Loano, il largo delle “rosa dei venti” sulla passeggiata intitolato a Teresa Isnardi

Si è tenuta questo pomeriggio a Loano la cerimonia di intitolazione a Teresa Isnardi del largo situato sul Lungomare Garbarino-Garassini, nei pressi del Residence Perelli. Hanno partecipato presenti il sindaco di Loano Luca Lettieri, l’assessore alla cultura Enrica Rocca, rappresentanti dell’amministrazione comunale, l’ex sindaco Luigi Pignocca, la presidente di Fidapa Loano Silvana Saettone, l’ex presidente Umberta Bolognesi, la presidente del distretto nord-ovest di Fidapa Rachele Capristo e l’avvocato Stefano Carrara, discendente di Teresa Isnardi.
A proporre l’intitolazione dello spazio della “rosa dei venti” a Teresa Isnardi è stata la sezione Loano-Riviera delle Palme di Fidapa, la Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari, ed in particolare l’ex presidente Umberta Bolognesi. La scelta di intitolare il largo a Teresa Isnardi non è stata (ovviamente) casuale. Teresa Isnardi, infatti, è stata una pioniera dell’imprenditoria femminile nel settore armatoriale nella seconda metà dell’800 e dunque una “donna Fidapa” ante-litteram.

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Teresa Isnardi nacque a Loano il 14 febbraio 1846. Era figlia del negoziante Stefano Isnardi, soprannominato “Felluga” o “Fellughin”, e di Maria Maddalena Patrone, a sua volta figlia di Angelo Patrone e Caterina. Rimasta vedova del marito Giuseppe Carrara il 20 settembre 1870, condusse l’azienda armatoriale del marito anche in legale rappresentanza dei figli minori Francesco (nato a Loano il 28 agosto 1864) e Stefano (nato a Loano il 6 maggio 1867) fino alla fine degli anni ’70.

I bastimenti direttamente armati e gestiti da Teresa erano tre brigantini a palo: si trattava di velieri a tre alberi principali (trinchetto, maestra e mezzana con vela a randa) la cui stazza variava dalle 450 alle 600 tonnellate. Detto in inglese “bark”, il brigantino a palo era l’epoca un bastimento veloce e maneggevole.

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Teresa Isnardi era proprietaria della quota maggioritaria dei carati di tre brigantini: “Due Amici”, “Stefanino” e “Federico lo Svevo”. Aveva poi direttamente alcuni carati su altri bastimenti quali il “Franceschino” e il “Simone Stella”. Erano condotti dai comandanti Gio Batta Chiozza, Nicolò Chiozza, Francesco Delbalzo, Nicola Lavagna, Vittorio Isnardi, Andrea Dassori, Luigi Chiappori, Lorenzo Aicardi, Deodato Genta, Stefano Genta, Giuseppe Grossi, tutti di Loano.

I bastimenti facevano scalo nel Mar Nero (a Odessa e Salinà) o nel Mar d’Azov, dove caricavano granaglie e quindi procedevano (a volte con soste a Malta, Genova e Marsiglia) per l’Inghilterra, la Scozia e l’Irlanda: qui scaricavano le granaglie e imbarcavano, in genere, carbone. Fecero rotta anche per le Americhe, Stati Uniti e Sud America, con trasporti vari. Ad esempio, di “guano” dall’Uruguay per porti francesi: si trattava di fertilizzante pregiato particolarmente richiesto in Francia, che ne consumava in grande quantità per il suo notevole sviluppo agricolo.

Teresa Isnardi morì a Camporosso il 14 dicembre 1886 nella casa del secondo marito, ammiraglio Angelo Biancheri, dal quale aveva avuto il terzo figlio Guido Biancheri, anch’egli divenuto poi ammiraglio della marina militare italiana. La salma venne subito traslata a Loano, dove è sepolta, nel cimitero centrale.