Siccità: Regione Liguria, presidente Toti firma richiesta stato di emergenza

Il Palazzo di Regione Liguria in Piazza De Ferrari a Genova

Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti ha firmato la richiesta per lo Stato di emergenza per la siccità sul territorio con l’indicazione al Dipartimento nazionale di Protezione civile di una serie di interventi non strutturali e urgenti per 10.159.500 euro complessivi.
La richiesta fa seguito alla dichiarazione per tutti i bacini di competenza dello stato di ‘alta severità idrica’ da parte delle Autorità di Distretto del bacino del Po e dell’Appennino Settentrionale, nelle quali ricadono rispettivamente i bacini padani e tirrenici liguri.
Tra gli interventi indicati nella richiesta inviata alla Presidenza del Consiglio dei ministri e al Dipartimento Nazionale di Protezione civile e condivisi con gli enti gestori del servizio idrico integrato ci sono la posa o sostituzione di tubazioni, lavori per l’interconnessione di reti, il potenziamento degli impianti, ripristino di pozzi, effettuazione di trasporti con autobotti, installazione di serbatoi provvisori, la realizzazione di mini invasi.


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In particolare:
• nello spezzino (Ambito Territoriale Ottimale Est) sono previsti interventi per un valore stimato di 1,3 milioni di euro (interconnessione acquedotti, autobotti, realizzazione nuovi pozzi)
• nell’area metropolitana genovese (Ambito Territoriale Ottimale Centro est) sono previsti interventi urgenti per un valore stimato di complessivi 3.906.000 euro per interconnessione di reti idriche, nuove condotte di adduzione, realizzazione di nuovi pozzi
• nel savonese (Ambito Territoriale Ottimale Centro Ovest) sono previsti interventi per una stima di 2.243.500 euro (potenziamento e interconnessione di reti idriche, realizzazione di nuovi pozzi e serbatoi di accumulo)
• nell’imperiese (Ambito Territoriale Ottimale Ovest) la stima degli interventi urgenti è di 2.710.000 euro per il potenziamento e interconnessione di reti idriche, nuove condotte di adduzione, realizzazione di nuovi pozzi, realizzazione di mini invasi, autobotti e serbatoi di accumulo.

“Avanziamo questa richiesta al Governo a soli tre giorni dalla dichiarazione di ‘alta severità idrica’ da parte dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale: in tempo record – afferma il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – abbiamo elaborato tutta la documentazione necessaria, con un’approfondita relazione, anche dal punto di vista meteo, e l’elenco degli interventi urgenti individuati insieme agli enti gestori per far fronte alla situazione. Siamo solo all’inizio perché questa emergenza comporta almeno altre due fasi che non sono nella nostra disponibilità: stiamo aspettando che arrivi l’ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione civile nazionale, attesa in Conferenza Stato Regioni entro fine mese per l’intesa. Come Regioni abbiamo proposto alcune formule per investimenti strutturali, su cui abbiamo una qualche esperienza per aver investito oltre 300 milioni di euro per interventi di mitigazione del rischio dopo la mareggiata 2018. Per quanto ci riguarda, nel piano invasi del Pnrr c’è anche il finanziamento del rifacimento dell’acquedotto del Roja per oltre 27 milioni di euro: a metà luglio porteremo in Consiglio regionale un emendamento ad una norma ‘omnibus’ per consentire a Regione di anticipare oltre 5,5 milioni di euro a Riviera Acque per eventuali interventi emergenziali e, soprattutto, per accelerare la realizzazione del nuovo acquedotto”.

