Novità per il sistema della OCM per il settore della viticoltura

Zangani (presidente sezione vitivinicola regionale di Confagricoltura Liguria: "proroghe per il sistema delle autorizzazioni agli impianti e per la validità dei reimpianti. Novità interessanti per i nuovi impianti e per il recupero delle autorizzazioni"

Grappoli di uva nella vigna

È di questi giorni l’uscita in Gazzetta Ufficiale europea della nuova OCM unica per il settore del vino.

“Tante novità – commenta Filippo Zangani, presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Liguria e presidente della Confagricoltura di La Spezia – riguardanti il settore vitivinicolo comprese nel testo di riforma della PAC relativo all’OCM Unica. Le disposizioni descritte entreranno in vigore il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, attesa per questi giorni”.

Una delle più significative novità riguarda il sistema delle autorizzazioni agli impianti vitati. “Il sistema delle autorizzazioni – prosegue Zangani – relativo agli impianti vitati è prorogato dal 2030 al 2045 con due revisioni intermedie al 2028 e al 2040. Il sistema di autorizzazione degli impianti vitati è stato prorogato fino al 2045 con due revisioni intermedie da realizzarsi nel 2028 e nel 2040 per valutare il sistema e, se necessario, presentare proposte basate sui risultati di tali revisioni intermedie per migliorare la competitività del settore vitivinicolo”.

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Significativa anche la proroga delle validità delle autorizzazioni di reimpianto da tre a sei anni. “Come richiesto da Confagricoltura – prosegue il presidente della SER “vitivinicola” – nella nuova PAC è stata ampliata da tre a sei anni la durata delle autorizzazioni di reimpianto. Si consente così ai produttori di ritardare il reimpianto di vigneti per migliorare le condizioni sanitarie del suolo. Questa previsione è vincolata ad una decisione degli Stati membri”.

Molto importante anche la proroga al 31 dicembre 2022 per tutte le autorizzazioni di nuovi impianti o di reimpianti che scadono nel 2020 e nel 2021.

“È stata prevista – sottolinea Zangani – un’ulteriore proroga della validità delle autorizzazioni di impianti per nuovi impianti o per reimpianti che scadono nel 2020 e una proroga della validità di quelle che scadono nel 2021. È stata pertanto prorogata al 31 dicembre 2022 la durata di tutte le autorizzazioni di impianti per nuovi impianti o per reimpianti che scadono nel 2020 e nel 2021. Tale previsione è stata fortemente voluta e sostenuta da Confagricoltura”.

È prevista anche la possibilità di rettifica della rinuncia alle autorizzazione – possibilità di recuperare le autorizzazioni a cui si è rinunciato entro il 28 febbraio 2021.

“Al fine di evitare qualsiasi discriminazione – continua Filippo Zangani -, i produttori che hanno dichiarato all’autorità competente entro il 28 febbraio 2021 la loro intenzione di non utilizzare le proprie autorizzazioni sono autorizzati a ritirare tali dichiarazioni mediante comunicazione scritta all’autorità competente entro il 28 febbraio 2022 e a utilizzare le proprie autorizzazioni entro il 31 dicembre 2022”.

Altre novità sono quelle per le quali sono stati rivisti alcuni dei criteri di priorità per l’assegnazione delle autorizzazioni ai nuovi impianti per poter privilegiare i vigneti che contribuiscono alla conservazione delle risorse genetiche della vite e le aziende la cui efficienza in termini di costi, competitività o presenza sui mercati è stata dimostrata.

Gli attuali criteri sono stati pertanto sostituiti con i seguenti:

“b) superfici in cui l’impianto di vigneti contribuisce alla conservazione dell’ambiente o alla conservazione delle risorse genetiche delle viti;” al posto dell’attuale b) superfici in cui l’impianto di vigneti contribuisce alla conservazione dell’ambiente;

“f) superfici da adibire a nuovi impianti che contribuiscono all’aumento della produzione di aziende del settore vitivinicolo con un comprovato aumento dell’efficienza in termini di costi, della competitività o della presenza sui mercati.”; al posto di f) le superfici da adibire a nuovi impianti contribuiscono ad aumentare la competitività a livello aziendale e regionale;

“h) superfici di nuovo impianto nell’ambito dell’aumento delle dimensioni delle aziende viticole di piccole e medie dimensioni;” al posto di h) superfici da adibire a nuovi impianti nell’ottica di accrescere le dimensioni di aziende piccole e medie.

“Viene inoltre spostato dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2022 il termine per convertire i diritti di impianto in autorizzazioni all’impianto – sottolinea Zangani – ricordando che l’ultimo termine per la presentazione delle richieste di conversione dei diritti di impianto in autorizzazioni è spostato al 31 dicembre 2022. A decorrere dal 1º gennaio 2023, i diritti di impianto che erano ammissibili alla conversione in autorizzazioni di impianto il 31 dicembre 2022, ma non ancora convertiti in autorizzazioni di impianti, rimarranno a disposizione degli Stati membri interessati, che possono concederli entro il 31 dicembre 2025 quali autorizzazioni di nuovi impianti viticoli, senza che tali autorizzazioni siano conteggiate ai fini delle limitazioni di cui all’articolo 63 del regolamento (UE) n. 1308/2013, ovvero entro l’1% della superficie vitata nazionale”.

Vi è infine una modifica della definizione di IGT. E’ stata modificata la definizione di IGP come di seguito riportato:

b) “indicazione geografica”, un nome, compreso un nome usato tradizionalmente, che identifica un prodotto:

i) le cui qualità, notorietà o altre caratteristiche specifiche sono attribuibili alla sua origine geografica;

ii) originario di un determinato luogo, regione o, in casi eccezionali, paese;

iii) ottenuto con uve che provengono per almeno l’85 % esclusivamente da tale zona geografica;

iv) la cui produzione avviene in detta zona geografica; e

v) ottenuto da varietà di viti appartenenti alla specie Vitis vinifera o da un incrocio tra la specie Vitis vinifera e altre specie del genere Vitis.”;

La produzione comprende tutte le operazioni eseguite, dalla vendemmia dell’uva fino al completamento del processo di vinificazione, ad eccezione della vendemmia dell’uva non proveniente dalla zona geografica interessata e dei processi successivi alla produzione.”;

Altre novità, magari meno impattanti per la Liguria sono previste per i vini dealcolizzati o parzialmente dealcolizzati, e per le indicazioni nutrizionali in etichetta.

“Tante novità, dunque, molte delle quali fortemente sostenute da Confagricoltura, per tracciare il futuro di questo comparto cruciale per il Made in Italy.”