di Alfredo Sgarlato – Seconda giornata per la decima edizione dell’Albenga Jazz Festival. Al pomeriggio in Piazza Trincheri il concerto dei Fool Arcana, giovane formazione milanese che presenta il primo album “Picaresque”, con brani interamente di propria composizione. Il gruppo propone un jazz pop molto elegante, stile anni ’80/’90, con puntate persino nel trip hop alla Portishead; la bella voce di Cecilia Barra Caracciolo, molto duttile, è la spina dorsale della musica proposta, ottimamente accompagnata dai travolgenti solo al sax di Riccardo Sala, dalle raffinate sonorità vintage delle tastiere di Fabio Visocchi, e dalla valida sezione ritmica, Riccardo Oliva al basso e Gianluca Pellerito alla batteria. Una rivelazione per il numeroso pubblico presente anche in orario pomeridiano.
Alla sera il trio composto da Pietro Tonolo, sax e flauto, e Dario Deidda al basso elettrico, due dei più importanti interpreti italiani dei rispettivi strumenti, con lo straordinario batterista e vibrafonista Jorge Rossy (in gonna!), già collaboratore di Chick Corea, Brad Mehldau, Carla Bley, Joe Lovano e mi fermo qui per non tediare il lettore. Benchè Tonolo, poiché suona uno strumento melodico, sia maggiormente al proscenio, si può parlare di tre solisti, che dialogano incessivamente con un interplay geniale; tre musicisti dalla tecnica eccezionale ma che non si perdono mai in virtuosismi inutili, i brani sono spesso melodici e di atmosfera. Il gruppo esegue composizioni molto belle di Steve Swallow, Bill Evans o Wayne Shorter, chiudendo con l’omaggio al bop col classico “Crazeology”, di autore incerto e generalmente attribuito a Charlie Parker, alternando tempi veloci a brani più lenti, molto suggestivi, in cui Rossy passa al vibrafono e Tonolo imbraccia il flauto o il soprano.
Una musica forse meno immediata di quella della sera precedente, ma non per questo meno coinvolgente: i solo di Tonolo sono a volte dolci a volte travolgenti, Deidda pizzica il basso con raffinata maestria, e Rossy è un batterista dalla tecnica fenomale ma mai esibita, apparentemente sembra suoni figure ritimiche molto semplici, ma in realtà è una mostro di bravura che il numeroso pubblico applaude fortemente. Un bis viene chiesto a gran voce, il pubblico ha apprezzato un trio di musicisti formidabili che ci hanno regalato un’altra serata indimenticabile. Stasera si chiude con Bireli Lagrene, l’erede del leggendario Django Reinhardt.
*Foto di Marina Garatti