“Gli interventi emergenziali individuati nella richiesta di Stato di emergenza servono per affrontare la prima fase – aggiunge l’assessore regionale alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone – finalizzata a scongiurare e limitare il più possibile un razionamento dell’acqua potabile. Si tratta di interventi con tempi di realizzazione che vanno da 3 giorni fino ad un massimo di 1 anno: i soggetti gestori hanno già tutta la progettualità in modo da essere pronti a realizzarli. Questa è una delle condizioni richieste dal Dipartimento Nazionale per avanzare la richiesta”.
L’assessore Giampedrone ha poi spiegato che “ci sono altre due richieste avanzate dalla Liguria insieme alla Conferenza delle Regioni tramite le Commissioni Ambiente e Protezione civile, per varare un piano infrastrutturale di sistema, simile a quello varato dopo la mareggiata del 2018, per avere cifre a disposizione su più anni e programmare gli interventi necessari. Questo ci consentirebbe di affrontare il problema non dal punto di vista emergenziale, visto che comunque la tendenza non crediamo migliorerà nei prossimi mesi e nei prossimi anni a causa dei cambiamenti climatici. La seconda richiesta su cui attendiamo la risposta del Dipartimento nazionale di Protezione civile – prosegue – riguarda i ristori per le aziende colpite dalla siccità: immaginiamo saranno gestiti attraverso il sistema di Protezione civile secondo i criteri che saranno indicati dal Dipartimento nazionale, con i soggetti deputati a lavorare le domande che perverranno dalle attività agricole e zootecniche. Sarà il governo a decidere le percentuali di risarcimento. Siamo all’inizio del mese di luglio e non prevediamo alcun cambiamento delle condizioni meteo da qui al prossimo autunno: la situazione attuale – conclude Giampedrone – in Liguria vede un livello di piogge con valori tra il 40 e il 60% inferiori alla media del periodo mentre i nostri bacini sono ad un livello medio che solitamente si registra a fine agosto o ai primi di settembre”.

Nella relazione inviata al governo si evidenzia che le piogge degli ultimi nove mesi si sono attestate molto al di sotto delle medie, con valori fra il 40% e il 60% in meno rispetto alle medie sul periodo. Si segnalano in particolare le anomalie negative di Imperia (-56%), Savona (-57%), Genova (-54%) e la Spezia (-53%) che confermano l’inquadramento del periodo considerato come siccitoso, in particolare negli ultimi 6-7 mesi.
Le temperature, in tutti i siti considerati, sono significativamente superiori ai valori attesi del periodo sia nei valori massimi sia in quelli minimi giornalieri.
In conseguenza del clima particolarmente caldo e siccitoso degli ultimi nove mesi i fiumi, le sorgenti e le falde idriche presentano valori che, nella gran parte del territorio regionale sono vicine o inferiori ai minimi storici mai registrati. Anche gli invasi hanno livelli inferiori a quelli tipici della stagione mostrando come la situazione attuale è paragonabile a quella attesa a fine agosto. Le previsioni a medio e lungo termine indicano che la siccità perdurerà nei prossimi mesi aggravando ulteriormente la situazione attuale.
Alla generalizzata criticità idrica si sommano, nella provincia di Imperia, le conseguenze della tempesta Alex dell’ottobre 2020 che hanno causato un precedente depauperamento della falda del fiume Roja. I livelli di tale falda sono critici ed hanno necessitato di mettere in atto interventi volti a far risalire, almeno nel breve termine, i livelli di falda. Tali interventi hanno efficacia limitata nel tempo e non garantiscono, da soli, la continuità dell’approvvigionamento idropotabile per la provincia nei prossimi mesi. La relazione evidenzia inoltre diffuse criticità per tutti gli acquedotti serviti da sorgenti. Per alcuni di questi sono già stati necessari interventi con autobotti o occorse interruzioni parziali del servizio. Sono in sofferenza anche i pozzi siti negli acquiferi costieri che in alcuni casi hanno dovuto essere già abbandonati e sostituiti da fonti alternative.
Allo stato sono stati eseguiti, in corso o in fase di realizzazione da parte dei Gestori del Servizio Idrico integrato interventi di interconnessioni reti, realizzazioni nuovi tratti di reti o sostituzioni di esistenti per un importo complessivo di 1,5 milioni di euro.

RIUSO ACQUA DEPURATORI
Nella seduta odierna la Giunta ha varato anche una proposta normativa, che dovrà essere varata dal Consiglio regionale entro la fine di luglio per l’entrata in vigore, che consenta il riuso dell’acqua dei depuratori di ultima generazione. “Abbiamo inaugurato l’estate scorsa il nuovo depuratore di Rapallo – ha affermato l’assessore Giampedrone – che ha una condizione tecnologica che consente il riutilizzo delle acque che vengono depurate. Questa norma consente di riutilizzare l’acqua del depuratore di Rapallo evitando che venga dispersa in mare per rispondere ad esigenze diverse da quella idropotabile come ad esempio per l’innaffiamento dei giardini o il lavaggio delle barche per la nautica da diporto. Credo sia giusto e doveroso iniziare a dire che i nuovi impianti comportano anche questa opportunità”.