Robot umanoidi per l’assistenza alle persone con lesioni midollari all’Ospedale Santa Corona

cervello

L’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure e l’Università di Genova portano in corsia i robot umanoidi per l’assistenza alle persone con lesioni midollari.

L’Unità Spinale dell’ospedale Santa Corona e il Dipartimento DIBRIS dell’Università di Genova, collaborano al progetto “robot umanoidi per l’assistenza in Unità Spinale” che mira a sviluppare i primi robot in grado di assistere, dapprima in corsia, ma in futuro anche al domicilio, le persone con lesioni midollari.

I robot dovranno avere capacità di assistenza, ma anche, ed è la caratteristica di maggior pregio , la capacità di intrattenere, con la persona a cui saranno dedicati, un dialogo approfondito che tenga conto delle specificità di quella singola persona e del contesto socio-culturale ed esperenziale nel quale la persona vive ed è vissuta.

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“Questo progetto – afferma il presidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria Giovanni Toti – conferma lo straordinario lavoro svolto dall’Unità Spinale del Santa Corona, Centro traumatologico di riferimento regionale per la presa in carico dei pazienti con lesioni midollari. La collaborazione con l’Università di Genova consente di traguardare nuove sfide nel campo della robotica applicata a queste patologie, con l’obiettivo di far raggiungere ai pazienti il miglior stato di salute possibile, compatibilmente con la gravità del danno neurologico subito. Il mio plauso e ringraziamento va a tutto il gruppo di professionisti che vi lavorano e ai ricercatori universitari coinvolti: sono certo che la collaborazione tra queste nostre eccellenze porterà risultati significativi a beneficio dei pazienti”.

Il Direttore Generale di Asl2 aggiunge: “Asl2 continua a perseguire il miglioramento dell’offerta sanitaria all’utenza, dalle prestazioni più semplici a quelle più complesse in tutti i settori. La professionalità del dott. Massone e di tutta l’equipe dell’USU, la collaborazione con l’Università di Genova e con il policlinico San Martino che ha portato all’avvio del Dipartimento di Neuroscienze e le altre collaborazioni in atto stanno aprendo la strade alla possibilità da un lato di fornire un’assistenza di assoluto livello ai cittadini della provincia di Savona e dall’altro lato di consolidare in questo caso il ruolo dell’USU e di tutte le strutture ASL2 in una rete di servizi sociosanitari di respiro regionale ed extraregionale. Mi unisco ai complimenti rivolti allo staff dell’USU e al dipartimento DIBRIS dell’Università di Genova”

“I robot possono aiutare le persone ricoverate – dice il dr. Massone, direttore dell’Unità Spinale – in molti modi: possono incoraggiare i pazienti ad effettuare esercizi quotidiani, li possono aiutare a muovere e posizionare correttamente oggetti di uso quotidiano nella stanza di degenza, rendere facile l’accesso a televisione, internet e alla comunicazione remota con amici e familiari. Oltre questo aspetto assistivo, soprattutto per coloro che devono trascorrere a letto lunghi periodi, anche di un mese, vorremo sviluppare e testare robot in grado di tenere compagnia, con conversazioni che rispondano agli interessi dei singoli utenti“.

Il progetto sarà basato su robot umanoidi come Nao e Pepper, di cui il dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei Sistemi (DIBRIS) dell’Università di Genova svilupperà l’intelligenza artificiale, e sarà coordinato per il DIBRIS dall’Ing. Maura Casadio che si avvarrà di un team qualificato. Ogni azione verrà eseguita dai robot con attenzione ai costumi, alle pratiche culturali e alle preferenze individuali.

“Gli assistenti vocali in commercio – dice Antonio Sgorbissa, professore di robotica presso l’Università di Genova – hanno capacità di conversazione molto limitata, e non sono in grado di interagire fisicamente con le persone. Stiamo cercando di superare questi limiti”.

La ricerca si baserà sui risultati del progetto europeo Caresses, guidato dal professor Sgorbissa e dal suo team, un intervento multidisciplinare il cui obiettivo è stato quello di sviluppare il primo robot di assistenza agli anziani in grado di adattarsi all’ambito culturale e sociale della persona; nel caso di Caresses, i robot sono stati perfezionati per la conversazione con anziani di UK, Francia e Giappone in maniera che rispondessero tenendo conto dei diversi vincoli culturali e sociali.

In questo nuovo progetto l’obiettivo diventa introdurre robot umanoidi nelle corsie dell’Unità Spinale in modo da ottimizzare l’intervento assistivo e relazionale su persone con lesioni che costringono all’immobilità anche per lungo tempo.

Nel laboratorio congiunto tra DIBRIS e Unità Spinale, medici, terapisti, infermieri, psicologi bioingegneri ed ingegneri robotici collaboreranno con le persone vittime di lesioni al midollo spinale afferenti alla struttura per costruire, insieme, una nuova generazione di robot in grado di fornire un’assistenza personalizzata, che tenga conto sia delle diverse abilità fisiche e cognitive degli individui con cui interagiscono sia delle loro specifiche preferenze legate, ad esempio, a età, sesso e cultura.

L’Unità Spinale, fondata nel 1999, è una Struttura di alta specialità, espressamente destinata all’assistenza delle persone con lesione midollare di origine traumatica e non, ed è Centro Regionale di Riferimento della Mielolesione ed elemento costituente del Trauma Center.