ha saputo coinvolgere e divertire, facendoci viaggiare in mondi sognati.

Chiude il festival Dolcenera, in solo col suo pianoforte, che esegue canzoni dal suo repertorio più recente. Non si gioca la carta delle hit, ma punta su brani che valorizzano la sua voce, che è davvero potente e versatile, e anche come pianista è molto valida. La dimensione raccolta di un teatro, con un pubblico preparato e attento è quella che permette a un musicista di dare il meglio di sé, e l’abbiamo visto in queste serate in cui sia musicisti del mondo pop come Dolcenera e Morgan, sia quelli di estrazione folk, rock o giovani esordienti, si sono sentiti a proprio agio, ed hanno mostrato la propria parte migliore, l’interiorità e l’impegno, il senso dell’umorismo e il pathos.

La lunga pausa non ha arrugginito i ragazzi dell’Associazione Zoo, che col prode Alessandro Mazzitelli dietro al mixer hanno organizzato un’edizione di Su la Testa che ha mantenuto il livello alto che aveva caratterizzato le precedenti ed ha funzionato perfettamente. Speriamo sia la prima di una nuova lunghissima serie.

*Foto dalla pagina Facebook dell’Associazione Zoo