Un inizio straordinario per l’Albenga Jazz Festival 2022

di Alfredo Sgarlato – Partenza col botto per la decima edizione dell’Albenga Jazz Festival, che già dalla prima serata si preannuncia come una manifestazione di livello altissimo, degna delle migliori rassegne nazionali. Anteprima pomeridiana con la presentazione del libro di Giannino Balbis “La donna più fedele – Riccardo Zegna si racconta”, in cui lo scrittore e dantista ligure Balbis racconta la storia e la carriera del grande pianista e compositore Zegna, torinese di nascita ma ligure di adozione che, intervistato da Luca Bragalini, ha raccontato molti divertenti aneddoti sulle sue avventure di jazzista che non parla inglese. Lettura consigliatissima per gli amanti della musica.

In serata, concerto della European Swing Machine con ospite straordinario Antonio Hart. Sassofonista alto e soprano, collaboratore di giganti del jazz come il compianto Roy Hargrove, Terence Blanchard, Dave Holland, Hart, con una brillante giacchetta rosa, cerca subito la comunione col pubblico promettendo una serata di musica armonia e pace, e ci riesce con una carica emotiva nelle improvvisazioni fortissima. Il suo stile compendia gran parte di storia del jazz: se il suono è dolce, abbastanza pulito, quasi più da tenore che da alto, lo stile fonde varie epoche, dal bop al free, passando inevitabilmente per la lezione di Coltrane, di cui esegue una trasfigurata “Giant Steps”.

Omaggia Miles Davis e il bop, ma il massimo di sé lo regala quando improvvisa più liberamente, come in un paio di a solo accompagnati unicamente dalla batteria. Mentre non suona Hart appare molto simpatico, tiene il tempo, accenna passi di danza, scherza coi bambini. Tra i suoi accompagnatori, macchina da swing, mai nome fu più azzeccato, spicca soprattutto il bassista Aldo Zunino, a suo agio anche su tempi velocissimi ed elegante anche nei solo, così come è elegante e inventivo il pianista francese Olivier Hutman, che spesso improvvisa in contemporanea con Hart, e presenta uno stile mai banale, con fraseggi spesso basati su accordi pieni alternati con brevi frasi. Ottimo anche il contributo del batterista austriaco Bernd Reiter, protagonista di apprezzabili break dallo stile geometrico.

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Moltissimi e continui gli applausi del pubblico, convolto come coro nel blues finale, cui seguono due richiestissimi bis, per un concerto che ha davvero colpito gli spettatori: Hart e collaboratori hanno saputo proporre una musica che omaggia la tradizione senza dimenticare le avanguardie, che variava nei ritmi, dal più veloce alla ballad di atmosfera (un bellissimo tema di Mal Waldron con Hart al soprano), dai temi bop a quelli funkeggianti stile Horace Silver. Una bellissima serata di musica e comunione spirituale tra i presenti: il festival, che è dedicato alla memoria di Andrea Pino, grande amante del jazz recentemente scomparso, continua oggi con Fool Arcana e Tonolo/Rossy/Deidda Trio.

*Foto di Marina Garatti